Politica inadeguata
di Nicola Picchione
Stiamo raccogliendo i frutti avvelenati di un lungo periodo di politica inadeguata con invasione di campo di politicanti senza preparazione politica ma che hanno occupato posti di comando. E’ iniziato con Berlusconi che è durato a lungo per la sua abilità intelligenza e spregiudicatezza; ha creato e distrutto a suo piacimento personaggi piazzando in Parlamento a nostre spese suoi avvocati e giornalisti. Un segno di spregio. E’ proseguito con Bossi, improvvisatore rozzo con l’dea di distaccare il Nord laborioso dal Sud inoperoso poi sostituito da Salvini, un non politico abile procacciatore di voti con slogan attiranti come carta moschicida ma inconsistenti nei risultati pratici: dalle ruspe contro gli zingari alla promessa di rimandare in Africa i clandestini, dalle frasi sprezzanti contro i meridionali al passaggio spudorato a blandirli, dalla esibizione di armi a quella del rosario, sino al ridicolo di una mosca illusa di domare un elefante. Senza pudore, al solo scopo di raccattare voti perciò tollerato dal suo Partito che pure ha al suo interno persone di valore. Poi apparvero i grillini: un movimento ideato da un non politico intelligente (Gianroberto Casaleggio ) e sostenuto propagandisticamente da un comico urlante. Nato come piccone per abbattere una classe politica ritenuta incapace, si è ritrovato a costruire senza materiale un governo non disponendo di personaggi idonei a fare politica. Un movimento costretto a inventarsi ministri dal nulla, consapevole dei propri limiti di formazione ma spinto a governare dalla massa incattivita, ha dovuto scegliere al suo esterno un presidente di governo del tutto ignaro di esperienza politica, un avvocato ambizioso (altrimenti avrebbe sorriso all’invito, rifiutandolo nella consapevolezza della propria inadeguatezza e impreparazione specifica), navigatore annaspante tra destra e sinistra senza idee precise, ricco solo di una oratoria avvocatesca.
Due Partiti senza fondamenti culturali, nati sulla sabbia come l’attuale PD, un Partito timido e disorientato, un amalgama poco consistente, portavoce inadeguato di una sinistra per ora male rappresentata, orfana. Nessuna meraviglia che sia salita all’attenzione la Meloni, uno dei pochi animali politici il cui valore non eccelso è esaltato dal vuoto del mondo politico. Con lo sguardo rivolto al passato, con richiami da uno slogan ipocrita ma accattivante per molti come Dio Patria Famiglia al richiamo di valori tradizionali che ignorano i profondi mutamenti sociali, furbescamente occhieggiante verso nostalgie che ancora attirano non pochi, gode del privilegio di essere all’opposizione che da sempre favorisce chi urla con più forza.
Siamo guidati da decenni da una classe politica di basso livello talvolta anche con risvolti miserabili, incapace di scrollarsi di dosso pesi sempre più intollerabili (corruzione, evasione fiscale, eccessiva burocrazia, Giustizia inadeguata, cattiva gestione economica, migrazione, problemi del lavoro, neoliberalismo selvaggio), preda della demagogia del voto che impedisce di osare e a volte anche di sfidare l’opinione pubblica per sua natura miope.
Ha piovuto sul bagnato: prima la pandemia e la poco razionale lotta plebea su mascherine, isolamento, vaccino; poi una guerra vicino casa terribile come tutte le guerre con conseguenze economiche crescenti e con una nuova divisione di posizione con messa al bando di chi prova a fare qualche analisi e di chi invoca una pace. Una guerra nata e continuata da un fallimento per incapacità della politica.
Siamo un grande popolo, con numerose possibilità e virtù che il mondo ci riconosce che abita una terra meravigliosa e resa preziosa da chi ci ha preceduto ma siamo un popolo con scarso senso dello Stato. Siamo economicamente un vaso di coccio mal rappresentato e mal guidato. Ogni tanto proviamo a risollevarci affidandoci a un non politico capace e autorevole che non può avere una visione allargata chiamato a risolvere problemi specifici e urgenti; che di solito viene prima invocato e poi revocato.
Tra non molti mesi si voterà. Sempre meno gente va a votare, sfiduciata ma allo stesso tempo rassegnata. I Partiti sono prigionieri di se stessi, della propria incapacità di vedere lontano. Si assisterà ad alleanze pur di avere il potere; alle solite promesse esagerate alle quali purtroppo molti crederanno.
Meno male che ogni tanto interviene la Provvidenza: un papa ci ricorda i valori che ci dovrebbero guidare: la pace, la giustizia sociale, l’aiuto a chi ha bisogno. L’essere, insomma, umani consapevoli del rispetto di ognuno verso gli altri e di tutti verso la Madre che ci nutre. Si dice che faccia più politica che religione: si ispira a un Maestro di oltre duemila anni fa che parlava di amore ma era severo e non andava a caccia di voti. Ucciso non perché parlava del Padre ma perché parlava degli uomini, delle loro manchevolezze e del potere che li tiene sottomessi. Faceva troppa politica.
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