Aprite le orecchie, in nome di tutti i venti
di Pasquale Di Lena.... dieci anni fa.. Teatro Naturale.. Cultura 28/01/2012
La tristezza, le Cassandre. Sono pochi quelli che ancora ascoltano i venti. Eppure la crisi è anche frutto dell’incapacità di ascolto, oltre che di un limite nel porre lo sguardo al futuro.
Riporto quanto mi ha raccontato la Bora ("a vòreie" dialetto larinese), un vento noto anche nel mio Molise, che è anche un attento lettore di Teatro Naturale. Una riflessione rispondente al momento che viviamo, che fa capire come il periodo che ha portato alla crisi è anche frutto d’incapacità di ascolto oltre che di un limite nel porre lo sguardo nel futuro.
La tristezza che vivono le Cassandre è che nessuno le ascolta. È così che tutte le volte devono ripetere “noi l’avevamo detto”. Anche a noi venti, come alle Cassandre - ha detto la Bora - capita di vivere questa tristezza, avendo, la fortuna o sventura, di arrivare, prima degli altri, su un fatto accaduto.
Tutto questo grazie alle ali dei sogni che ricordano più quelle degli aquiloni che degli uccelli.
I sogni - come sanno bene tutti i venti, le Cassandre e gli stessi sognatori - sono capaci di attraversare mari e monti; raggiungere la luna in qualsiasi momento, quando è piena e, anche, quando è gobba, non importa se a levante o a ponente, le stesse stelle, pure quelle lontane milioni di anni luce. Sono i soli in grado di entrare nel cuore dell’amore che della vita è l’unico vero grande motore.
È il soffio il nostro carburante, quello che ci aiuta a volare, ma non solo, anche a pulire i luoghi dalle cose morte, consumate, e, viceversa, a dar vita a nuovi semi e a nuovi frutti in modo da far spuntare l’arcobaleno con tutti i suoi splendidi colori. Come le api e altri insetti con i quali noi vènti, collaboriamo per dare continuità alla natura e forza alla biodiversità.
Ma - è con grande amarezza che confessiamo questo nostro stato d’animo- da tempo, e sempre più spesso, sbuffiamo invece di soffiare, certamente perché insoddisfatti del nostro ruolo stravolto dalla miseria degli uomini e dalla stupidità.
Sono pochi quelli che ancora ci ascoltano, con la stragrande maggioranza che ci deride e ci maltratta e, ciò che è peggio, tenta di tagliarci le ali dei sogni che ricordano, come prima dicevamo, quelle degli aquiloni.
Noi - parlo a nome di tutti i venti – siamo convinti che quest’atteggiamento, se continua, porta verso baratri e, questa volta, diversamente dal passato, difficili da risalire perché ciò che un tempo sembrava illimitato ora è finito.
Una verità, questa, di cui ognuno deve prendere atto per poter programmare un nuovo cammino, da fare insieme lasciandosi guidare dal rispetto per sé e per gli altri.
Vogliamo credere che questa volta la nostra raccomandazione sia ascoltata anche per non essere domani costretti a dire, come tutte le brave Cassandre, noi ve l’avevamo detto!
Anche noi venti – lo confessiamo – a furia di ripeterci ci annoiamo e la noia, come si sa, è la bestia nera dei sogni come la stupidità.
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