Il Mediterraneo e i suoi simboli: olio e vino

I VERI FALSI di Pasqualedilenainforma
È una vecchia storia quella del vino considerato per la sua componente alcolica, che poi si aggira intorno ai 12°. Ben poca cosa di fronte ai superalcolici diffusi e consumati in abbondanza nei paesi del Nord, dove l’alcolismo è davvero una piaga, diversamente dai paesi del Mediterraneo baciati dal sole. Gli irlandesi che vivono in Irlanda, cittadini europei come noi, vogliono - non avendolo mai prodotto -demonizzare il vino con la scusa dell’alcolismo. Quelli che hanno popolato l’America del Nord lo avevano fatto già e fino agli anni ’90 sono riusciti a bloccare la diffusione e uso del vino. Con la liberazione dal proibizionismo e, grazie al Lambrusco delle Cantine Riunite di Reggio Emilia, il consumo crescente di vino ha portato l’America ad essere uno dei paesi maggiori importato e consumatori, migliorando, ne sono convinto, la vita degli americani sotto ogni aspetto, fisico e psichico. Tant’è che il loro problema oggi è quello dell’uso e abuso delle armi e dei soft drink. Non a caso le guerre, e non a caso, proprio alla Borsa di N.Y., la quotazione dell’acqua. Questa notizia di un nuovo proibizionismo in Irlanda e i tanti tentativi fatti di emanare norme che colpiscono il succo della vite e, non solo, anche quello dell’olivo - l’olio che non finisce mai di meravigliare, quale filo conduttore della Dieta Mediterranea, per i suoi prodigi in cucina e a tavola – mi vanno convincendo che i protagonisti della globalizzazione, le multinazionali e, insieme, le banche, cioè la coppia di tifosi della quantità, sono gelosi, anzi temono, il Mediterraneo per la qualità espressa dai suoi territori, e, non solo, anche per i tanti valori storici e culturali. Valori insopportabili per il dio denaro perché, nonostante i cervelli a sua disposizione, non sempre riesce a controllarli tutti. 1 Luglio 2022

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