Pensare al futuro guardando al passato recuperando il concetto di sovranità alimentare

TEATRO NATURALE, Editoriale di Pasquale Di Lena
Pensare al futuro guardando al passato recuperando il concetto di sovranità alimentare C'è bisogno di una nuova armonia tra territorio, ambiente ed essere umano che parta dall'agricoltura. Siamo nella società dell'opulenza eppure conviviamo con tantissimi problemi di salute nostra e della Terra. Sono un’infinità le azioni che devono ancora mettere in atto i governi per recuperare i danni che hanno portato alla situazione pesante e, in molte parti del mondo, drammatica che vive l’ambiente e, con esso, il clima, e, tante quelle che possiamo e dobbiamo fare noi per riconciliarci con l’ambiente, la natura, e ritrovare insieme l’equilibrio che manca per un tipo di sviluppo, ormai fallito, perché depreda e distrugge quello che il globo ha ed in grado di dare. Avere la consapevolezza della situazione e agire di conseguenza è importante perché ci dà la forza di chiedere a chi ha il dovere e il compito di governare di fare le scelte più adeguate per ridare all’ambiente e al clima quella pace che da tempo più non hanno. La salvaguardia e tutela del territorio e, con esso, di un’agricoltura che non distrugge il suolo e la sua fertilità, ma lo preserva, lo cura, affidando alla sostanza organica, alla pratica della rotazione e dell’avvicendamento, al rispetto delle stagioni il mantenimento della stessa e, insieme, la produzione di cibo naturale, bio, che alimenta la salute, la nostra e quella dell’ambiente.
La scelta di un prodotto bio non è, così, il risultato di una moda, ma di uno stile di vita che rimette al centro l’alimentazione corretta e sana, soprattutto là dove domina lo spreco, e, il mangiare è la conseguenza della fretta e di un cibo, non a caso conosciuto come spazzatura, che porta a convivere con problemi di salute, costi di tempo, di denaro e di tranquillità per noi singoli cittadini, e, costi enormi, soprattutto ambientali, per la società. Il riferimento è alla società del benessere (spreco) che noi viviamo e non a quella che è segnata dalla povertà e dalla fame, che apre a riflessioni del tutto differenti e ancora più drammatiche, quali il numero di morti, l’allargamento della forbice della disuguaglianza, la necessità di migrare e, così, abbandonare il proprio territorio e, con esso, perdere tutta o in parte la propria identità. Tornare alla Dieta Mediterranea, uno stile di vita e un modo di mangiare cibi che si conciliano con la salute, è un giusto modo per riconquistare il piacere della tavola, del convivio, e, nel contempo, il gusto della bontà e della diversità messo a disposizione da una terra ben coltivata, lontana dall’uso di veleni che sono tanta parte della riduzione drastica della biodiversità. In pratica, violenza alla natura e sue possibili, del tutto giustificate, reazioni, non sempre – vedi Covid - belle per gli esseri umani che abitano la Terra, che ha la forma di una palla, di un globo. Uno e non due o tanti come è nella mente dei neoliberisti che lo stanno distruggendo, e ciò che ancora peggio, coscientemente. Tornare in pratica al consumo dei prodotti freschi dell’orto legati alle stagioni, come gli ortaggi; i legumi, per rendere la carne un piacere da godere di tanto in tanto; i piatti a base di cereali; la frutta secca; il pescato; i salumi ed i formaggi, e, riproporre, per quanto è possibile, la regola di cambiare secondo i giorni della settimana per vivere il piacere della diversità. Il tutto facendo tesoro di quel filo conduttore, proprio di questo modo di mangiare, che è l’olio extravergine delle preziose olive dei nostri magnifici ulivi, protagonisti assoluti di paesaggi unici nella quasi totalità delle Regioni del nostro incantevole Paese. Mai - è un consiglio che mi piace sempre dare - dimenticare a pranzo e a cena un buon bicchiere di vino per godere i riflessi dei suoi colori e gustare i profumi e i sapori espressi dalla spremitura dell’uva, il frutto della vite. Non dimenticare, soprattutto, una passeggiata, l’uso della bicicletta o altro esercizio fisico; la conoscenza che può dare il dialogo, lo studio o la lettura di un libro, la stessa televisione, soprattutto quella pubblica, se messa nelle mani di chi ha a cuore questo valore, che è tale, se alimenta la conoscenza e educa, oltre che intrattenere. La conoscenza, quella che caratterizza già il presente e che, ancor più, segnerà il futuro dell’umanità. Affidarsi, sempre più, alla conoscenza per essere, con la politica, oggi annullata dal denaro, di nuovo i protagonisti del “governo della città”, e, facendo tesoro, degli errori del passato, pensare al futuro riallacciando il filo spezzato qualche decennio fa con l’entrata i campo del neoliberismo. Pensare al futuro guardando al passato è il solo modo per avere un futuro migliore del passato, ma questo il neoliberismo non lo sa e non lo vuole sapere, preso com’è dall’adorazione permanente del suo dio onnipotente, il denaro. Queste brevi riflessioni a cavallo del 5 e 7 di giugno u.s., i giorni dedicati: il primo alla Giornata mondiale dell’Ambiente e il secondo, con la parola d’ordine “Cibo sicuro ora, per un domani sano”, a quella della Sicurezza Alimentare, strategica per il futuro della popolazione mondiale, che, però, è possibile solo se si afferma la Sovranità Alimentare, cioè il diritto dei popoli ad avere accesso a un cibo sicuro (sono 700 milioni - nella gran parte bambini - le persone che nel mondo soffrono la fame); sano e nutriente (600 milioni i casi di malattie di origine alimentare e 420 mila le persone che muoiono per aver ingerito cibo contaminato). Il diritto, anche, per ogni comunità, a definire, i propri sistemi alimentari e modelli di agricoltura, dando priorità all’economia e ai mercati locali e nazionali e privilegiando il consumo di alimenti basati sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. In poche parole una Sovranità alimentare che rimette al centro dello sviluppo quello che è sempre stato il settore primario, l’agricoltura, per ridare allo sviluppo il senso del domani e non dell’oggi per l’oggi, solo e tutto per il denaro.................................................................................................................. Carissimo PASQUALE Che bel testo!
Nel leggere questa tua ultima elaborazione ”Pensare al futuro guardando al passato recuperando il concetto di alimentare” sono letteralmente catapultato in una narrazione in cui si scopre l’empatia relazionale tra lo scrittore e madre terra. Il linguaggio testuale carico di suggestioni esprime sintonie, la totalità è compresenza tra melodie antiche, terra, acqua, vento, sole e cielo, vite e vissuti che s’intrecciano in una dolce e felice fusione. Un sogno ad occhi aperti che rivede un lontano e sedimentato passato e si mostra nei fasti di ecosistemi e di equilibri che ne esaltano la bellezza. Territorio, Natura, Ambiente, Essere Umano, Culture e Lavoro, ritornano nel rispetto fusionale che è sintesi e contemplazione di opere laboriose rispettose di se e dei mondi vitali. La poesia si fa conoscenza profonda di saperi e con leggerezza coinvolgente s’inoltra sui sentieri di natura e umanità tesi in un dialogo fecondo. Il filo spezzato del neoliberismo presenta un conto amaro. Infatti si constata la realtà con le devastazioni, le risorse rubate, il cambiamento climatico, la rottura di quell’osmosi necessaria per alimentare mondi viventi interagenti. L’invisibile si palesa con rotture violente, devastazioni, interruzioni, virus che suscitano smarrimento e sospensioni. La passeggiata si presenta come opportunità, luogo ideale per riprendersi la vita, abbeverarsi al tempio della conoscenza vera per riscoprirsi e riscoprire insieme. Oltre gli schemi ormai logori di autoreferenzialità, manipolazione e omologazione autoritaria della piccola politica. E’ nel dialogo fitto e appassionato, la leggerezza appare con i tempi dell’universale cammino di vita ritrovati, il richiamo e il dolce risveglio in compagnia di sintonie, armonie e melodie di mondi viventi. Scrivere così un libro nuovo, strada facendo, un viaggio come insieme dell’umanità e del pianeta. E’ la POLITICA, quella vera capace della fatica quotidiana di essere democratica, visibile, trasparente e partecipata. Cooperazione vera delle comunità per il bene comune universale. Insieme con idee e progetti oltre barriere e confini artificiali, il pianeta è uno e va curato, amato e preservato. Senza dimenticare, la lezione di Massimo Fagioli del 2010 sull’istinto di morte tanto caro alle destre. “L’istinto di morte come pulsione di annullamento. Cioè rendere non esistente. E’ un fatto prettamente psichico. Anche se c’è l’ipotesi che sia diventato un fatto politico con il nazismo. Per cui le persone non vanno distrutte, vanno fatte sparire, eliminate, rese non esistenti”. L’umanità è una con i colori, sguardi e volti che disegnano l’arcobaleno con la visione progettuale e la bellezza di cooperazione per la salvezza dell’umanità. Carissimo Pasquale, dal tuo felice argomentare, seguono le sollecitazioni alla condivisione. La simbiosi del dialogo serrato con madre terra ha visto una ricomposizione magistrale di relazioni rispettose di ecosistemi e interdipendenze. La tua autenticità e sensibilità ha reso possibile una creatività libera in una dimensione in cui si dipana il teatro naturale della vita, la rinascita con soggetti molteplici vivi e dinamici che si pongono nella verità dialogante di un viaggio riscoperto. GRAZIE! Con affetto e stima Emilio
Emilio D'Ambrosio, persona a me cara perchè: di Larino, mio vicino di casa, quella dove sono nato e dove ho vissuto la mia infanzia; non ancora ragazzo emigrato con tutta la famiglia in Lombardia; da sempre impegnato, in fabbrica e nai quartieri, in parrocchia e in consiglio comunale, in una associazione o nel partito, da Pioltello a Crema, nei luoghi dove è vissuto e vive; studioso e autore di un libro autobiografico "Frammenti di storia - Un viaggio tra sentimenti, emozioni e solidarietà", molto bello e interessante perchè storia di un viaggio fatto da migliaia e migliaia di persone, di un adattamento senza cedimento; di una voglia di sapere per poi dare, di un vissuto all'insegna della partecipazione, della solidarietà, del rispetto dei valori in un tempo in cui venivano stracciati da uno sviluppo all'insegna del consumismo spietato, contro l'umanità e il suo regno, la natura. Un grazie a questo amico per il suo commento così ricco di belle parole e di riflessioni da me pienamente condivise. Emilio è l'autore, anche, di un ebook "Alba e Tramonto", in cui affronta un tema che ci fa paura, la morte, la non vita o "la fine della vita", che, però, accoglie e raccoglie il vissuto di una persona. Ancora grazie mio caro Emilio e a presto qui a Larino, nella nostra via Circonvallazione.

Commenti

  1. Bravo Pasquale, tu sei sempre un passo più avanti di tutti noi

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    1. Ho appena finito di tagliare l'erba del minuto prato e del piccolo viale e mi son visto rosso in viso dopo aver letto questo tuo complimento che mi onora. Detto da te, mia cara amica, ancor di più.. Un grande abbraccio a te ed ai tuoi cari. A tua madre in particolare. Passa qualche volta nel Molise e vienimi a trovare. ti presenterò i miei "Gentili" olivi.

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  2. Sagge parole caro Pasquale. La salute dell’umanità e il benessere della natura sono una sola cosa. La rivoluzione della chimica di sintesi è stato uno dei regali più velenosi del pianeta. Grazie, perché hai la rara capacità di contrastare il male con la poesia del bello e del buono.

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    1. Grazie a te Famiano per questue tue belle parole che mi onorano. Continuo a sognare un paese dove tutti lavorano il tempo necessario che serve per avere gratis il diritto alla conoscenza e alla salute, alla bellezza, alla musica, all'arte, alla educazine dei figli, all'mbiente e al cibo sano. Nessuno ha il diritto di sfruttare l'altro o di approfittare dell'altro. Una società dove non esiste il denaro, ma lo scambio dei diversi saperi e interessi, soprattutto della serenità e della voglia di costruire insieme il domani. Senza draghi e senza i padroni che li tengono al guinzaglio.

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    2. Caro Pasquale mi ricordi uno dei testi di Marx che in gioventù ho più amato. I Manoscritti economico filosofici. A fine Giugno vengo in Molise.

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    3. Mi sento ancora più piccolo di quanto sono. Grazie Famiano. Quando vieni sai che la Casa è aperta ai parenti, agli amici, ai curiosi del Molise e dei suoi oli, agli amanti del buono e del bello, e, soprattutto a chi ha letto i Manoscritti eeconomico filosofici dell'immenso Karl Marx. Ti aspetto.

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  3. Sagge parole caro Pasquale. La salute dell’umanità e il benessere della natura sono una sola cosa. La rivoluzione della chimica di sintesi è stato uno dei regali più velenosi del pianeta. Grazie, perché hai la rara capacità di contrastare il male con la poesia del bello e del buono.

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  4. Sempre sul pezzo Pasquale che ricorda a tutti noi l'importanza del territorio che è un bene da tutelare e amare

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  5. caro pasquale, qualche centinaio di migliaia di insegnanti come te e le nuove generazioni potrebbero cambiare il marciume di oggi.ti auguro una Felice Domenica

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    1. Un bel complimento Giampiero che mi onora e, nel contempo, mi sprona a continuare a riflettere e comunicare. Un caro saluto.

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