Rendiamoci buoni antenati dell’umanità futura.

Domani 1° Settembre - 17^ Giornata per la Salvaguardia del Creato – Annuale riflessione da Guardialfiera di Vincenzo di Sabato
“Quanto è bello sperare in una esperienza “al femminile”, che possa diventare fonte di meraviglia, di contemplazione e di lode”. Scrissi più o meno così - il 31 agosto 2021 – su una letterina indirizzata ad Alessandra Del Verme divenuta da poco Direttrice all’Agenzia del Demanio. Associato all’augurio di un dolce esordio, ebbi ad indicare a lei che la bellezza del Creato giunse a compimento, attraverso “l’invenzione” della Donna! E a lei – nobil donna - ritenni di evocare “un lembo di notevole fascino, intorno a Guardialfiera, per bellezze naturali e visioni sorprendenti”. Perché la Gazzetta Ufficiale n° 118 del 21 maggio 1988, traspirò insolitamente, così, per specificare con linguaggio meno burocratico, questo vincolo paesaggistico molisano. Eppure, la devastazione è avvenuta! Si è abbattuta due volte su queste “Terre del Sacramento”, depredate e sommerse negli anni ’70 da 40 milioni di mc. d’acqua. Terre gloriose, produttrici di ortaggi, di pesche fra le più saporose e odorose del mondo. Terre rigogliose di vita e di ricchezza per la quasi totalità dei guardiesi, discacciati dai propri orti, scorrettamente risarciti e irredenti, e sbaragliati per il mondo in cerca di pane. Sopraggiunge però, più tardi, la mitologia della progettazione. Incomincia a fiorire l’arte nobile dell’investimento. E si avvia dal Lago un veleggiare turistico e sportivo; un volano rotante attorno al futuro dei nostri giovani senza futuro. Ma poi, una nuova maledizione! Intorno al Ponte di Annibale si abbatte la paralisi dello spirito ed il macigno dell’oblio. Quel verde, quel lago, quei sogni sprofondano nello sfacelo; nel massacro. Tutto è dilapidato dall’incuria, dall’abbandono. Anche dall’inciviltà dei vandali e da un dormiveglia che perdura e umilia solerzia e speranze. Il territorio attorno al lago, adesso orribilmente turpe, non appartiene né alla Regione, né alla Provincia, né al Comune, né alla Comunità Montana ormai inesistente. Non si capisce a chi. Ma è stato però usurpato dal Demanio, sei o sette anni fa per essere “razionato e valorizzato; per massimizzare il valore economico; per contribuire allo sviluppo produttivo, sociale e culturale e per pianificare interventi di manutenzione”. Oh che salvezza - pensavo - oh quanto è bello e soave e consolante. Perché così è scritto; perché questo è il compito imposto per legge all’Agenzia del Demanio. Ma che valorizzazione, che sviluppo produttivo, che interventi di manutenzione ambientale è stato mai compiuto dal Demanio, in tanti anni, sul Lago? E non dico un angelico tocca di femminilità da parte della Direttrice del Demanio. E ci fidavo. Consideravo, in alternativa, almeno ad un formale e freddo cenno di riferimento alla mia segnalazione di un anno fa. Che malinconia, mentre pure oggi, assisto con angoscia all’agonia del lago. La 17^ Giornata per la Salvaguardia del Creato è un’altra cosa. E’ l’imperativo per sentirci parte vivente della Creazione. Ciascuno all’interno dei propri luoghi affinché siano fatti salvi, preservati e liberati dagli sconvolgimenti. “A fulgure et tempestate…et siccitas” dai fulmini - cioè - dai fortunali e siccità, fenomeni sempre più frequenti, tremendi e devastanti. E, ahimè, sempre più provocati e attivati dalla famelicità umana. Tempo scaduto! Basta a provocazioni, ad operazioni di saccheggio, ad appropriazioni distruttive e disumane, antiecologiche. La legalizzazione dell’umano è quella di poter sussurrare,di parlare, di gridare, di sognare. Di mettere al sicuro questi nostri piccoli “lembi”. E gridiamo: “ Salviamo lo stupore”! Il Creato, quello più vicino a noi, è in cerca di samaritani buoni, che provino dolore per il suo dolore. Solo dalla consapevolezza del peccato ecologico, può nascere la conversione. I tempi che ancora viviamo sono affiancati da un compagno di viaggio imprevisto e non voluto che, sottoforma di virus, si aggira per il pianeta, con un andamento imprevedibile ora lento ora mosso, causando dolore e morte. Sembra che, in questo modo, il Creato ci abbia chiesto aiuto. Rispondere al suo appello è un obbligo morale. E’ una sorta di nuovo Contratto Sociale che il Creato vuol stipulare con noi. Ritenerci “custodi e custoditi”. Custodi dei nostri balconi in fiore, del nostro paese, del fiume, del lago, del bosco profondo e ombroso, dei cieli azzurri e sempre meno stellati sotto i quali potremo ancora vivere in costante armonia. Solo così e tutti insieme costituiremo un ambiente sacro e incantevole. E saremo, forse, buoni antenati dell’umanità futura. vincenzo di sabato

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