Campagna elettorale

Andare a votare sapendo quali sono i falsi e quali sono i veri.-------------------------------------------- I falsi, per me, sono quelli che si vestono da politici senza sapere cos’è la politica, quella vera che ha a cuore e cura il governo di un luogo, di una comunità, dell’oggi per un domani migliore. Non si rendono conto che sono principianti allo sbaraglio, che fanno solo male al territorio, proprio quello che dicono di voler rappresentare. E non solo, al Paese - oggi, al pari del resto del mondo - nelle mani del dio denaro. Privilegiati che non sanno di essere tali. Non tutti per la verità, ma le eccezioni hanno tempo breve di vita rappresentativa. Nel senso della politica e, vista la compagnia, per loro fortuna. Falsi sono i destri che si spacciano per sinistri fino a quando non trovano il coraggio di stare nella posizione a loro più congeniale, quella di servitori dei loro padroni di ieri e, se arabi, di oggi. Come pure i sinistri che non sanno di essere destri. Parlano per raccontare ciò che non conoscono e non sanno. Si adeguano alle situazioni sempre e solo per convenienza. Ancor più quelli che, dopo 20 anni di malgoverno del Molise, solo in campagna elettorale si ricordano che il Molise esiste ed ha bisogno di uno sviluppo che guarda al domani delle nuove generazioni perché si possa definire tale. Ripetere ora gli errori fatti, e da tempo, altrove - vedi autostrade o superstrade, allevamenti superintensivi, spreco di terra, paesaggio, ambiente, cibo, e tutto per fare posto a cemento e asfalto o a giganteschi pali eolici e estesi pannelli solari - è miopia politica, offesa alla propria intelligenza e professionalità oltre che al Molise, la farfalla che non va toccata altrimenti muore. ---- I veri - per fortuna ce ne sono e sono la maggioranza, anche se sparpagliati e, i più, lontani – sono quelli che al Molise, orgogliosi delle proprie radici, hanno dato e vogliono dare per continuare a far vivere al Molise i primati della ruralità e della biodiversità. Lo sono soprattutto quelli che un giorno sono partiti ed hanno lasciato la propria casa, i propri affetti, i luoghi che, grazie ai colori, ai profumi, ai sapori, hanno una loro identità. I luoghi della memoria che non si dimenticano e del cuore che non si smettono mai di amare. Pensare al Molise di domani vuol dire pensare a un ponte - non in pietra, mattoni o calcestruzzo – ideale, perché tutti possano attraversarlo per un saluto, un abbraccio, uno scambio di idee e di esperienze, una voglia di pensare e fare per ridare senso e vita ai luoghi, non ancora abbandonati dal “Genius” (Spirito), che ha solo bisogno di compagnia per tornare a raccontare il passato, i valori, i sogni che hanno in sé il progetto del domani. I luoghi, i soli che hanno il sapere che serve per confrontarsi da pari a pari con il globale. 800mila molisani sparsi in Italia e nel mondo e un paio di milioni di “molisanici” già bastano per animare, con poche spese, un turismo davvero speciale,, che riporta a nuova vita la lingua del Molise, il dialetto o, per essere più precisi, i dialetti sparsi sul suo minuto territorio..

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