Un governo demostellato?

di Umberto Berardo



Due ore dopo la conclusione del primo giro di consultazioni sulla crisi del governo giallo-verde, aperta dalla Lega con una richiesta esplicita di dimissioni di Conte da parte di Salvini, abbiamo ascoltato le dichiarazioni del presidente della repubblica Sergio Mattarella che è apparso allo stesso tempo preoccupato, risentito ma deciso nel chiedere a tutte le forze politiche "decisioni chiare e tempi brevi" in un'assunzione di responsabilità per dare un nuovo governo all'Italia o chiamare gli elettori alla consultazione elettorale.

 In una parola Mattarella ha lasciato chiaramente intendere ai partiti che al di là degli interessi di parte o dei tatticismi interlocutori la necessità di determinazioni immediate soprattutto in considerazione del lavoro che attende il governo e il parlamento in ordine alla manovra economica del prossimo autunno.

Abbiamo scritto più volte e a chiare lettere come il governo messo in piedi dal M5S con la Lega attraverso il cosiddetto "contratto di governo" fosse un autentico mostro politico.

Salvini ne ha tratto i maggiori profitti sul piano del consenso popolare attraverso un'azione di propaganda tutta incentrata sul sovradimensionamento di una paura fatta percepire su elementi impressionabili, ma davvero fuori da ogni realtà.

Il clima che si è creato nel Paese è stato quello d'incertezza, di scontro e di forte contrapposizione, mentre la forte crisi economica e la precarietà dell'occupazione lavorativa aveva bisogno di un clima disteso per dar vita a risoluzioni legislative e ad investimenti capaci di costruire condizioni di forte collaborazione tra le forze politiche in grado di assicurare alla popolazione serenità e un orizzonte aperto alla tutela di un'esistenza dignitosa e accettabile per tutti senza i proclami del "prima...".

Dopo un governo sempre più monopolizzato dalla destra leghista occorre ricostruire un'antropologia fondata su un forte senso di umanizzazione dei comportamenti e su un'idea di uguaglianza e di solidarietà tra gli esseri umani oscurata dai decreti sicurezza e dai tentativi di dividere l'Italia con il cosiddetto regionalismo differenziato o di penalizzare ancora i meno abbienti con la flat tax.

Ridare allora libertà all'informazione senza penalizzare alcuna voce, riaffermare il diritto alla rappresentanza piena con una legge elettorale di tipo proporzionale, rimettere al centro dell'agenda politica non il reddito di cittadinanza ma la piena occupazione, procedere ad un piano di investimenti nel Sud dove maggiore è la disoccupazione, riorganizzare l'assetto amministrativo dello Stato con la riforma degli enti locali e l'eliminazione di quelli inutili ma anche di sprechi economici, fissare criteri che inaspriscano le pene nella lotta alla mafia, alla corruzione e all'evasione fiscale, snellire i tempi della giustizia riformandone i modi dell'amministrazione, riorganizzare il sistema bancario separando gli istituti d'investimento da quelli miranti al profitto commerciale e ridando ai cittadini sicurezza totale sui propri risparmi cancellata dal bail in, tutelare come beni pubblici tutti quelli che garantiscono i diritti fondamentali del cittadino come la salute, l'acqua, l'ambiente, tutti i sistemi di comunicazione, la casa, la scuola, avviare una rinegoziazione delle strutture e del funzionamento degli organi della Unione Europea perché diventi sempre più non il regno del mondo finanziario ma la casa delle popolazioni che la abitano.

Sono questi gli obiettivi di una politica democratica e partecipata che non possono che essere affidati se non a soggetti politici che pongono a loro fondamento la democrazia partecipata, il bene comune, la libertà e l'uguaglianza degli esseri umani come il loro uguale accesso ai diritti.

Se ci sono partiti o movimenti in grado nei prossimi giorni di definire un programma dettagliato e articolato sui punti che sopra abbiamo enucleato e che siano a tale proposito capaci di prevederne già la copertura economica delineando la prossima legge di stabilità, in questo caso potrà nascere un governo non solo temporaneo, ma addirittura in grado di completare una legislatura fin qui durata appena quattordici mesi.

Certo il dialogo tra soggetti che nel recente passato hanno assunto decisioni difficilmente accettabili non è cosa facile, ma se non si vuole rafforzare il potere delle destre occorre tentare un cambiamento che porti ad una rivoluzione politica sufficiente ad uscire da certe convulsioni che hanno dimostrato talora totale inadeguatezza.

Se l'Italia deve tornare ad essere quello Stato che in passato non solo è riuscito a superare gravi crisi economiche, ma anche ad avviare riforme sociali in grado di ridurre le disparità sociali, è necessario affidarne il governo a forze sociali democratiche pensando tuttavia ad avere nei massimi ruoli istituzionali di governo persone dotate d'intelligenza, di preparazione culturale, di competenze tecniche e politiche oltre a specchiate doti di forte eticità comportamentale.

Se chi è eletto dal popolo non mette in primissimo piano il bene comune rinunciando ai personalismi e agli interessi di parte continueremo viceversa ad avere le continue crisi di governo dettate magari dalle logiche dei sondaggi elettorali.

Mentre scriviamo non siamo ancora in grado d'immaginare cosa succederà entro i termini dati da Mattarella ai partiti per risolvere la crisi con un nuovo esecutivo o con lo scioglimento delle camere, ma francamente speriamo che in un momento così difficile le forze autenticamente democratiche lascino da parte i tatticismi e le velleità di contrapposizione interne ed esterne per trovare sinergie in grado di darci un governo capace di operare per risolvere i tanti problemi che assillano il Paese.

All'orizzonte purtroppo non mancano i guastatori.

Speriamo al contrario che prevalgano i costruttori.

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