TORO, GRAZIE ALLA SUA TINTILIA, CHIEDERA’ DI ESSERE CITTA’ DEL VINO
Per me, fondatore e promotore nel 1987, grazie all’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana di
Siena, allora presieduto dal Sen. Riccardo Margheriti, oggi uno degli ambasciatori
di questa prestigiosa Associazione, delle Città
del Vino, ha fatto particolarmente piacere quest’annuncio. E’ così che Toro, il piccolo Comune che guarda la Val Tappino che, da Campobasso scende verso il Fortore
e vede da vicino le dolci colline della Daunia che aprono alla Provincia di Foggia, una volta accolta la domanda di adesione, diventerà, dopo Campomarino, la Città del Vino del
Molise.
A parlare della storia della Tintilia e del suo rilancio nel Molise, chi questa storia l’ha scritta e pubblicata e chi, più di
altri si è adoperato per la sua riscoperta e il suo rilancio, l’agronomo Michele Tanno. Una sequenza di slide a far vedere e spiegare
le origini e la storia di questo vitigno che dalla metà del ‘700 è andato ad
arricchire le vigne di uve bianche della provincia più vitata del Regno di Napoli, in quel tempo nelle
mani dei francesi. Un’esposizione,
chiara , precisa, puntuale propria diun bravo e capace divulgare qual è Michele Tanno.
Nel mio intervento , a proposito della riscoperta di questo
vitigno, e, soprattutto, del suo rilancio, dopo l’inserimento (1988) nel
disciplinare di produzione della Terza Doc “Molise o del Molise”, ho ricordato l’intervento decisivo, in
occasione della pubblica audizione (1986) indetta dal Comitato Nazionale Vini, Gasperino
Di Lisa, di dare un limite, l’altitudine, se si voleva rilanciare la Tintilia nelle sue aree vocate, le
colline interne del Molise, e non
confonderla con la vitivinicoltura della fascia litorale, anche se importante
per i suoi vini di grande qualità. Se si
voleva dare alla Tintilia il non
facile compito di trascinare l’intero comparto e, con esso, l’agricoltura
molisana, ancora oggi la principale attività produttiva. L’indicazione dei
200m.s.l.m. decisa dal Comitato Nazionale Vini al momento dell’approvazione del disciplinare i
produzione è risultata decisiva per gli spazi conquistati dal vino, che, nel
2011, diventerà la quarta doc riconosciuta con il nome”Tintilia del Molise”.
Dopo la storia così ben raccontata da Mascia e Tanno, due
interventi intervallati dai saluti del sindaco Roberto Quercio e del vice presidente del Consiglio regionale, Gianluca Cefaratti, a me è toccato
parlare del futuro di questo vino e delle
sue enormi potenzialità se le aziende che lo producono, il consorzio di
tutela che lo rappresenta e le istituzioni preposte, ai vari livelli,
riescono a lavorare in rete e sono capaci di creare le strategie di marketing
adatte a dare immagine ai territori che il vino Tintilia rappresenta come primo testimone. E’ dentro questa
strategia il futuro di un vino vincente che gli esperti hanno imparato a
conoscere per le sue spiccate caratteristiche Si tratta di fare rete iniziando
da quello che a Toro è già successo – un vero miracolo per il Molise – l’incontro e il dialogo tra l’istituzione,
il Comune, e l’azienda che produce le Tintilie
vincenti, la Herero.
Un incontro che deve diventare dialogo e, poi, unità d’azione
permanente con il coinvolgimento di altre aziende del territorio, del Consorzio
di tutela della Tintilia, altri sindaci, e, con essi, la Regione, per adeguare
programmi e strategie, e la stessa Unimol, per introdurre le necessarie
innovazioni, in modo da rendente il vino Tintilia non solo il testimone
principe, ma, anche, il promotore di un rilancio di quel bene comune, sempre
più sacro, che è il territorio. Il solo tesoro che abbiamo, pieno di valori e
di risorse, non ultima l’ospitalità. E’ l’ospitalità territoriale un’arma
vincente per un turismo del vino e del cibo che, con l’agricoltura legata alla tradizione, può rappresentare il
valore aggiunto e la grande opportunità per un nuovo tipo di sviluppo di cui ha
bisogno fortemente il Molise.
Soprattutto per frenare l’emorragia di giovani e lo spopolamento di molti
piccoli centri, che sono tanta parte dell’identità molisana.
Il dialogo, la rete, il coinvolgimento, la comunicazione, l’unità
d’intenti, il sogno del domani, gli elementi che hanno caratterizzata la serata,
illuminata da un cielo stellato, nella Piazza Trotta, davanti alla scalinata
della Chiesa madre, piena di gente molto attenta ad ascoltare. E’ bello sognare
il domani e sapere che ogni sogno, basta volerlo, si può realizzare.
Pasquale Di Lena
Come potrei immaginare il mio Molise senza i suoi cittadini più dinamici e generosi?
RispondiEliminaSicuramente come un bicchiere mezzo vuoto, magari di un vinello di ignota provenienza, che certo non è invitante ma al contrario, quasi dissuadente.
Per fortuna ci sono Molisani come Pasquale Di Lena e Michele Tanno che, da sempre, spendono ogni buona energia a favore di questo territorio capace di offrire tante risorse alla pari di ogni regione d'Italia.
Il successo vero però giunge solo quando si creano le giuste sinergie tra i soggetti autentici di una realtà locale consapevole e responsabile: amministratori pubblici, divulgatori professionisti e custodi delle buone tradizioni, professionisti di una agricoltura sana e genuina, resa moderna solo con l'integrazione tecnologica ma senza sofisticazioni e con tanto amore per il territorio; "Herero".
Ecco quindi che quel bicchiere si riempie di un vino eccellente. Un bicchiere magari mezzo pieno, perché in questo Molise c'è tanto da fare ancora ma un bicchiere invitante ed inebriante che diffonde prosperità.
Da semplice molisano, amante delle cose buone, non posso che ringraziare tutti coloro che si adoperano per questo territorio e sperare che si possa fermare lo spopolamento di tanti paesini in cui chi più ne soffre sono gli anziani e le intermedie generazioni, imprigionate da una strana globalizzazione che rende visibile tutto eccetto il buono, mentre da spazio ai potenti sacrificando i più deboli !
Carmine Lucarelli