NO ALLE GIGANTESCHE PALE EOLICHE

di Pasquale Di Lena Pubbblicato su il mensile la fonte di luglio/agosto n° 221, in edicola
Ricevo dalla redazione de “la Fonte” la posizione –da me presa in prestito come titolo di questa nota - del presidente del “Comitato per la Salvaguardia del Territorio Molisano”, Mons. Nicolino Pietrantonio che racconta la sua partecipazione, il giorno 5 giugno u.s., al Convegno sulle Comunità Energetiche, organizzato dal Biomolise Distretto Frentano, e, sottolinea la necessità di una “Comunità Energetica del Basso Molise”. Una questione rilevante e di grande attualità, che tocca l’intero territorio molisano e, non solo, i mille e mille territori di un Paese che, con le ultime decisioni riguardanti la tanto decantata transizione ecologica, che dà ampio spazio a chi vuole approfittare per imbrattare ancor di più i valori dei nostri territori, come la bellezza e l’ambiente, e, ancor di più le sue preziose risorse. In primo luogo la terra che, grazie all’attività nata diecimila anni fa, l’agricoltura, ha sempre visto l’essere coltivatore, con la sua passione e la sua intelligenza, il grande e solo protagonista, che quello oggi la macchina vuole sostituire per distruggere la vita che anima il suolo, la fertilità, cioè la fonte del cibo, la primaria energia rinnovabile, quella di cui non se ne può fare a meno perché vita. Non prendere atto della priorità delle priorità delle energie rinnovabili, il cibo, vuol dire non dare priorità alla vita e ciò è possibile solo con le scelte politiche e di governo a trazione neoliberista, le tante che, da tempo, stanno riducendo a poca cosa l’umanità e il globo. A partire - parlando del nostro Paese - dal momento in cui è iniziato quel processo di uso e abuso del territorio e, soprattutto, quando questo bene, da sempre comune, è diventato, non a caso, un bene nelle mani di privati e, come tale, oggetto di speculazione e di distruzione. Un cibo oltretutto - nel caso dei nostri territori - di qualità, visto che la gran parte dei prodotti sono certificati da un’indicazione geografica Dop o Igp, a significare che la qualità è nell’origine, appunto il territorio, e, come tali, alimenti fondamentali per la salute e il benessere di chi li consuma. Un incontro, purtroppo ristretto a pochi eletti, a testimoniare un vizio del Biodistretto, presieduto dal sindaco di Larino, di non coinvolgere i primari protagonisti di un percorso che ha come obiettivo la sostenibilità ambientale, i coltivatori di biologico, e, con essi, l’insieme dei cittadini che hanno bisogno di un ambiente sano. Un elemento quello della mobilitazione, ripreso e sottolineato dal presidente del “Comitato per la salvaguardia del territorio molisano”, Don Nicolino, quando scrive che “Serve una Comunità…una mobilitazione di cittadini che costruisca un muro democratico per fermare la prepotenza di chi vuole continuare a proporre progetti di sviluppo economico devastanti, insostenibili e lontani dal buon senso”. Progetti “volti a deturpare paesaggi, limitare produzioni agroalimentari di qualità, azzerare le attrattive turistiche dei litorali e delle colline con enormi pale eoliche e grandi distese di pannelli fotovoltaici”. Serve, e come, una comunità, come pure una mobilitazione, ma tutto questo è possibile se chi ha nelle proprie mani gli strumenti per farlo sa ch sono i protagonisti del proprio territorio e sa cos’è il significato e il valore del coinvolgimento, della partecipazione, e, soprattutto, della mobilitazione. Elementi fondamentali per affrontare i grandi processi di trasformazione di realtà, come pure di una cultura dominante nelle mani di un’informazione guidata da chi ha un solo interesse il denaro, incurante del valore e del significato del territorio e, ancor più, del domani. Sto pensando alla grande occasione persa dal Distretto BioMolise, quella di promuovere e coordinare i processi che sono nati per volontà di singoli o di gruppi, ne riporto due: un’olivicoltura molisana tutta bio, pensata da Luigi Di Majo e il Consorzio Tump, con altri diecimila ettari di olivi; il “Distretto bio della Pesca e delle Colline molisane”, con il primo in attesa dell’approvazione da parte della Regione e il secondo – una straordinaria novità a livello nazionale - che afferma il ruolo di laboratorio nazionale del Molise, con altri progetti che sono in procinto di partire, sempre all’insaputa del Distretto BioMolise, nato per realizzare un Molise tutto a trazione biologica e all’insegna della sostenibilità, dal mare alle catene montuose, che, con le colline, disegnano la “Farfalla Molise”. Quella colorata da un grande amico del Molise, Ro Marcenaro, per il logo “Piacere Molise”, oggi sostituito con un altro logo, che, però, non ha niente di Molise se non il modo per sprecare risorse pubbliche e, ciò che più fa rabbia, l’immagine bella del Molise, se “il suo territorio non verrà deturpato – come ben dice Don Nicolino, il presidente del neo Comitato - da enormi pale eoliche e grandi distese di pannelli solari”.............................................................v class="separator" style="clear: both;">
la fonte indice del numero di luglio/agosto 2021 http://www.lafonte.tv/ In questo numero: - il potere della parola umana di Rosalba Manes - amo il molise (Lettera aperta ai sovversivi per amore) di Antonio Di Lalla - foto: "scorcio" di Antonietta Parente - il perdono di Michele Tartaglia - il piacere di incontrarsi di Dario Carlone - pittura: 11 - 22 luglio 1996 Srebrenica di Antonio Scardocchia - territorio in vendita di Antonio Celio - comunità energetiche di Famiano Crucianelli - no alle megapale di Pasquale Di Lena - un secolo fa di Redazione - tutelare l'unicità del molise di Patrizia Manzo - pittura: "Bambino Migrante" di Ana Maria Erra Guevara - energia: dov'è il piano regionale? di Marcella Stumpo - Scatto d'autore: "San Felice Del Molise" di Guerino Trivisonno - la cura ludovico di Tina De Michele - storia di ordinario disservizio di Giuseppe La Serra - il gallo non canta di Rossano Pazzagli - due donne meravigliose di Christiane Barckhausen-Canale - la promessa nell'esilio di Claudio Cianfaglioni - tela: "LEM" di www.su-mi.org - estasi e dolore di Gaetano Jacobucci - destino e destinazione di Antonio De Lellis - il coraggio di avere coraggio di Gabriella de Lisio - ...e sparì la politica di Franco Pollutri - il muro e la tana di Franco Novelli - tra passato e futuro di Paolo De Stefanis - sotto lo stesso cielo di Lucia Berrino - essere padri in carcere di Anna Di Gregorio e Elvira Pellegrino - uva d'altura di Enzo Bacca - acqua: virtù e sprechi di Marco Branca - sostenibilità di Cantine D'Uva - stagioni stravolte di Angelo Sanzò - un calcio al passato di Fabio Vanni - samira, una madre di Enzo Bacca - distinguere il grano dal loglio di Gildo Giannotti - Pittura: "Stato d'animo" di Adolfo Stinziani - Come un'ombra nitida e leggera di Adolfo Stinziani - Scatto d'autore: "Gambatesa" di Guerino Trivisonno - la migliore politica di Silvio Malic - un treno per dante di Filomena Giannotti - fumano erba di Domenico D'Adamo editoriale amo il molise (Lettera aperta ai sovversivi per amore) - di Antonio Di Lalla a pag.3 Amo il Molise, la regione più sconosciuta e misconosciuta d’Italia, tanto che lo stesso presidente della giunta regionale, Donato Toma, per annunciare che finalmente era diventata zona bianca, ha postato il 30 maggio una foto di Barrea in Abruzzo e il presidente del consiglio regionale, Salvatore Micone, per non essere da meno, ha scritto che la Repubblica, quest’anno, ha compiuto 87 anni e, dunque, nel 1934, mentre il resto d’Italia viveva gli anni bui del fascismo, per noi era già democrazia. --

Commenti

  1. Pale eoliche quali benefici?

    Un dì non molto lontano mi trovavo nel punto più alto su uno dei colli dietro il santuario della “Madonna della difesa” di Casacalenda, respiravo l'aria di campagna, godevo dei colori e della magnificenza del paesaggio, in me si risvegliavano i sapori e il gusto della nostra tradizione, i cinque sensi mi coinvolgevano in questa riscoperta e legavo a quella vista la poesia del Leopardi L'Infinito.
    Poi un giorno, mi trovai di fronte all’imponenza di una di quelle pale e tutta la poesia e la magnificenza del paesaggio svanì, il respiro mi mancò.

    Mi chiedo a quali problemi potrebbe andare incontro chi dovrà viverci accanto anche se nel rispetto delle distanze fissate dalla legge, conseguenze per gli agricoltori, l’impatto visivo, l’inquinamento sonoro, minimo seppure pur sempre presente. Che effetto potrebbero avere sulla flora e fauna circostanti, come evitare incidenti ai volatili.

    Occorre rispettare il valore ecologico, naturale, paesaggistico del Molise, la sua cultura enogastronomica, l’olivicoltura, e le sue tradizioni.

    Nicola D’Ambrosio

    RispondiElimina
  2. Pienamente d'accordo con te Nicola. Non è facile spiegare il valore del paesaggio, cioè la bellezza, perchè per alcuni è scontata e per altri è lontana dal suo significato di emozione, nutrimento dell'animo, valore inestimabile, nel tempo in cui tutto viene rapportato al denaro. E tale è per chi le costruisce gigantesche e non piccole, per chi le installa, per chi dà il permesso e, ciò che è peggio, per il povero proprietario terriero nelle aree dell'osso che, disperato, trova nella svendita del suo terreno, una soluzione alla crisi che lo attanaglia, quella dell'agricoltira. I padroni, a differenza di tutti gli altri, pensano ....solo a come accumulare denaro. Un caro saluto. Non riesco a postare il tuo capolavoro "Infinito".

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch