TRA GLI OLIVI DI JOVINE

di Pasquale Di Bello
Kairos. In greco antico è la parola che descrive il "tempo qualitativo", quello che si distingue dal tempo cronologico: Chronos. La differenza è sostanziale: col secondo contiamo la sequenza del tempo, gli appuntamenti i giorni che aggiungiamo alla nostra vita; con il primo la qualità del nostro tempo, la capacità di cogliere i momenti supremi della nostra esistenza (è il carpe diem latino), la vita che aggiungiamo ai giorni. Del tempo, della qualità del tempo, del nostos e dell'algos, del viaggio di ritorno e del dolore, delle bellezza che hanno le cicatrici asciugate dal sole, della guarigione che generano gli archetipi e la cosapevolezza. Di tutte queste cose si è parlato sabato a Guardialfiera, immersi in quelle Terre del Sacramento che furono di Francesco Jovine, sui passi dei contadini, tra gli olivi maestosi, secolari, eterni. Lo faremo in occasione della proiezione di "Gocce", il cortometraggio realizzato dal regista Simone D'Angelo insieme allo psicologo e psicoterapeuta Nicola Malorni. Si é parlato anche di Bob Dylan e di Leonard Cohen, che hanno fatto da lievito alla conversazione. La cultura e la bellezza vanno sempre insieme e, come fosse un macramè, le storie si intrecciano, si annodano e quello che sembrava lontano ad un tratto diventa vicino.
da Termolionline............................................................................................................................................ Fausto di Guardialfiera: dall’incendio nell'uliveto al Cinema sociale Hanno tenuto alta l’attenzione di una platea gremita di cittadini e turisti la sera del 14 agosto appena scorso per circa un'ora, il giornalista Pasquale Di Bello, il regista Simone D'Angelo e lo psicologo analista Nicola Malorni. Insieme hanno sperimentato un format originale, e per alcuni aspetti inedito, di conversazione su temi che non si è abituati a trattare insieme: olivicoltura, violenze di genere, fisica quantistica, psicoanalisi junghiana, cinema sociale, turismo dell’olio e psicologia archetipica dell’Olivo. È accaduto con la presentazione, voluta dall'amministrazione comunale di Guardialfiera e dal Centro Studi Molise, di "Gocce", il film breve di Simone D’Angelo, prodotto dalla Cooperativa sociale Kairos di Termoli. Il valore straordinario dell'ultima opera cinematografica del regista molisano sta nell'aver sperimentato un'inedita sintassi capace, grazie al potere polisemico delle immagini, di coniugare cultura, turismo, psicoanalisi junghiana e politiche sociali: a beneficiarne i cittadini del piccolo borgo basso molisano e gli "ospiti" - così ama definire i turisti il primo cittadino Vincenzo Tozzi -, accorsi numerosi perchè questa era la terza tappa di presentazione del tour molisano di “Gocce” nato nell'alveo del bando regionale Turismo è Cultura 2020, già presentato in anteprima regionale a Termoli e a Molise Cinema, e non volevano perdersi , per nessuna ragione, i diciotto minuti di emozioni regalate dalla storia di rinascita della giovane Eva, vittima di violenza psicologica in seno ad una relazione affettiva patologica, incarnata nel cortometraggio dall’attrice romana Noemi Bordi. Ma la proiezione di Gocce è stata incorniciata dalla conversazione dei tre ospiti dell'Amministrazione guardiese e del Centro Studi Molise sull'importanza della vocazione turistica della regione "che esiste eccome", con le sue tradizioni millenarie e le sue bellezze paesaggistiche, il cui potere terapeutico è stato reso evidente in epoca Covid grazie all'affluenza di migliaia tra turisti ed escursionisti, media nazionali, studiosi del turismo lento, sensoriale, esperienziale. E proprio Guardialfiera, piccolo borgo che vanta i natali di uno dei più celebri scrittori del '900, si è rivelata, nello scambio tra i tre interlocutori, custode di un potenziale turistico ancora poco espresso e che è proprio di tutto il Molise. Simone D’Angelo ha trasformato l’area boschiva e un uliveto di Guardialfiera in un set cinematografico grazie ad un paesaggio che - ha affermato - potrebbe essere attenzionato anche dal Cinema internazionale. Nicola Malorni, nella duplice veste di presidente della Kairos e di Vice presidente dell’Associazione nazionale delle Città dell’Olio, ha ribadito l’importanza della cura dei territori che sono spesso trascurati, sfruttati e persino violentati come gli esseri umani e come Fausto, il co - protagonista principale insieme alla giovane Eva, un ulivo guardiese di cent'anni appena compiuti, che a seguito di un incendio divampato nell’uliveto di Guardialfiera a causa di un fulmine, si è trasformato in un simbolo vivente di resilienza e di rinascita. È la stessa Associazione Nazionale delle Città dell’Olio a valorizzarne, in un periodo di massima attenzione verso il rischio di incendi, il potere comunicativo, ponendo l’albero fortunato Fausto al centro delle proprie attività programmatiche di prevenzione dell’abbandono degli uliveti e di promozione dell'olivicoltura in Italia. Oggi Fausto ha anche una pagina Facebook, è visitato da curiosi e spesso viene immortalato con selfie e immagini che lo ritraggono trionfante con il petto carbonizzato squarciato dal fulmine e … un rametto verde al lato, immagine simbolica che - ci rivela Nicola Malorni - il regista ha voluto valorizzare in quanto appunto “vita che rinasce dalle feritorie della sofferenza e della perdita". --

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