Le popolazioni indigene sono in pericolo: stop alle miniere!

  


DI JONATAS DI SABATO NOVEMBRE 17, 2020C:/Users/Utente/Pictures/download.htmlfile:///C:/Users/Utente/Pictures/download.html

Il nuovo rapporto del World Resources Institute indica come le popolazioni indigene siano sempre più in pericolo a causa dell’aumentare dell’estrazione mineraria all’interno della foresta pluviale.

Quello dei popoli nativi è sempre un argomento delicato. Spesso vittime di soprusi, razzismo e ghettizzazione, sono anche coloro i quali pagano il prezzo maggiore in termini di inquinamento ambientale e deforestazione.

L’area indagata dallo studio, che si concentra nella bio-zona amazzonica, ha una popolazione indigena pari ad 1,5 milioni di abitanti ed è stato accertato che costoro siano tra i maggiori difensori delle foreste e degli ecosistemi in cui risiedono.

Questione di Pil, anche illegale

Questo report è stato prodotto proprio mentre il prezzo dell’oro ha toccato i massimi storici a causa della pandemia dovuta dal Covid-19: 2.100 dollari all’oncia. L’aumento è costante da anni, e ciò ha fatto sì che paesi come il Brasile, la Bolivia, la Colombia, l’Ecuador, la Guyana e il Perù, abbiano adottato politiche che hanno agevolato le grandi imprese minerarie, reputando quello dell’estrazione uno dei settori strategici su cui basare l’economia. C’è da aggiungere che anche l’estrazione illegale ha numeri molto alti: dallo studio si stima che il 28% dell’oro estratto in Perù, il 30% di quello boliviano, il 77% di quello dell’Ecuador, l’80% del colombiano e quasi il 90% del venezuelano, siano estratto in maniera illegale.

Inquinamento senza controllo

Dove le terre sono in mano agli indigeni, secondo il rapporto, il tasso di deforestazione è minore, indice di come la preservazione sia maggiore ma, dal 2000 al 2015, le zone da loro controllate dove c’è stata, però, attività mineraria, hanno avuto una perdita di copertura arborea superiore a quelle senza attività estrattiva. Tutto questo andando a danneggiare ecosistemi e cicli che permettono alle foreste di catturare il carbonio e contribuire al contenimento dell’effetto serra. A questo c’è da aggiungere, come dicono i ricercatori, che l’attività di estrazione mineraria sta inquinando almeno 30 fiumi amazzonici.

Violenze contro gli indigeni

La mancanza di supervisioni reali da parte del governo creano anche situazioni di pericolo e violenza da parte dei minatori contro le comunità indigene, spesso vittima di veri e propri conflitti armati. È stato stimato che il settore più mortale, tra il 2018 e il 2019, sia stato proprio quello della difesa del territorio. In questa triste classifica, la Colombia risulta il fanalino di coda, con 64 omicidi, che rappresentano il 30% del totale. Il 40% degli uccisi, nel totale, erano indigeni. In questo, si aggiunge, che il 10% delle vittime erano donne, le quali hanno denunciato anche abusi sessuali e campagne diffamatorie a sfondo sessista.

Un’azione di difesa mondiale

I decisori di tutto il mondo hanno l’opportunità di sostenere le popolazioni indigene e proteggere le foreste” scrive nell’introduzione allo studio Andrew Steer, presidente del World Resources Institute, il quale poi aggiunge: “L’Amazzonia ospita circa 1,5 milioni di indigeni. La foresta è la loro casa e fonte di sostentamento. L’estrazione mineraria è dannosa per l’ambiente e comporta rischi sociali e sanitari. Il degrado ambientale porta alla perdita di servizi ecosistemici critici – come la regolazione del flusso dell’acqua, la biodiversità e la “cattura” del carbonio – a beneficio delle popolazioni indigene e di tutta l’umanità. L’estrazione mineraria porta anche a conflitti, soprattutto tra minatori e popolazioni indigene. I risultati hanno implicazioni per le popolazioni indigene, i governi, le agenzie di sviluppo, le compagnie minerarie e le organizzazioni della società civile per correggere le grandi differenze di potere tra le popolazioni indigene e i minatori. Si chiede ai governi di emanare una legislazione che riconosca ulteriori diritti alla terra e ai minerali per le popolazioni indigene, stabilisca solide salvaguardie sociali e ambientali e controlli meglio l’estrazione mineraria per garantire il rispetto delle leggi nazionali. Si chiede alle compagnie minerarie di rispettare i diritti degli indigeni e di fornire alle popolazioni indigene quote più eque di benefici minerari. Infine chiediamo alle popolazioni indigene di sviluppare le competenze necessarie per proteggersi dai pericoli. I decisori di tutto il mondo hanno l’opportunità di sostenere gli indigeni e proteggere le foreste. Con l’estrazione mineraria che si espande rapidamente più in profondità nell’Amazzonia, è tempo di agire. Non farlo avrebbe un costo enorme per le popolazioni indigene e la foresta, un costo molto maggiore dell’oro.”

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