Un Molise da respirare
Foto P. Di Lena---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il trasporto stradale (con emissioni di NOx, precursori di particolato) è, a detta degli esperti, uno dei tre principali fattori responsabili dell’inquinamento da polveri sottili. L’esempio è la pianura Padana, l’area più inquinata d’Europa, e non solo, anche altre regioni del Centro Italia. Come uno dei rimedi a una situazione pesante per la salute di chi abita dati territori viene indicato la riduzione del traffico su gomma e il blocco di qualsiasi finanziamento per nuove strade e superstrade. Il tema – come si può capire - ha, non solo una sua diagnosi precisa, ma anche i rimedi necessari e urgenti da mettere in atto.
Una diagnosi che fa pensare ai rischi che corre il Molise con l’idea, vecchia da tempo, ma che torna ad ogni campagna elettorale, di un’autostrada. Una fonte di polveri sottili e, come tale, di inquinamento; perdita di biodiversità; effetto tunnel con l’aumento del traffico pesante, ulteriore isolamento delle aree a destra e a sinistra del percorso, lungo la valle del Biferno, all’ombra del Matese e nella valle del Volturno. Anche perché chi ritiene l’autostrada un’occasione di sviluppo del Molise, ancora una volta si è dimenticato della viabilità di una Regione, che, ogni giorno, registra frane e smottamenti per una stagione segnata da continue piogge e, anche, per una mancanza di manutenzione. In pratica una situazione limite per chi vuole visitare e vivere due primati di grande attualità propri del Molise: la biodiversità e la ruralità. E, con essi, il paesaggio, l’acqua potabile, l’aria pulita, il silenzio e il buon cibo. A chi ha inserito nel programma elettorale l’autostrada e a chi ha risposto con una “superstrada” (la dimostrazione che non ci sono poi tante differenze tra i contendenti, visto che entrambi sono a sostenere il sistema) diciamo a entrambi che sono distanti dalla realtà, che ogni giorno lancia segnali che suonano come veri e propri allarmi. Il primo è quello di vedere come bloccare uno “Sviluppo” che si è mostrato disastroso, Uno “Sviluppo” che ha toccato solo (per fortuna) in parte il Molise e che, con ritardo, chi lo vuole governare mostra, con proposte superate, do voler recuperare il tempo perso. Meglio stare fermi e riflettere con la dovuta attenzione il da farsi per non raccogliere un’eredità davvero disastrosa lasciata dal sistema che pensa solo al denaro. Meglio arretrati che ammalati di cancro(sono i dati a dimostrarlo), visto anche che nel Molise non ci sono più gli ospedali e la sanità pubblica è stata praticamente cancellata. Meglio un pezzo di pane prodotto dalla farina del grano coltivato sulle nostre colline che un companatico avvelenato da aria e acqua inquinate.
Abbiamo già scritto dell’acqua quotata alla borsa di New York, ora raccontiamo, con Marco Bersani, la prossima privatizzazione, quella dell’aria, non appena diventerà scarsa, cioè sempre più irrespirabile con “l’inquinamento da combustibili fossili che l’ha resa veicolo di veleni e malattie per miliardi di persone che vivono nei contesti urbanizzati e la stessa atmosfera è stata trasformata da principio di vita sulla Terra a minaccia climatica potenzialmente irreversibile. Intorno all’inquinamento dell’aria… nella nuova religione capitalistica le imprese inquinanti invece di essere costrette a modificare le proprie strutture produttive possono comprare diritti di emissione e crediti di carbonio, pagando programmi di riforestazione e di investimenti in tecnologie meno inquinanti. Naturalmente il tutto non ha avuto alcun effetto sulla riduzione delle emissioni ma è servito a creare l’ennesimo mercato finanziario mettendo a valorizzazione persino l’aria che respiriamo”. (1)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(1) Marco Bersani “La Rivoluzione della cura – Uscire dal capitalismo per avere un futuro”- Edizioni Alegre, pag. 69
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