Zio Mario
Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura
TEATRO NATURALE - Editoriali 07/02/2024 L'agricoltura deve saper ripartire dalla natura e non da modelli che hanno fallito. Si vogliono accentuare le cause che hanno portato l’agricoltura ad essere fuori da uno sviluppo sostenibile Sto con chi coltiva la propria terra e sa che è piena di biodiversità, di vita. Chi sa, anche, che essa è la madre di tutte le madri, di noi umani come dei vegetali e degli animali. Sto con chi ama la natura ed ha ancora il senso del rispetto e degli altri valori, che ci rendono umani e ci legano all’altro per diventare comunità. Amo la mia terra, il Molise, perché espressione di ruralità e di biodiversità, i due caratteri persi laddove ha più inciso lo sviluppo e il progresso, dando vita alla pesante crisi che vive il clima. Uno sviluppo e un progresso a spese del territorio e della sua primaria attività, l’agricoltura. Non amo l’agricoltura industrializzata dei trattori alti tre piani e delle super concimazioni e super trattamenti che, pe
Un abbraccio a zio Mario!!!
RispondiEliminaBello
RispondiEliminaGrazie per avermi fatto scoprire la storia meravigliosa di un'altro molisano di grande esperienza e dirittura morale
EliminaRicordi della mia infanzia felice e come si fa a dimenticare il profumo del negozio di zio Mario, profumo di passione sincera e assoluta disponibilità per tutti, auguri zio Mario
RispondiEliminaEra stupendo fermarsi al suo negozio e scambiare due chiacchiere.
RispondiEliminaDopo la giornata era sicuramente positiva.
Lo ricordo con infinito affetto. È stata la sua passione a farmi conoscere La condizione e la giustizia sociale. Memorico il pianto di zio Mario e zio Tonino al passaggio del feretro di Togliatti in TV.
RispondiEliminaGrazie Tonino per questo ricordo.
EliminaRicordi della gioventù. Altri tempi, altre persone, che rimpiango con la massima serenità. Auguri a lui e salutoni al "nipotino" Pasquale.
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RispondiEliminaBellissimo ricordo di una persona veramente squisita.
EliminaIo lo ricordo con le braccia appoggiato al bancone, aspettando che gli dicessi come volevo il panino che poi era sempre uguale.
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