L’olivo e il suo olio
La situazione del clima malato, che salta dalla piovosità alla siccità, colpisce i paesi del Mediterraneo produttori di olio di oliva e fa rischiare una disponibilità del prodotto che, con la sua bontà e la fama della Dieta Mediterranea, si stava conquistando la fiducia di milioni di nuovi consumatori di ogni parte de mondo. Un problema che, da tempo, riguarda l’Italia, il paese della più ricca biodiversità al mondo riferita all’olivo
Se nei primi dieci anni del terzo millennio in Italia i quantitativi di olio superavano le 500.000 tonnellate, negli ultimi cinque anni la produzione media è stata di 275.000 tonnellate e nei cinque anni precedenti di 345. 000 tonnellate. Quasi la metà produzione di fronte al primo decennio. Il tipo di sviluppo predatorio e distruttivo proprio del sistema neoliberista ha colpito duramente le aree interne e l’agricoltura di questo vasto territorio, in modo particolare quella a conduzione familiare, e con essa l’olivicoltura. Già dieci anni fa a Pesaro, nell’ambito del premio “Orciolo d’Oro”, il professor Fontanazza parlava di un bisogno di 800.000 ettari di nuovi oliveti. Se si va avanti così c’è da pensare che il “Paese del vino e dell’olio” per eccellenza può rimanere senza olio di oliva nei prossimi anni. Il Molise, che rappresenta poco più dell’1% della produzione nazionale, è, con la sua ruralità e biodiversità, la terra dell’olivo e, con le sue 20 varietà delle quali 1/3 “Gentile di Larino”, la terra degli oli per eccellenza, grazie ai suoi tre profili di fruttato leggero (pomodoro maturo), area Basso Molise; fruttato medio intenso (erbaceo) Molise centrale; fruttato medio – leggero (frutti di bosco) Alto Molise. Terra di primati: Parco storico del’Olivo di Venafro, primo e unico al mondo; culla dell’Associazione nazionale delle Città dell’Olio, oggi forte di 500 comuni aderenti; 1° Docufilm che ha “Fausto” , un olivo martoriato da un fulmine come protagonista; 1° esperimento di cooperativa sociale che trova nella pratica dell’olivicoltura la cura delle donne oggetto di violenza; 1° Parco regionale dedicato alla biodiversità olivicola , realizzato a Termoli; “Panel test”, il secondo istiutuito dopo quello di Siena in uno dei bastioni dell’Enoteca Italiana; “Goccia d’Oro”, il concorso che da venti anni seleziona e premia gli oli molisani, stimolando la crescita della qualità e dell’immagine del filo conduttore della Dieta Molisana, la più Mediterranea. Mentre scriviamo stiamo pensando alla straordinaria fioritura di questo Maggio troppo piovoso che ci preoccupa per la nuova raccolta. Il Molise ha bisogno dei suoi olivi e dei suoi oli, ancor più il Paese maltrattato da un vuoto di programmazione che dura, ormai, da decenni per le non scelte dei governi sostenute dai silenzi del mondo olivicolo, completamente assente con la filiera tutta nelle mani dei commercianti e degli industriali, una parte dei quali multinazionali spagnole che utilizzano i nostri marchi, un tempo più prestigiosi e i più noti al mondo.----------------------------------------------------------------------
L’attesa----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Dentro questo quadro la situazione del’oliveto “Gentile di Larino”, in particolare quello che copre una gobba del “Monte”, poco sopra La Cassa del Vento, non lontano dalla collina di Gerione (Geronio) “là dove c’era molto grano” ,- la località che ha ospitato Annibale, nella sua avanzata dalla Spagna alla Puglia, agli inizi della seconda guerra punica (218- 202 a. C.), in particolare nella primavera- estate del 216, prima della partenza per Canne, che ricorda una delle battaglie più cruente della storia. Il “Monte” che, con il suo fianco esposto a occidente, scende lungo il rivolo, detto non a caso, “Olivoli”, con macchie ancora presenti di oliveti ultrasecolari, che hanno tutto per raccontare a ragazzi delle scuole, non solo, la storia di questo luogo appartato. E’ qui, dal 2001, l’oliveto “Gentile”, protetto, nei suoi due lati più esposti al vento, da alti cipressi e circondato da piante mellifere, dalla lavanda al rosmarino, pitosforo e altre essenze. L’oliveto che si nutre delle sue foglie dopo a potatura e delle erbe sfalciate che, quando sono in fiore lo colorano. Biologico per nascita dona ai suoi amici L’Olio di Flora, quello che sa parlare ad ogni piatto e sa accompagnare ogni pietanza dimostrando la sua natura di vero democratico. I suoi fedeli amici hanno preso l’abitudine di usarlo ogni mattina prima della colazione. A digiuno perché credono nella sua bontà e nella sua capacità di prevenire alcuni mali e, così, evitare il bisogno della cura. A questi gentili amici la gratitudine de L’Olio di Flora e nostra.........................
Flora e Pasquale
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