Allineati
foto di p. di lena------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Sono sempre stato uno che ha affidato al sogno le speranze nel domani. Ancor più in questo tempo triste del neoliberismo. Il sistema che, non avendo il senso del limite e del finito, ma solo quello dell’accumulo di denaro, depreda e distrugge più che mai, facendo affari enormi sui disastri che provoca e sugli interventi che servono per riparare ad essi. Ed ecco che, con più violenza di ieri, continua ad estrarre petrolio, ad aprire cave e miniere, e, tutto per ammalare il clima e rendere irrespirabile l’ambiente e sempre più invivibile i mari. Un modo per trasformare in necessità l’uso dei mezzi che dal vento e dal sole traggono l’energia alternativa, quella che, in mancanza di una programmazione, serve al neoliberismo, il sistema della finanza (banche e multinazionali), per continuare a correre lungo la strada del consumismo e dello spreco, a partire dalle risorse naturali. La strada che porta diritto nel baratro, non solo per colpa del sistema, ma anche, per limiti di tutti noi che non facciamo niente per contrastarlo e abbatterlo e, così, dare un po' di respiro al clima e un po' di pace alla natura. In pratica quella pace di cui tutti ne sentiamo grande necessità. Tutti? No, non tutti per la verità! Tutti, meno quelli che il sistema lo hanno sposato, lo servono e si sentono in pace al pari di chi lo asseconda e lo sostiene con progetti che hanno già dimostrato, fino all’inverosimile, di provocare il peggio che la realtà ci racconta. A partire da quella che viviamo. Non deve meravigliare se solo di rado si alza la voce contro il sistema che governa il mondo e, in modo pessimo, questo nostro stupendo Paese e questa nostra meravigliosa terra. Anzi, invece di combatterlo lo si sostiene facendo propria le proposte che assecondano la sua fame di denaro e fanno pensare ai futuri disastri.
Ultimamente ho registrato un’accettazione, in mancanza di un’analisi dei pro e dei contro di una simile installazione, degli intenti (affari) e della propaganda dei promotori dei generatori di energia eolica. I soli coerenti visto che fanno il loro mestiere, quello di venditori. Questa volta – leggo - più di cento pali allineati di fronte all’antico borgo marinaro di Termoli con un primario obiettivo -se ho capito bene - quello di assicurare energia a una fabbrica che dà la possibilità alle automobili di correre e non solo, anche di volare, se si pensa al rilancio del nucleo industriale che, nei cinquant’anni della sua presenza, ha cambiato il volto del Molise. La regione che, oggi, paga un prezzo altissimo con la perdita di un’agricoltura contadina, e, anche, per colpa di una viabilità disastrata, lo spopolamento di 130 dei 136 paesi e l’abbandono delle aree interne. Nessuno accenno alle risorse e ai valori di un territorio, il mare, a partire dal cibo, quale atto della pesca e fonte di una fantastica cultura gastronomica, la cucina marinara. Nessuna preoccupazione di come e dove smaltire i giganteschi pali e le gigantesche pale eoliche. Solo un ragionamento in linea con il sistema, non dissimile da quelli che il sistema lo sostengono con i fatti. Ben lontano dai giovani di Greta Thunberg e da quelli che rischiano insulti e galera dichiarandosi “Ultima generazione”. Ben lontano, anche e soprattutto, dai ripetuti messaggi lanciati da Papa Francesco, come a voler dimostrare che il solo dio onnipotente e onnipresente oggi, anche per questi giovani, è il dio denaro. Altro che sogno!
Pasquale Di Lena
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