LA POLITICA E’ IL SOLO STRUMENTO CHE ABBIAMO PER COSTRUIRE IL FUTURO
Per ora io sento solo il rumore cupo ed assodante del
tsunami Covid-19 e penso a quando si abbatterà sulla spiaggia della normalità e
quello che lascerà quando azzererà le sue forze distruttive davvero micidiali.
Chi avrà la sfortuna/fortuna di essere spettatore avrà modo di vedere le macerie che lascerà e dovrà, per forza, rimboccarsi le maniche e vedere, con quali forze, ricominciare.
Personalmente penso, avendo capito e, soprattutto, avendo un minimo di consapevolezza di cos’è Covid-19, che la politica, e solo la politica, ha la possibilità di affrontare e risolvere le questioni, soprattutto enorme come il momento che viviamo, visto che chi l’ha presa in mano e ridotta a strumento utile per il raggiungimento dei suoi obiettivi, il potere e il denaro – parlo delle banche e delle multinazionali, la finanza – ha fallito ed è in piena confusione mentale, non morale, per il semplice fatto che ogni sua azione non contempla questo fondamentale valore.
Agli inizi di questo mese ho collaborato, visto l’intento politico, con l’Associazione fra gli ex consiglieri regionali - sono onorato di farne parte - alla stesura di una nota che, richiamando un precedente invito al presidente della Regione Molise e all’intero Consiglio regionale, di adoperarsi a dare le risposte necessarie ad assicurare quanto necessario per assicurare la risposta di salute ai molisani.
In particolare la necessità urgente di un pieno utilizzo delle sue strutture con la riapertura dell’ospedale San Timoteo di Termoli, allora chiuso per il coronavirus, e la messa a disposizione delle strutture, le due chiuse da tempo, del Vietri di Larino e del SS. Rosario di Venafro, per la riapertura e il loro utilizzo come ospedali Covid-19 del Molise.
In questo caso anche per rispondere agli indirizzi ed alle scelte del governo nazionale e, così, dare al Molise la possibilità di essere protagonista, al pari delle altre Regioni, di quella rete di cui il Paese ha bisogno perché sia alta la risposta e diffusa il senso della solidarietà, di cui c’è un estremo bisogno per non soccombere al virus.
So che questo invito non ha ricevuto alcuna risposta in merito, tant’è che di fronte alla confusione delle iniziative, l’Associazione ex consiglieri ha sentito il bisogno di intervenire con la stesura e la diffusione di una nota, dopo l’approvazione della mozione e le prese di posizione dello Consiglio regionale della riapertura dei due ospedali posti in Larino e in Venafro. La risposta negativa, da parte del responsabile Asrem - un semplice consulente che, però, si contrappone a una decisione del Parlamento molisano nel silenzio assoluto dei suoi componenti - all’invito del Consiglio, approvato dallo stesso presidente Toma, la diffusione di altre due note.
In esse veniva ricordato - conoscendo le indicazioni del governo nazionale di un ospedale Covid-19, almeno uno per Regione - il sollecito per entrambe le strutture, come sopra ricordato, a suo tempo chiuse e, nell’eventualità di una sola, la scelta del Vietri, ospedale in Larino. C’era anche. a conclusione dello scritto, un invito al sindaco della città frentana ad adoperarsi in tal senso con il contributo di tutti gli altri sindaci e dell’intero territorio.
Non ho contezza di un cenno di riscontro alle note diffuse e pubblicate.
Torna, come posto in premessa, il richiamo alla politica, cioè alle azioni che servono per affrontare e risolvere le questioni. In particolare il ruolo del Sindaco Puchetti, nello specifico, mettere nero su bianco la disponibilità del “Vietri” a diventare ospedale Covid-19 e indirizzare il tutto al Governo nazionale e al Ministro della Sanità, e per conoscenza, al Presidente Toma e al suo governo; all’intero consiglio regionale e ai sindaci tutti, compreso quello di Venafro.
Serve far tornare in campo la politica per far capire i madornali errori della privatizzazione della sanità e della chiusura dei due ospedali in questione con la perdita di quelle sicurezza di cui hanno bisogno anche e soprattutto i molisani che pagano di più, con i loro risparmi, la sanità; dei rivoli di risorse nelle tasche dei privati e della perdita; dell’isolamento in cui è caduto il Molise. Far capire cosa rischia il Molise con l’arrivo del Tsunami e cosa serve avere oggi per progettare il domani di questa nostra amata terra. Un domani che c’è se il “verde Molise” - come dicevo nell’articolo uscito domenica sul mio blog – ha la capacità di assicurare ai suoi abitanti e a quanti possono venire a vivere le sue bellezze e le sue bontà, salute e benessere. Una risposta che il Molise è in grado di dare con il territorio e la sua agricoltura, solo se le strutture sanitarie pubbliche vengono utilizzate a tale scopo.
Pasquale Di Lena
Chi avrà la sfortuna/fortuna di essere spettatore avrà modo di vedere le macerie che lascerà e dovrà, per forza, rimboccarsi le maniche e vedere, con quali forze, ricominciare.
Personalmente penso, avendo capito e, soprattutto, avendo un minimo di consapevolezza di cos’è Covid-19, che la politica, e solo la politica, ha la possibilità di affrontare e risolvere le questioni, soprattutto enorme come il momento che viviamo, visto che chi l’ha presa in mano e ridotta a strumento utile per il raggiungimento dei suoi obiettivi, il potere e il denaro – parlo delle banche e delle multinazionali, la finanza – ha fallito ed è in piena confusione mentale, non morale, per il semplice fatto che ogni sua azione non contempla questo fondamentale valore.
Agli inizi di questo mese ho collaborato, visto l’intento politico, con l’Associazione fra gli ex consiglieri regionali - sono onorato di farne parte - alla stesura di una nota che, richiamando un precedente invito al presidente della Regione Molise e all’intero Consiglio regionale, di adoperarsi a dare le risposte necessarie ad assicurare quanto necessario per assicurare la risposta di salute ai molisani.
In particolare la necessità urgente di un pieno utilizzo delle sue strutture con la riapertura dell’ospedale San Timoteo di Termoli, allora chiuso per il coronavirus, e la messa a disposizione delle strutture, le due chiuse da tempo, del Vietri di Larino e del SS. Rosario di Venafro, per la riapertura e il loro utilizzo come ospedali Covid-19 del Molise.
In questo caso anche per rispondere agli indirizzi ed alle scelte del governo nazionale e, così, dare al Molise la possibilità di essere protagonista, al pari delle altre Regioni, di quella rete di cui il Paese ha bisogno perché sia alta la risposta e diffusa il senso della solidarietà, di cui c’è un estremo bisogno per non soccombere al virus.
So che questo invito non ha ricevuto alcuna risposta in merito, tant’è che di fronte alla confusione delle iniziative, l’Associazione ex consiglieri ha sentito il bisogno di intervenire con la stesura e la diffusione di una nota, dopo l’approvazione della mozione e le prese di posizione dello Consiglio regionale della riapertura dei due ospedali posti in Larino e in Venafro. La risposta negativa, da parte del responsabile Asrem - un semplice consulente che, però, si contrappone a una decisione del Parlamento molisano nel silenzio assoluto dei suoi componenti - all’invito del Consiglio, approvato dallo stesso presidente Toma, la diffusione di altre due note.
In esse veniva ricordato - conoscendo le indicazioni del governo nazionale di un ospedale Covid-19, almeno uno per Regione - il sollecito per entrambe le strutture, come sopra ricordato, a suo tempo chiuse e, nell’eventualità di una sola, la scelta del Vietri, ospedale in Larino. C’era anche. a conclusione dello scritto, un invito al sindaco della città frentana ad adoperarsi in tal senso con il contributo di tutti gli altri sindaci e dell’intero territorio.
Non ho contezza di un cenno di riscontro alle note diffuse e pubblicate.
Torna, come posto in premessa, il richiamo alla politica, cioè alle azioni che servono per affrontare e risolvere le questioni. In particolare il ruolo del Sindaco Puchetti, nello specifico, mettere nero su bianco la disponibilità del “Vietri” a diventare ospedale Covid-19 e indirizzare il tutto al Governo nazionale e al Ministro della Sanità, e per conoscenza, al Presidente Toma e al suo governo; all’intero consiglio regionale e ai sindaci tutti, compreso quello di Venafro.
Serve far tornare in campo la politica per far capire i madornali errori della privatizzazione della sanità e della chiusura dei due ospedali in questione con la perdita di quelle sicurezza di cui hanno bisogno anche e soprattutto i molisani che pagano di più, con i loro risparmi, la sanità; dei rivoli di risorse nelle tasche dei privati e della perdita; dell’isolamento in cui è caduto il Molise. Far capire cosa rischia il Molise con l’arrivo del Tsunami e cosa serve avere oggi per progettare il domani di questa nostra amata terra. Un domani che c’è se il “verde Molise” - come dicevo nell’articolo uscito domenica sul mio blog – ha la capacità di assicurare ai suoi abitanti e a quanti possono venire a vivere le sue bellezze e le sue bontà, salute e benessere. Una risposta che il Molise è in grado di dare con il territorio e la sua agricoltura, solo se le strutture sanitarie pubbliche vengono utilizzate a tale scopo.
Pasquale Di Lena
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