Il bene e il male. La guerra

di Nicola Picchione
“In che consiste il bene? A chi lo si fa? Chi lo fa? Esiste un bene comune? Nei millenni passati l’idea di bene ha fatto qualche passo avanti? Nel corso dei millenni le teorie dei maestri dell’etica e della filosofia hanno portato a una limitazione del concetto di bene. L’idea cristiana lontana cinque secoli dalla buddhista strinse il mondo dei viventi cui applicare il concetto di bene che non riguardava tutti gli esseri ma solo gli umani. Il bene dei primi cristiani, il bene degli uomini tutti venne sostituito dal bene dei soli cristiani a cui si affiancava il bene dei mussulmani il bene degli ebrei. Passarono secoli e il bene dei cristiani si scisse nel bene dei cattolici e dei protestanti e nel bene degli ortodossi…E così da scissione dopo scissione sono nati il bene di una setta, di una razza, di una classe… Un tale concetto del bene si rivela talvolta un flagello, un male peggiore del male stesso…In tal modo il bene ha perso universalità…Persino il sangue di Erode non fu versato in nome del male ma di ciò che per Erode era il bene… e tuttavia non era nato il male bensì il cristianesimo. Mai l’umanità aveva sentito dire: ”Non giudicate se non volete essere giudicati. Perché con giudizio con cui giudicate sarete giudicati…Amate i vostri nemici fate il bene a coloro che vi odiano pregate per coloro che vi maltrattano. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro…L’iconoclasta bizantina, le torture dell’Inquisizione, la lotta alle eresie in Francia in Italia e in Germania, quella tra cattolici e protestanti, la crudeltà degli ordini monastici, secoli di persecuzioni che hanno soffocato la scienza e la libertà, lo sterminio per mano cristiana delle tribù pagane. E’ costato sofferenze maggiori dei misfatti di criminali e malvagi per natura… La mente umana crede che la vita sia una lotta del bene contro il male ma non è così. Chi vuole il bene dell’umanità non è in grado di arginare il male”. Prendo questo passo- solo alcuni tratti- da Vassili Grossman (Vita e Destino) considerando la guerra il peggiore dei mali causati dall’uomo. Il romanzo si svolge durante l’assedio di Stalingrado. Guerra e pace: tutti siamo per la pace ma alcuni ritengono inevitabile la guerra che è tremenda e anche stupida. Distrugge irreparabilmente molte vite e strutture costate tanto lavoro che poi debbono essere ricostruite. Colpisce inesorabilmente anche l’anima. Colpisce anche gli incolpevoli, ammesso che chi va in guerra sia colpevole di non opporsi ad essa. Come evitarla? Molti pacifisti non hanno proposte, si limitano a condannare la guerra. Le buone idee hanno molti nemici e tra essi ci sono anche coloro che le sostengono senza dare loro un appoggio sul quale sostenersi: rincorrono fantasmi e poi sbattono impotenti contro la realtà. La guerra d’Ucraina ha molte cause e non ultime l’atteggiamento di guerra degli USA. Ne hanno fatte tante, spesso perdendole, come se fosse nel loro sangue. Lungo è l’elenco, sempre lontano dalla loro terra. Portare la guerra magari in nome di ideali urlati ma traditi. Anche l’Europa, colonia americana, ha colpe. Anche l’Ucraina ha colpe (come può un attore comico diventare di colpo buon governatore? Gli italiani non hanno diritto di rispondere…). Bisogna evitare il rischio di attenuare il ruolo e le gravi colpe di Putin che rimane un despota e un aggressore. Non si tratta di stare dalla sua parte ma di provare a capirne le motivazioni: bisogna innanzitutto capire anche quando non si è d’accordo. USA ed Europa non hanno da tempo politici capaci. Un buon politico deve prevedere, deve studiare la psicologia di chi ritiene avversario. Putin è stato costruito come spia: vedere nemici e neutralizzarli. L’Occidente avrebbe dovuto tenere un atteggiamento amichevole dopo la crisi sovietica. L’Europa negli anni 90 avrebbe dovuto ricordare i legami sociali e culturali con la Russia e non isolarla, anche a contrasto con USA. Ha fatto l’opposto, seguendo servilmente la mentalità americana militarista e allergica anche al solo odore di comunismo che ha visto incarnato nell’Unione Sovietica anche dopo la caduta del muro di Berlino. La NATO non aveva più senso invece si è rafforzata spingendosi verso i confini europei della Russia tralasciando finanche la storia: un Paese da sempre minacciato anche da ovest (Napoleone, Hitler). Abbiamo tante colpe, errori grossolani. Per il passato. Dovremmo evitarne per il presente e per il futuro. Gli errori si pagano. Che fare adesso? Troppo facile dire: fermiamo la guerra. Come? Certo, con la diplomazia, bloccando l’ostilità degli USA che si serve dell’Ucraina per la voglia di abbattere Putin e la sua Russia. Modificando l’atteggiamento verso la Russia ma senza apparire debole. Sospendere l’invio di armi all’Ucraina? Anche, pur sapendo che segnerà la vittoria di Putin che prenderà alcune terre e magari dandogli la sensazione di poter ripetere l’aggressione da altre parti. Putin forse sogna un ritorno al passato, la grande Russia: deve capire che è una illusione, il passato non torna mai. Poco gli interessa il destino della gente del Donbass: vuole quella fertile e ricca terra e vuole altro, non si accontenterebbe di uno statuto speciale come da noi l’Altoadige. Cedere alla forza: è questo il prezzo della pace? Questo è sempre stato il suo prezzo, senza ipocrisia. Vale non solo per l’Ucraina. Non possiamo ignorare le nostre debolezze: l’Europa politicamente non esiste e oltretutto non siamo capaci di sopportare a lungo le sanzioni economiche che invece sopporterebbe molto di più il popolo russo abituato da sempre alle sofferenze. L’Ucraina paga la sua politica sbagliata verso la gente di una sua regione e verso la Russia alla quale è culturalmente e storicamente legata, dalla quale vorrebbe legittimamente liberarsi ma avrebbe dovuto ricorrere a metodi e mezzi politicamente idonei, accorti. Noi paghiamo la nostra debolezza politica e anche sociale, incapaci di tollerare le notevoli conseguenze economiche delle sanzioni a differenza del popolo russo da sempre allenato a sacrifici e sopportazioni il quale forse andrebbe incontro ad un altro rischio: la sudditanza cinese non prevista da Putin. Il mondo è cambiato, non l’uomo che ancora si illude di risolvere i suoi problemi con la forza. Sì alla pace ma se è unilaterale si chiama con altro nome: resa che non una pace ma una cenere che cova la brace.

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