I penziere (15)
1. A un anno dallo scoppio della pandemia l’ISTAT registra
Un milione di persone in povertà assoluta in più.
Non è andato tutto bene!
Adesso priorità alla lotta alle disuguaglianze
L’Istat ha diffuso nella giornata di ieri le stime preliminari della povertà assoluta per l’anno 2020. Quello che emerge è un Paese in cui, dopo un anno di pandemia, la povertà assoluta continua a crescere e tocca il valore più elevato dal 2005, sia in termini familiari (da 6,4% del 2019 al 7,7%, +335mila) con oltre 2 milioni di famiglie, sia in termini di individui (dal 7,7% al 9,4%, oltre 1 milione in più) che si attestano a 5,6 milioni.
Le responsabilità non sono certo della cattiva sorte ma di politiche inadeguate, se non del tutto sbagliate, messe in atto in questi 12 mesi. Si doveva e si poteva fare molto di più!
Con l’appello “Andrà tutto bene se…” denunciavamo – già dai primi giorni di aprile 2020 – come, in assenza di misure adeguate a fronteggiare la crisi sanitaria, nel giro di pochi mesi ci saremmo trovati a vivere in Paese ancora più povero, diseguale, fragile, precario, stanco e indebolito, in cui le mafie avrebbero sfruttato le conseguenze della pandemia e la ricchezza si sarebbe concentrata ulteriormente nelle mani di pochi. Purtroppo è così che è andata!
Quello che ci preoccupa di più è l’assenza di una visione e di una proposta complessiva che sappia portarci finalmente fuori dalla crisi strutturale e sistemica prodotta dal liberismo economico, ormai insostenibile in termini sociali, economici, ambientali e sanitari. La relazione tra collasso climatico, riduzione della biodiversità e coronavirus, dimostra una volta di più che siamo davanti a crisi figlie dell’insostenibilità del modello di sviluppo. Ingiustizie sociali, ambientali ed ecologiche sono gli “effetti collaterali” di un modello economico per sua natura insostenibile. Abbiamo la necessità e l’urgenza di cambiare, per costruire un punto di vista che metta insieme la giustizia sociale, la giustizia ambientale e la giustizia ecologica
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Elisa Sermarini - Tel: +39 347 3935 956 .
2. Il denaro virus
Per sbrogliare una matassa serve trovare il capo del filo. Il neoliberismo l’ha trovato nel denaro, il dio onnipotente che sta illudendo l’umanità con le sue mille luci di un “progresso” pagato a caro prezzo, visto che è la conseguenza della distruzione di risorse e valori messi a disposizione dal territorio. Il denaro virus è la pandemia delle pandemie, quello che ci ha fatto cadere nel baratro. Fino a quando a decidere della nostra vita sarà il dio denaro e a comandare sarà l’economia del profitto per il profitto, il mondo non avrà pace e a pagare il prezzo più alto saremo noi, l’umanità, condannati a rimanere nel baratro, visto che il mondo continuerà - tirando un sospiro di sollievo - a girare. Ribellarsi a questo dio è la sola possibilità che abbiamo di risalire dal baratro e cedere ad altri il comando che la natura ci aveva assegnato e che non abbiamo saputo utilizzare.
3. La fine del Pd
Il sistema – è un mio pensiero - ha deciso di poter fare a meno del Pd, voluto da Veltroni e dai suoi amici americani, e le dimissioni del segretario attuale del partito, Zingaretti, scelto con le primarie, lo sta a dimostrare. In questi anni che lo separano dalla data della sua fondazione, non ha detto una parola di sinistra, neanche con Bersani e Zingaretti che, a differenza di Renzi, hanno, nella vita, scelto di stare a sinistra e fino alla nascita del Pd, hanno militato nella sinistra. Non succederà nulla nella politica italiana, visto che tutti sono saldamente nelle mani del potere dominante, il neoliberismo predatorio e distruttivo come l’ha definito Paolo Maddalena, un grande uomo che ho avuto l’onore di conoscere e che seguo sempre con grande interesse.
Bravo Pascuale, il virus capitalista, denaro virus, Dio denaro.
RispondiEliminaCiao Walter e grazie
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