Intollerabile attacco alla democrazia
ESTADAO-
Da Note & Informazioni -
08/01/2023 | Ore 19:15
È spaventosa la facilità con cui i facinorosi che non si conformano alla sconfitta di Jair Bolsonaro nelle ultime elezioni hanno invaso e deprecato gli uffici dei tre poteri a Brasilia domenica pomeriggio, nel più grande attacco alla democrazia brasiliana dalla fine della dittatura militare.
C'è solo una spiegazione per questo: la clemenza delle cosiddette autorità per identificare e punire i truffatori fin dai primi crimini che hanno commesso dopo la conferma della vittoria del presidente Lula da Silva. C'erano poche opportunità per gli agenti statali di far rispettare le leggi e la Costituzione del paese. Ciascuno di questi agenti, al limite della propria responsabilità, sarà responsabile della prevaricazione davanti alla giustizia.
A quanto pare, un gruppo di bolsonaristi è riuscito a prendere d'assalto il Congresso Nazionale, il Palazzo Planalto e la Corte Suprema solo perché ha alleati molto potenti, a cominciare dall'ex presidente Jair Bolsonaro, il più grande responsabile dell'intentona. Ora, il paese non guarderebbe attonito a quelle scene di violenza nella capitale federale se i truffatori non avessero ricevuto sostegno politico, materiale e finanziario per fare ciò che hanno fatto.
Fuggito in Florida, incapace di piegarsi al principio più simile alla democrazia – il trasferimento pacifico del potere – Bolsonaro non ha mai emesso una parola che potesse essere compresa dai suoi radicali come un ordine di smobilitazione e rispetto della Costituzione e della supremazia della volontà popolare. Al contrario: dopo la sconfitta, l'ex presidente ha abusato di mezze parole e insinuazioni per smorzare le sue camicie brune in un'escalation di violenza culminata nel tentativo di colpo di stato avvenuto a Brasilia.
È ormai noto che quella rottura promossa dai bolsonaristi il giorno della laurea di Lula da Silva e Geraldo Alckmin da parte della Corte Elettorale Superiore era solo una sorta di prova generale per intentona. Apparentemente, l'obiettivo finale degli insorti, secondo la loro folle logica, era quello di promuovere un disordine tale da portare le Forze Armate a intervenire, restituire la presidenza a Bolsonaro e arrestare il presidente Lula da Silva. Niente di meno.
Che ci siano pazzi nel paese capaci di concepire un ordito di questa natura è già deplorevole di per sé. Ma ancora peggio è sapere che contano sul sostegno, espresso o tacito, delle autorità e dei leader politici.
Come Bolsonaro, le forze armate non hanno mai emesso un ordine fermo per smantellare i campi golpisti che sono stati allestiti di fronte alle caserme fuori dal paese. Questo silenzio ha allevato le illusioni dei truffatori dei bolsonaristi. Ci sono stati persino militari che hanno classificato gli atti contro l'esito delle elezioni – e quindi contro la Costituzione – come "manifestazioni democratiche". Lo stesso ministro della Difesa, José Múcio Monteiro, era tollerante nei confronti dell'intollerabile, tergiversando sulla gravità di questi campi.
Ma non sono stati solo Bolsonaro e alcuni militari che non onorano l'uniforme che hanno reso i truffatori gli utili idioti ai liberticidi desiderati. Probabilmente, il governatore del Distretto Federale (DF), Ibaneis Rocha (MDB), dovrebbe rispondere della mancanza di preparazione delle forze di polizia sotto il suo comando per contenere un'invasione che era stata a lungo preparata. GloboNews ha mandato in onda un'immagine scioccante di agenti della polizia militare che si fanno selfie mentre una supplica di bolsonaristi invade il Congresso Nazionale. Di fronte alla tibieza manifesta di Ibaneis Rocha, il presidente Lula ha fatto bene a decretare l'intervento federale nella sicurezza del Distretto Federale.
Per il bene della democrazia brasiliana, l'insurrezione deve ricevere una risposta all'altezza delle autorità costituite. La polizia federale, fatte salve le azioni di altre istituzioni, deve identificare, uno per uno, i responsabili della violenza contro lo Stato e della depredazione della proprietà pubblica. Se l'invasione del Campidoglio di due anni fa è servita da ispirazione per le vittime del colpo di stato in Brasile, la diligenza delle autorità degli Stati Uniti nel perseguire penalmente i loro leader dovrebbe servire da esempio per le autorità brasiliane. La democrazia si difende, come abbiamo detto in questa pagina, gettando su chi la attacca tutto il peso della legge.
Pagliarulo, presidente Anpi: "È in atto in Brasile un tentativo di colpo di stato. Le Istituzioni italiane si pronuncino con la massima chiarezza nominando i responsabili"
"È in atto in Brasile un tentativo di colpo di stato, per ora sventato. L’assalto alla sede del parlamento e delle più importanti istituzioni democratiche brasiliane da parte di migliaia di sostenitori di Bolsonaro ha evidentemente dei mandanti e non poteva non essere a conoscenza quantomeno dei servizi segreti", ha scritto il presidente dell'Anpi in un comunicato, "leggo che i militari hanno fermato l’intervento delle forze dell’ordine e che i manifestanti golpisti nella notte hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati del Brasile. Colpisce che i facinorosi si dichiarino “patrioti”, come è nel linguaggio degli eredi del fascismo, che operino con metodi squadristici: la violenza e la devastazione. Le istituzioni italiane si devono pronunciare con la massima chiarezza nominando i responsabili di questo violentissimo attacco alla democrazia. Al presidente Lula, al governo ed al popolo brasiliano va la piena solidarietà e l’appoggio dell’ANPI e di tutti gli antifascisti".
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