Sento la gola arsa della mia terra
FLORA
Sento la gola arsa della mia terra,
le urla disperate delle erbe che stanno seccando,
delle siepi spoglie di foglie,
degli alberi che circondano la casa al vento dedicata.
Anche i prodigiosi ulivi hanno sete nell’attesa che la pioggia,
non importa con quale nube arrivi, finalmente cada.
Siamo noi,
noi le pedine,
gli esecutori inconsci del dio denaro,
gli autori di quest’arsura che oggi è sete domani fame.
Prende sempre più spazio la palude con i suoi miasmi insopportabili
che rischiano di diventare mortali se non ci diamo la mano
alla ricerca di altre mani,
di sguardi e speranze che mirano lontano
nell’attesa della nube e della pioggia che scaricherà.
Saranno le nuove gemme e i fiori che sbocceranno,
i battiti di ali delle farfalle,
le coccinelle accoppiate,
la voglia di nettare delle api,
i voli impazziti delle rondini e quelli planati delle poiane
a rendere progetti i sogni di un nuovo domani.
Pasquale Di Lena
18 Febbraio 2020
Non sapevo della tua vena poetica.STUPENDA E SIGNIFICATIVA QUESTA TUA POESIA.CONTINUA A FARE ONORE ALLA NOSTRA TERRA DEL BASSO MOLISE.uN CORDIALE SALUTO E COMPLIMENTI.ciao ! da MICHELE MINIERI
RispondiEliminaGrazie Michele. Purtroppo ho dedicato, nonostante la pubblicazione di due libri (uno in dialetto e l'altro in Italiano) poco tempo a questa mia "distrazione".
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