Compagno LULUCCIO

Ho saputo con ritardo la scomparsa di Luluccio Di Paolo, il compagno che ti sapeva stimolare, ma, anche, rimproverare quando riteneva giusto farlo. 
Parlo di me e della sua attenzione per il mio comportamento politico, soprattutto dopo il mio rientro in Molise.

Era fatto così e nessuno è riuscito a intaccare questo suo modo di essere di lottare nato, solidale con chi aveva bisogno. 

Il segno di una grande coerenza che non ha mai smesso di dimostrare, neanche nei momenti più difficili, soprattutto per i tanti malanni che l'hanno assalito negli ultimi anni e che lo hanno accompagnato fino all'ultimo dei suoi respiri. 

Voglio salutarlo anch'io, facendo mie le parole dell'ultimo saluto che gli è stato dato. Grazie compagno Luluccio, grazie. 

"Non si può certo dire che la vita ti abbia risparmiato prove. Fino all’ultima. La più lunga e dolorosa eppure affrontata senza paura. 

Eri abituato per essere sempre stato dalla parte dei deboli senza alcuna ambizione personale. 

In cantiere o in fabbrica sempre i lavoratori ti hanno scelto per rappresentarli. Sei stato una spina nel fianco per tanti, per questo non ti hanno risparmiato critiche, attacchi, calunnie. 

Sei stato scomodo ai tuoi stessi compagni quando hai trasformato l’innata ribellione in impegno comunista senza perdere capacità critica.

Forte nei tuoi principi amavi dialogo e confronto. 

Senza rancori, offrendo sorrisi e saluti. 

Non ti sei mai tirato indietro, fosse un picchetto, un presidio o una manifestazione. A Reggio Calabria, a Roma, ad Acerra, ovunque. 

Eri curioso di tutto, perché volevi imparare, capire e contribuire a realizzare un mondo migliore.
                                               Compagno LULUCCIO, ci mancherai tanto".

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