I tre giri
Oggi è il giorno di Santo Stefano e la mia città, Larino, ha una chiesa, equidistante dalla Cattedrale e a quella della Madonna, non lontana dal monumento dei caduti in guerra, dedicata a questo Santo, da tempo chiusa.
In questo giorno , sin dal mattino ancora velato di buio, la Chiesa diventava il centro di un rito, i tre giri da far fare agli animali per salvarli dai possibili mal di pancia che, se succedeva, erano una vera iattura per i padroni, per la gran parte piccoli coltivatori. Fino agli anni ’60 erano poche le case sparse nella vasta campagna della capitale dei frentani e la gran parte della stalle, spesso veri e propri buchi, erano a fianco o sotto le abitazioni dei padroni in ogni parte del centro abitato.
Tre giri in onore di Santo Stefano e intorno alla sua piccola chiesa per scongiurare- come prima dicevo- mal pancia degli animali, non solo, anche per i proprietari che il giorno prima, Natale, l’avevano passato, con tutta la famiglia e i parenti, interamente intorno alla tavola a mangiare tutto quello che avevano desiderato nel corso dell’anno. Tre giri riparatori di digiuni più che propiziatori di benessere, o le due cose insieme, che io da bambino e ancora ragazzo, vivevo con un po’ di emozione.
Erano i tempi in cui il cibo si desiderava e non si buttava; il pane, prima di morsicarlo, si baciava e si divideva con gli altri; la terra, segnata dai ritmi delle stagioni, era sacra; via Cluenzio, il corso, stracolma di gente che si salutava e verso sera e nei mattini di festa, oggetto di incontri e di giri, veri e propri convivi itineranti che si alternavano a quelli che si consumavano seduti intorno alla tavola.
Sono certo che anche questa mattina c’è stato chi ha fatto, con il suo cavallo, il suo cane. i tre giri intorno alla chiesa di Santo Stefano. Anch’io li ho fatti, idealmente ma li ho fatti e, anch’io, sotto la spinta delle tante recenti paure, ho pensato intensamente a quel mondo nuovo di cui ha bisogno la terra, il suolo, la natura, il clima, cioè la vita, che è biodiversità, cibo, incontro, parola, dialogo, sogno, stretta di mano, sguardo, amore, sobrietà, passione, emozione. Tre giri che hanno riacceso la speranza che esso è possibile se, dopo aver chiuso con questo anno terribile, torniamo a sederci intorno a un tavolo; a fare i giri sapendo che alla fine non siamo riusciti a contarli; a rispettare gli altri e, non solo, anche le piante e gli animali. In pratica, se ci organizziamo e torniamo a camminare, non più sulla strada che ha fatti incontrare con il Covid, ma quella che ha come prossimo traguardo il domani di cui hanno forte e urgente bisogno le nuove generazioni.
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