Il cortometraggio “Gocce”a The Last Twenty, "summit dal basso",

Borgotufi (Castel del Giudice), il 18 settembre, ha ospitato il cortometraggio “Gocce” di Simone D’Angelo, prodotto dalla Onlus Kairos da un progetto di Nicola Malorni, psicologo analista e vice presidente dell’Associazione Nazionale delle Città dell’olio. Cofinanziato da Regione Molise nell’ambito del bando Turismo è Cultura 2020, il film che sperimenta in Italia il primo format di cinema sociale e olivicoltura sociale per la promozione turistica del territorio e al contempo per la prevenzione delle violenze di genere, è alla sua quarta tappa regionale. La partecipazione di Gocce
, riservato agli ultimi della Terra, è stata voluta dagli organizzatori che, conosciuta la storia di Fausto (l’olivo fortunato bruciato da un fulmine e recuperato da Kairós) ha riconosciuto attiguità simboliche utili alla profilazione del messaggio di pace e solidarietà che il summit intende diffondere in Italia e nel mondo. A Borgotufi l’Ulivo di Guardialfiera, ormai simbolo dell’olivicoltura sociale in Italia, ha metaforicamente accolto, nella voragine aperta nel suo petto dal fulmine, anche gli "ultimi" della Terra, coloro che sono afflitti da fame, miseria, guerre. A testimoniare la forza del messaggio simbolico di Fausto, coprotagonista arboreo del film di Simone D’Angelo, anche le parole di gratitudine di suor Elvira Tutolo, missionaria in Repubblica Centrafricana: il racconto di Nicola Malorni della scoperta dell’albero fulminato e la descrizione dei tratti psicologici di una storia di resilienza che oggi interessa non solo le donne vittime di violenza, ma anche persone con disabilità o condannati ed ex tossicodipendenti, ha incontrato una profonda risonanza nel vissuto della missionaria di origini termolesi: “Questa storia di questo ulivo e la descrizione che hai fatto” - ha affermato rivolgendosi allo psicologo - “ della capacità di rinascere da un incendio, della vita che sconfigge la morte, mi ha fatto provare una grande emozione e mi ha ricordato i bambini soldato in Africa e le nostre attività con loro. Un giorno le palme di cui ci occupiamo con attività agricole, proprio come il vostro albero, furono devastate da un incendio. Provai una grande gioia quando vidi rinascere anche io la vita dopo l’incendio, fu per me un messaggio di speranza proprio come quello di quest’albero per le persone di cui vi occupate!” A Castel Del Giudice, dunque, un corale apprezzamento per Gocce da parte degli ospiti presenti che, fino a tarda serata, nonostante la stanchezza derivante dai numerosi incontri e tavoli tematici che il summit prevede, si sono confrontati con lo psicologo Malorni, il Regista D’Angelo e la psicoterapeuta Desiree Mancinone, esperta di trattamenti di donne vittime di violenza. Tra gli altri ospiti anche il Sindaco di Castel del Giudice Lino Gentile; Dino Angelaccio (presidente dell’ITRIA - Itinerari Turistico-Religiosi Interculturali Accessibili); l'attrice Ira Frontén, ideatrice degli “Italian Black Movie Awards”; Godwin Chukwu, Presidente FeDai Federazione delle Diaspore Africane. Il commento di Simone D’Angelo: “Ricevere il plauso sincero di un pubblico selezionato, è, per chi fa arte, linfa per poter alimentare la creatività. Ieri sera a Borgotufi è accaduto ancora. La forza di Eva con l’aiuto di Fausto è arrivata al pubblico, lo stesso che mi ha donato più di quello che ho voluto dare con Gocce. Nessun essere umano dovrebbe subire violenza, ma quando accade bisognerebbe trovare la forza di reagire. E ognuno di noi ha il compito di facilitare questo processo in chi la subisce, anche attraverso il linguaggio incisivo delle immagini e del cinema. Su questo concetto si sono incontrate le opinioni e le storie di donne e uomini presenti in sala, alcuni hanno trovato la forza di reagire, altri hanno preferito fare scelte diverse. Come ci ha testimoniato una scrittrice presente all’evento, che sottolineava la delicatezza con cui Gocce tratta un tema difficile, spesso rappresentato in forma eccessiva, perdendo di vista la violenza psicologica che per certi versi è più diffusa e subdola, aggiungendo che l’arte può salvarci dopo un trauma. E le immagini - come ricorda spesso Nicola Malorni - possono essere terapeutiche perchè traducono le emozioni e i vissuti prima che le parole possano trovare lo spazio in un racconto o in una denuncia. Cambiare strada quando serve - questo è il nostro messaggio. E spesso sono le immagini a indicare la via per la salvezza. Perché non c’è libertà senza scelta. La scelta è la quintessenza della condizione umana, il luogo dove l’essere umano definisce ed esprime la propria natura. Eva, la protagonista di Gocce, ritrova se stessa nel momento in cui recupera la sua capacità di scegliere, e lo fa davanti allo specchio, davanti alla sua immagine riflessa, ma anche grazie al riaffiorare di immagini che riguardano la sua infanzia, quelle che le permettono una riscoperta delle proprie radici: elementi universali come l’olio e il pane diventano strumenti in grado di dischiudere le porte della memoria, consentendo l’accesso alla parte più autentica, naturale e vera di se stessa. Per me è stato molto importante il commento di Suor Elvira Tutolo che conferma la grande forza che la natura può rappresentare nella vita dell’uomo trovando similitudini tra la vita di Fausto , l’olivo fortunato, e il recupero di palme incendiate da cui è scaturita una storia di resilienza di bambini soldato” The Last Twenty è anche questo: storie che si incrociano con i silenzi di Eva e producono grande rumore necessario per fare sempre di più sul tema delle violenze e delle disuguaglianze, come ha sottolineato anche l’Attrice Ira Frontèn, di cui la psicoterapeuta Desiree Mancinone, vice presidente di Kairos , ha riportato: "L'attrice ci ha regalato un contributo prezioso con la sua denuncia di un'altra faccia delle discriminazioni e violenze di genere, quella che riguarda le donne lavoratrici del mondo dello spettacolo, e che con l'associazione Amleta di cui fa parte combattono quotidianamente, per eliminare disparità, discriminazioni e violenza dal mondo dello spettacolo. Un impegno portato avanti con passione e determinazione, tanto da ricevere il premio Amnesty International "Arte e Diritti Umani 2021", assegnato ogni anno a chi, nell'ambito dello spettacolo, ha contribuito a sensibilizzare e a mobilitare l’opinione pubblica in favore della difesa dei diritti umani." Un’analisi a 360 gradi, dunque, sulle parti più fragili dell’umanità, per ribadire che il mondo si può cambiare con scelte consapevoli e non solo dall’alto.

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