i 700 anni della Cattedrale di Larino

31 Luglio 1319 - 31 Luglio 2019 = 700 anni di vita di questo straordinario, stupendo monumento che mi appartiene e che non basta una vita per conoscerlo nei suoi particolari. Voglio dire grazie all'autore di "La Cattedrale di Larino racconta Fatima",  Pino Miscione,  e a Franco Valente autore delle foto, che mi hanno dato la possibilità di pubblicare questo scritto e queste foto (pdl)


















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Si dirà : cosa c'entra Larino con FÃtima? Apparentemente nulla, se non fosse che sul finire del V secolo il Vicario di Cristo dell'epoca, il papa San Gelasio I, volle che in questa Diocesi fosse consacrato il più antico luogo di culto micaelico dell'intera Cristianità, dopo l'Apparizione terrena dell'Arcangelo sul monte Gargano.
 
 
      Alla luce della Sacra Scrittura, questa precisa volontà del Capo visibile della Chiesa assume un valore di una rilevanza unica, che nessun'altra Chiesa particolare al mondo può vantare. Si tratta, in definitiva, della scelta di questa terra marginale da parte del Cielo, quale rifugio nel deserto verso il quale, nel tempo della persecuzione finale portata alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana, la vera Chiesa sarebbe fuggita, sotto gli assalti del drago: la donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni (Ap 12,6).
  
Una città  piccola anche allora, posta in un territorio che ai giorni nostri appare ancora più¹ isolato di quanto fosse in quell'età  tardoantica, nella quale la consacrazione della piccola basilica micaelica avvenne. Una città dove, al tempo dell'ultima persecuzione prima della Pace, il sangue di alcuni giovani locali era stato versato affinché venissero infranti gli idoli dei tempi pre-cristiani.
 
In questa realtà  apparentemente marginale, nei nostri sventurati giorni in cui stiamo vivendo i tempi anticipati dal veggente di Patmos, quelli del signum magnum e di ciò che segue, in questa terra benedetta dal Cielo la vera Chiesa di Cristo ha trovato un sicuro ricovero, sotto la protezione celeste del Custos Ecclesiæ, l’Arcangelo San Michele, mentre il resto della sua discendenza dovrà  patire gli assalti del demonio.
 
Per molti, ed io fra questi, quei giorni terribili sono alle porte: il tradimento di molti consacrati, specie delle alte gerarchie cattoliche, che sono quelle stelle del cielo precipitate sulla terra dalla coda del drago (Ap 12,4), sta producendo una crescente persecuzione dei Cristiani in tutti i continenti, rivelatrice del più grande peccato che dei pastori possano commettere - l'apostasia - che è oramai sotto i nostri occhi. Essa, per le drammatiche dimensioni che sta assumendo, appare essere in verità  quella grande apostasia predetta da San Paolo, frutto avvelenato del mysterium iniquitatis che anticipa l'avvento del figlio della perdizione (2Ts 2,3 ss).
 
 Quale sia l'obiettivo dell'avversario è presto detto: vanificare la morte in Croce del Salvatore del mondo, sbarrare la strada verso la salvezza, da Lui disserrata mediante il suo sangue innocente versato sul Golgotha, sopprimere perciò² la Santa Messa cattolica, eliminare dalla faccia della terra la Santa Eucaristia. Si tratta, in definitiva, di quello che le Scritture denominano abominio devastante, quel periodo luttuoso e carico d’angoscia, della durata di tre anni e mezzo, durante il quale cesseranno il sacrificio e l'offerta (Dn 9,27), verrà  introdotto un culto idolatrico di matrice satanica, e per castigo divino varie nazioni saranno annientate, così come predisse la Vergine Maria in terra portoghese.
 
Per precisa volontà  del Cielo, di cui si è fatta mediatrice la Vergine Madre, questo peccato inaudito della gerarchia cattolica esige una riparazione. Vedremo meglio quale dovrà essere l'inevitabile contrappeso, necessario a porre un rimedio insuperabile al grave tradimento del Signore, che si va consumando sotto i nostri occhi. 
"SI PRÆSENS SCRIPTUM PLENE VIDEBIS, TEMPORA NOSTRÆ LOCATIONIS HABEBIS + A.D. MCCCXVIIII. ULTIMO JULII IN CHRISTO PONTIFICATUS DOMINI NOSTRI JOHANNIS PP. XXII. ANNO III. REGNORUM SERENISSIMI REGIS ROBERTIS ANNO XI. SUB PRÆSULATU RAONIS DE COMESTABULO HUJUS CIVITATIS OMNIBUS MEMORIA FUIT".
 
Questo si legge sopra l'architrave del Portale della Cattedrale di Larino: il 31 luglio 1319, sotto il Pontificato di Giovanni XXII, mentre era Re di Napoli Roberto d'Angiò e vescovo della città  Raone de' Comestabulo, la Cattedrale venne solennemente consacrata e aperta al culto. Gli «antichi suoi Titolari», come riferisce il Tria, sono la Beatissima Vergine dell'Assunta e San Pardo vescovo (Memorie Storiche ..., p. 210).


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