La Fortezza Medicea di Siena diventa la Fortezza del Cibo italiano
di Pasquale Di Lena -TEATRONATURALE Editoriali
Il progetto prevede una struttura espositiva e di degustazione, non solo, anche e soprattutto un centro di elaborazione e attuazione delle strategie di marketing del nostro cibo e dei territori collegati
Nel 2014, con il Sen. Riccardo Margheriti e l’on. Flavio Tattarini, due dei tre presidenti con i quali ho avuto l’onore e il piacere di collaborare quando dirigevo l’Ente Mostra Nazionale Vini-Enoteca italiana di Siena ( il primo, prof. Luciano Mencaraglia, straordinario maestro, non c’era più), ho lanciato una petizione “Salviamo L’Enoteca Italiana di Siena per dare ancora più futuro al vino italiano e più immagine alle nostre eccellenze agroalimentari e alla nostra gastronomia”. Una iniziativa che non ha avuto successo visto che, poco tempo dopo, c’è stata, con la dichiarazione del suo fallimento, la chiusura definitiva dell’Ente Mostra Nazionale Vini, nato nel 1933. Il fallimento per debiti accumulati nei dieci anni dopo la conclusione della Presidenza Tattarini, non per le iniziative e il ruolo svolto nel corso dei suoi primi settant’anni e più di vita. In particolare nel periodo che segna il “Rinascimento del vino italiano”, che ha visto l’Ente, con la sua Enoteca, grande protagonista, grazie alla sua intensa e preziosa attività. Tante iniziative che hanno lasciato il segno e contribuito al successo dell’immagine di qualità dei nostri vini, straordinari testimoni di storia, di cultura, tradizioni, oltre che di bellezza dei suoi territori, espressioni della qualità e, anche, dello straordinario patrimonio di biodiversità viticola.
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In quella petizione, sopra citata, venivano elencate idee, che sono tanta parte della storia degli ultimi trentacinque anni del vino italiano, tutt’ora attive e vincenti, che voglio qui sintetizzare: “Vino e Turismo”, quella che apre a nuove e importanti iniziative, oggi di grande attualità; la nascita di Associazioni nazionali, come le “Città del Vino”, le “Città dell’Olio”; le “Enoteche pubbliche”; “Giovani del Vino”; “Donne del Vino”; il “Gruppo del Gusto” dell’Associazione della Stampa estera in Italia; gli incontri con mondi che esprimevano una grande forza di comunicazione, come quello dello Sport, della Musica jazz, della Moda, della Cultura e dell’Arte. In particolare le mostre annuali dei disegni dei più rinomati umoristi italiani; le azioni di promozione e di valorizzazione sui più importanti mercati esteri, dalla Germania al Canada; dagli Stati Uniti al Giappone; dal Regno Unito alla Cina; dalla Francia a Singapore; la realizzazione di format vincenti,i come “Vino e Giovani”, “Vino è…”; la produzione e diffusione di una serie di pubblicazioni, in particolare “La Carta dei Vini”, con le sue venti edizioni e la traduzione in cinque lingue,inglese, francese, spagnolo, tedesco e giapponese; “Il Paese del Vino”; “Tutto vino”; “Il Vino”: “I piaceri del Vino”; “Viaggio attraverso i vitigni autoctoni italiani” e, “l’Atlante dei Vini”, premiato con un riconoscimento internazionale. Un intenso lavoro, sostenuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Regione Toscana, la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio di Siena, le Regioni italiane e altri Enti e istituzioni, il Monte dei Paschi, e, portato avanti con la grande professionalità del personale e dei collaboratori dell’Ente. Un impegno ricco di importanti risultati che, oggi, serve all’agroalimentare italiano, a partire dall’olio evo, per far vivere al mondo i suoi primati nel campo della biodiversità; delle indicazioni geografiche, Dop e Igp; delle produzioni biologiche. Per consolidare il grande successo che vive nel mondo la Dieta Mediterranea, che vede soprattutto l’agroalimentare italiano punto di riferimento.
L’idea, non nuova per la verità, è di trasformare la Fortezza Medicea di Siena, utilizzando i suoi quattro bastioni, in “Fortezza del Cibo italiano”, una struttura espositiva e di degustazione, non solo, anche e soprattutto un centro di elaborazione e attuazione delle strategie di marketing del nostro cibo e dei territori che esso rappresenta, a carattere pubblico, visto che è in gioco, non il profitto per il profitto, ma l’immagine dell’Italia e dei testimoni principi dei suoi territori, le 839 Indicazioni geografiche, Dop, Igp, Stg e Igt, ad oggi riconosciute. Si tratta di affidare alle Associazioni delle Città del Vino e delle Città dell’Olio e a Qualivita, realtà operative nel campo della promozione e valorizzazione dell’agroalimentare italiano - tutt’e tre nate e presenti a Siena - il compito di farsi carico del progetto e di stimolare, con il Comune di Siena, l’interesse delle istituzioni locali e regionali, del governo nazionale, e, il coinvolgimento pieno del mondo dell’agroalimentare e del turismo, al fine di definire ruoli e compiti della futura istituzione. Che, ripeto, ha il compito della gestione degli spazi della Fortezza e delle attività finalizzate alla promozione e valorizzazione, in Italia e nel mondo, del cibo. Il grande tesoro della qualità e della diversità dell’origine, il territorio; dell’agricoltura, soprattutto, e delle tradizioni legate alla ruralità, un tempo diffusa grazie all’intelligenza, al sudore di un mondo, quello contadino, e alle sapienti mani delle donne, le grandi protagoniste. E, non solo, della zootecnia, della pesca e delle foreste. Il grande tesoro e, come tutti i tesori, bisognoso, per essere salvaguardato, tutelato, promosso, non di una teca, viste le sue dimensioni, ma di una Fortezza come quella medicea di Siena che, ancora conserva, nei mattoni delle volte a vela del Bastione San Filippo, i profumi dei grandi vini italiani.
di Pasquale Di Lena
E pensare che era nata a Siena anche L'Accademia della Vite e del Vino, poi persa anche quella perché, mi sembra di ricordare, nessun ente era disposto a concedere una sede un po' meno angusta...
RispondiEliminaProprio così, trasferita nel Veneto in mancanza di disponibilità di una sede. Che peccato non avere più il tempo disponibile per ridare vita ai nostri incontri per Larino e il Molise, oggi a rischio di sparire, proprio quando hanno tutto per diventare protagonisti.
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