La giornata mondiale della Terra

di Pasquale Di Lena
Oggi 22 Aprile la 51a edizione di una giornata, che vuol'essere, non una festa, ma un’occasione per riflettere sul momento difficile che la Terra vive e sulla necessità di ragionare insieme per bloccare un processo perdente, rimuovere le cause e trovare soluzioni valide per avviare un nuovo tipo di sviluppo, rispettoso dei beni che la Terra, con grande generosità, mette a disposizione dell’umanità. Mi torna in mente la notizia “il 22 Agosto u.s. la terra ha dato tutto quello che poteva dare”, diffusa dai media lo scorso anno e il riferimento era al mondo intero, con l’Italia che aveva anticipato a marzo il consumo delle risorse a disposizione. Una notizia, che, per la verità, non ha preoccupato i più e, per come stanno andando le cose in Italia e nel mondo, continua a non preoccupare. È importante insistere e far sapere che se si continua di questo passo quando il giorno da 22 Agosto passerà al 1° dell’anno, di terra ce ne vorranno due, che, come si sa, non ci sono. Si continua a distruggere foreste; a cementificare e ad asfaltare, ovunque, il territorio; ad aggravare la già difficile situazione del clima, sempre più malato, e dell’ambiente; a depredare risorse fondamentali come la biodiversità, la fertilità del suolo, cioè la fonte dell’energia, la sola vitale per l’uomo e gli animali, il cibo, che, sempre più, continua ad essere espressione di disuguaglianza e non un diritto per tutti. Un diritto umano dichiarato dall’Onu e più volte riaffermato, che, però, non trova l’attenzione sperata, venendo meno, così, l’affermazione della Sovranità alimentare, cioè la possibilità per ogni individuo, ogni popolo di decidere del proprio sistema alimentare e produttivo. Un sistema sempre più, purtroppo, nelle mani della finanza, le banche e le multinazionali. Una riflessione ricorrente in questo tempo sospeso della pandemia, che vale per noi e per tutti quelli che sentono il bisogno del cambiamento di una società nelle mani di un neoliberismo predatorio e distruttivo, che non ha il senso del limite, del finito. Nelle mani - come prima si diceva - della finanza che non riconosce più i confini, politico-geografici, nazionali; fa pagare alle masse e ai paesi subalterni le sue contraddizioni, le sue crisi, con un costo umano, economico ed ambientale, non più sostenibile. Un sistema che ruba, depreda, distrugge, ammazza, colluso con le mafie, tutto e solo per il profitto, il denaro, innalzato a dio onnipotente in questo tempo di miseria, di paure, di dolore e di morte. Un sistema che ci fa pagare le sue crisi a caro prezzo e, oggi, ci tiene nel baratro dove ci ha lasciato cadere per continuare nella sua azione distruttiva. Non più persone che pensano, parlano, amano, godono delle minute felicità, sognano, lavorano, inventano, ma numeri subordinati al volere di questi pochi spietati padroni. Il Covid, questo invisibile nemico, implacabile, non è una catastrofe naturale o una punizione del nostro Dio, ma l’esplosione della crisi del sistema, dopo la sua trista apparizione nel 2007/8. Un’aggressione, non a caso a livello globale (pandemia), con la terra che mostra ogni giorno di più le sofferenze causate da un clima sempre più malato per colpa delle nostre azioni - ci ritroviamo nella triste situazione di essere non solo vittime ma anche artefici (complici) delle azioni criminose del sistema – che hanno causato e stanno causando disastri di ogni tipo, in primo luogo la perdita della biodiversità, cioè della vita. Il Covid non è uguale per tutti, se è vero (solo per fare un esempio) che i 40 miliardari italiani hanno incassato venti miliardi in più nei primi 9 mesi del 2020 di fronte allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre sono peggiorate le condizioni di vita delle masse popolari, con la perdita di lavoro e di attività, un minor potere di acquisto, nuove paure, nuove disperazioni, ciò che fa dire che la salute e la stessa morte sono diverse per chi ha e chi non ha. Oggi, come non mai, c’è bisogno – nel rispetto delle distanze che il Covid richiede - di stare insieme, uniti, essere partigiani, cioè passione di donne e di uomini che ridanno alla politica la dignità persa per costruire un domani diverso, nuovo, all’insegna della libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà. La passione per la lotta, la realizzazione dei principi della nostra Costituzione, la grande eredità, la sola che abbiamo nelle mani e che ci spetta di trasmettere alle nuove generazioni. Si tratta di condividere con gli altri i sogni, e, insieme, trasformarli in idee, progetti, programmi. Si tratta di dare tutto quello che ognuno di noi ha e di spiegare ad altri la realtà che viviamo e, insieme, lottare per cambiarla. Non basta lamentarsi, c’è bisogno di fare, di agire e, per non sbagliare, di spiegare la causa che, tornando al discorso iniziale, sta impoverendo la Terra di risorse e di valori; ha reso il clima un malato grave; ridotto il patrimonio di biodiversità, cioè la vita. C’è bisogno di ricordare a chi sa solo distruggere e depredare che la Terra è una sola ed è di tutti, non una proprietà di fanatici del dio denaro.

Commenti

  1. Bella descrizione. Tutto vero. Vorrei essere onnipotente per un giorno, per trovare una soluzione.

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  2. Tutto condivisibile, da sostenere sempre e con forza. Mi permetto di dire che che addirittura meglio un usare mai più il termine "politica" ma tornare a parlare di buone usanze "buona creanza"; Non nominare mai più il termine "mafia" ma parlare solo di cittadini onesti che ripudiano la prepotenza da qualsiasi parte venga operata. Essere però uniti, si "partigiani" della libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà, della passione per la lotta, la realizzazione dei principi della nostra Costituzione.
    Penso che in quest'anno e poco più di pandemia non si sono celebrati molti matrimoni programmati e ne se ne sono programmati altri perchè non "si può fare la festa" con centinaia di persone, per andare al ristorante e poi buttare nella spazzatura quintali di cibo, al solo scopo di raccogliere regali per fare solamente un mese di vacanza "luna di miele" si fa per dire.
    Allora sì mi dichiaro partigiano di una moda passata, sobria e rispettosa della nostra amata terra!
    Carmine

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