Un’alternativa all’alternanza
di Pasquale Di Lena - la vignetta è dell'indimenticabile Ro Marcenaro
Questo tempo sospeso che viviamo e sopportiamo con sempre più grande difficoltà, è una dura lezione per tutti. La conseguenza di una normalità da rigettare e dimenticare se non vogliamo che resti tale per il tempo che rimane alla nostra terra di sostenerci, nelle mani com’è di un sistema, il neoliberismo, predatorio e distruttivo. Oggi, ancora più di ieri, c’è bisogno di una svolta e prendere, con determinazione e coraggio, la strada, da tempo indicata da Papa Francesco, dalle ragazze e dai ragazzi che, con Greta, lottano innalzando la bandiera del futuro, il clima. La prima grande pandemia che i cosiddetti “Grandi” non fanno altro che aggravare ogni volta che decidono di incontrarsi e di discutere di questo problema dei problemi, che, a detta, degli esperti, ha ancora otto anni di tempo per essere curato e avere la possibilità di riprendere il suo percorso in un mondo, solo così, non più segnato dal dio denaro. Il dio disprezzato dalla Natura per le sue azioni, quelle proprie di un pazzo scellerato. La causa, in estrema sintesi, che permette di interpretare di più e meglio gli effetti da essa scaturiti. La ragione, anche, di un’analisi attenta della realtà, soprattutto dei luoghi che più ci appartengono, come sono quelli che compongono il Molise. I luoghi, cioè i punti dai quali ripartire per ridare voce e spazio ai valori che più ci appartengono, quali: la bellezza, la bontà, la diversità, la solidarietà, la reciprocità, la convivialità, l’appartenenza, l’identità. I luoghi, ovvero i territori che insieme con questi valori esprimono le risorse primarie di madre natura, quelle vitali, quali l’aria, l’acqua e il cibo, oggi, più che mai, strategiche per lo sviluppo di cui ha bisogno il Molise di domani.
Il Molise, il luogo dei luoghi per eccellenza, con elementi in più - rispetto agli altri del Paese - di fragilità, non tanto dovuti alle sue dimensioni, ma a una classe “politica”, me compreso, e, anche, dirigente, non sempre all’altezza del compito. Soprattutto in questo inizio di terzo millennio con i suoi quattro governi segnati dall’alternanza e dalla totale assenza della politica Un vuoto che riguarda il governo, ma, ancor più l’opposizione, del tutto inesistente in questo tempo dell’alternanza. Una specie di gioco perverso per una Regione che ha perso molto delle sue potenzialità espresse da “arretratezze”, come la ruralità e la biodiversità; l’agricoltura e le sue piccole e medie aziende, l’artigianato e il ricco tessuto dei piccoli esercizi commerciali, nel segno dello strapotere dei centri commerciali, causa prima dell’abbandono dei luoghi.
Ha perso, anche, gli ospedali e i servizi primari che spettano alla sanità dare, e, sopratutto, tanto del suo domani con le partenze continue di molti dei suoi giovani costretti ad andare altrove, lontano.
Si può dire, a giusta ragione, che dopo 20anni di governi segnati dall’alternanza, il Molise, anche per mancanza di un piano, naviga a vista e, con il suo territorio attaccato da ogni parte, rischia, da un momento all’altro di andare a sbattere.
Sta in questa semplice constatazione – sapendo per certo che la quasi totalità di chi siede in Consiglio regionale si ricandiderà, invece di andare a casa - la necessità urgente di un’alternativa al gioco dell’alternanza, in modo da evitare altri disastri e, con essi, la fine di un’esperienza, quella di un Molise regione, che, nel bene e nel male, dura da 59 anni.
Non è più tempo di chiacchiere e nemmeno quello di gridare, ognuno dalla propria finestra o balcone, ma di scendere in strada, darsi la mano e fare di mille e mille voci un coro, perché anche quelli rimasti chiusi in casa possano sentire e, così, capire che è finito il tempo dell’attesa di un mondo migliore solo per volontà di chi oggi lo governa.
Serve dare continuità e forza ai segnali ultimi dati, nel Molise, da movimenti, associazioni, singole persone, che, a vario titolo, si sono espressi contro le scelte dei governi che si sono alternati in regione, e, stare insieme per ragionare, lottare, costruire un’alternativa all’attuale situazione che ha reso ancora più piccolo e più fragile le ali di questa nostra stupenda farfalla.
Riappropriarsi della politica è fondamentale, come lo è la consapevolezza del bisogno di lottare per azzerare l’alternanza e, non solo, per aggregare le persone e renderle protagoniste dei progetti, piani, strategie che aprono a quel nuovo domani di cui il Molise ha urgente bisogno.
Sta qui la necessità di trovare subito il filo che tiene insieme la rete delle associazioni e dei movimenti , e, con esso, il bandolo, indispensabile per sciogliere la matassa imbrogliata della situazione molisana.
Resta il problema del tempo perso e della difficoltà di recuperare almeno una parte di esso, quello che serve per costruire un percorso alternativo a quello attuale, che porta a tagliare i traguardi del domani, evitando così di cadere nel baratro.
È una vita che lotto e continuerò a farlo.
RispondiEliminamai fermarsi. Oggi più mai
RispondiEliminaSono d'accordo Pasquale, riappropriarsi della politica è fondamentale, "scendere in strada, darsi la mano e fare di mille e mille voci un coro, perché anche quelli rimasti chiusi in casa possano sentire ...." è fondamentale!
RispondiEliminaMi rimane solo un dubbio, siamo pronti a scrivere nero su bianco il piano energetico del Molise? Siamo pronti a scrivere mappale e particella dove si possono insediare le pale eoliche e dove no? Siamo pronti a scrivere che Legambiente e WWF che prendono SVARIATI milioni di euro di 5x1000 devono provvedere all'alimentazione della fauna selvatica in specifiche riserve ben disegnate in campagna elettorale, affinchè cinghiali e caprioli non dilaghino per tutto il Molise, devastando ed uccidendo? Cosa scriveremo sulla sanità? Possiamo scrivere che deve essere tolta la A di azienda e messa una S ed una P nel senso di "SPReM" Servizio Pubblico Regionale Molise ? Siamo pronti a voler curare senza le convenzioni private?
Non posso mancare di chiedere a me stesso: Siamo pronti a scrivere in programma che aboliremo tutte le maledette "zone SIC" e vincoli paesaggistici che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia delle nostre dettagliate peculiarità territoriali ma imbavagliano l'economia del nostro territorio lasciandolo solo sconosciuto e non permettendo investimenti se non solo sulle nomine di funzionari che solo per mancanza di confini di queste zone se ne fregano di valorizzare il territorio che noi tanto amiamo???
Credimi amico mio non sono domande che vogliano contrastare le tue belle pagine di incitamento al sano cambiamento; sono interrogativi alla mia stessa coscienza se non alla consapevolezza che molti giovani che scappano se ne fregano di queste domande e tornano in Molise solo per partecipare alle "cenette" dei capi bastone foraggiati da assessori e parlamentari che hanno fatto ricchezze seduti ad uno scranno e per questo si ricandideranno!
Ciò che succede nel Molise succede in tutto questo nostro bel Paese. La politica vera, quella bella fatta di discussioni, incontri, ascolti, condivisioni purtroppo è mutata
RispondiEliminaDa anni domina quella autoreferenziale, quella dell'io. Il bene comune è ROBA STRANA. Si usa si getta così pure le anime, i pensieri, le volontà, le idee. La resa? No questa mai
Allora proviamoci a ricominciare a tirare fuori i valori tutti insieme
Chi sa forse riusciremo a farci rappresentare da uomini e donne competenti, innamorati dei territori vicini a tutti coloro che hanno di meno.