La pace in cammino 16 aprile - 24 aprile - 25 aprile - 1° maggio.
da RETE Ambientalista
L’umanità intera faccia proprio questo appello a “una tregua pasquale”; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”. L’umanità intera faccia sentire la sua voce e persuada il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra ad accogliere questo appello in nome del bene comune dell’umanità. Ogni giorno in più di guerra altri esseri umani vengono uccisi, ogni giorno in più di guerra nuovi massacri e nuovi abomini vengono commessi, ogni giorno in più di guerra avvicina il rischio della guerra nucleare che può sterminare l’intera famiglia umana.
Cessino immediatamente tutte le uccisioni, le atrocità, le devastazioni. Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite è il primo dovere.
Lottiamo contro le devastazioni e le guerre per il nostro futuro.
Marcia popolare NO TAV Bussoleno-San Didero sabato 16 aprile partenza ore 14 Piazza del mercato. Clicca qui.
La Pace in Marcia alla vigilia della Festa della Liberazione e sul palco del Primo Maggio.
Domenica 24 aprile 2022, vigilia della Festa della Liberazione, Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità. FERMATEVI! La guerra è una follia. E’ urgente l’apertura di un negoziato multilaterale serio, strutturato, concreto, onesto e coraggioso, sotto l’autorità delle Nazioni Unite. Per salvare la povera gente che è rimasta sotto le bombe. Per scongiurare la catastrofe atomica. Per impedire l’esplosione di una nuova devastante crisi sociale e ambientale. Basta con la propaganda di guerra! Fermiamo la circolazione dell’odio e dell’inimicizia. Siamo solidali con gli ucraini e con tutte le vittime di tutte le guerre dimenticate che continuano a insanguinare il mondo. Chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, « L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Si svolgerà quest’anno ad Assisi, in piazza San Francesco, la manifestazione nazionale di CGIL, CISL e UIL in occasione del Primo Maggio. Al centro dell’iniziativa i temi della pace, del lavoro e della crescita del Paese.
Fermiamo la corsa alle armi.
Da un giorno all’altro il governo Draghi ha stanziato 13 miliardi per le spese militari, dopo due anni di pandemia in cui non un centesimo in più fu dato alla sanità pubblica, impiega i nostri militari in operazioni al confine con la Russia e l’Ucraina e invia armi spacciandole per aiuti umanitari. Il nostro Paese si trova pienamente coinvolto in questo scenario: membro della Nato, con oltre 160 basi militari Nato al proprio interno e con un centinaio di testate nucleari presenti ed un governo completamente asservito agli interessi di chi cerca lo scontro ad ogni costo…. Dibattito a Bussoleno.
Le sanzioni alla Russia? Un’arma spuntata secondo l’ISPI.
Intanto la guerra rischia di portare l’Italia in recessione economica. L’ISPI è un prestigioso istituto di ricerca sulla politica internazionale. Ha rilasciato un dossier sull’efficacia delle sanzioni sulla Russia. Clicca qui. Il quadro è sconfortante: sono un’arma “spuntata”. La Russia ha facilmente aggirato molte sanzioni con triangolazioni verso i tanti paesi che non hanno aderito alle sanzioni lanciate dalla Russia e dall’Unione Europea. L’81% delle nazioni nel mondo non hanno seguito la NATO nel sanzionare la Russia. Non solo: le entrate per il gas sono aumentate e la Russia oggi ha più risorse economiche di prima grazie al gas diventato merce ricercata e pertanto pregiata. Proprio perché la guerra ha ridotto il flusso del gas, ecco che i prezzi sono schizzati alle stelle. Zelensky, da par suo, pur chiedendo all’Europa di non comprare il gas russo, di fatto acquista il gas russo. Lo fa non direttamente da Putin ma dall’Europa che lo compra dalla Russia e lo rivende all’Ucraina. Quindi anche l’Ucraina finanzia la guerra del suo nemico. E le banche? Le banche russe tagliate fuori dal circuito mondiale sono solo una parte. E mentre ci viene presentata in televisione una Russia economicamente in ginocchio, la realtà è diversa. Il rublo ha riacquistato quota dopo una flessione dovuta ai primi giorni di guerra e ora è ai livelli pre-guerra. In conclusione: la teoria secondo cui sarebbe in corso – grazie alle sanzioni dell’Occidente – un tracollo dell’economia russa non ha riscontro nelle analisi dell’ISPI. Viceversa l’Italia sta per avvicinarsi alla recessione. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha delineato vari scenari: «Nel secondo scenario, la crescita 2022 scenderebbe ulteriormente all’1,6%, e all’1% nel 2023. Nello scenario più severo, nel 2023 saremmo in recessione conclamata. Numeri che spaventano, spaventano in maniera molto forte».
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