QUANDO LA SCUOLA FORMA IL DOMANI



foto di Bartolomeo Terzano
Ogni giorno, negli ultimi tempi, ho la conferma di quello che penso, da alcuni lustri, della generazione di questo terzo millennio. Saranno questi ragazzi dell’era della conoscenza, quelli nati ieri e quelli che nasceranno domani a cambiare il mondo, cominciando a mettere mano al problema dei problemi, il clima, e vedere come riportarlo alla ragione, dopo che noi, generazioni dello spreco e del tutto facile, l’abbiamo portato all’esasperazione.  La Terra, la Madre Terra, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha cominciato ad accusare ogni anno una difficoltà crescente lungo il suo cammino, e, nel momento in cui avanzava, era costretta a fermarsi e a dire “io ho già dato tutto quello che potevo dare”. Lo scorso anno quest’avviso l’ha inviato, al mondo intero, l’ultimo giorno di agosto e con la speranza che l’uomo, noi tutti ci  si renda conto che se prossimamente questo succederà il 31 di dicembre, vuol dire che tutti abbiamo bisogno di un’altra terra per avere la possibilità di campare.


E badate, questo disastro annunciato, soprattutto la sua accelerazione, non è il frutto solo di cambiamenti normali, ma è sempre più palese la mano dell’uomo, o, meglio, la bocca affamata di chi mangia solo denaro e per il denaro vive, quali sono i componenti di un’elite che hanno imposto un sistema, il neoliberismo, che, non sapendo cos’è il limite, e, peggio ancora, non sapendo che la Terra, la Madre Terra, è una palla e come tale è delimitata, hanno cominciato a maltrattarla con sempre più perforazioni; arature sempre più profonde; taglio crescente di foreste; riduzione della biodiversità, sia animale che vegetale; avvelenamento, con sempre più quantitativi di prodotti chimici, dei microrganismi che fanno della terra un materiale vivo; avvelenamento delle falde acquifere e, con esse dei corsi d’acqua e del Mare, con quest’ultimo in serio pericolo anche per dover sopportare tonnellate e tonnellate di plastica. Inoltre la conseguenza di aver sempre meno acqua potabile.
Ecco, la generazione di questo terzo millennio è pienamente consapevole dei disastri e, in vario modo, vuole dimostrare che non ci sta, vuole far capire ai grandi , soprattutto a chi ha in mano il governo di qualcosa che bisogna cambiare. E lo fa in vari modi, ma, soprattutto, con la comunicazione, utilizzando gli strumenti a propria disposizione, quelli che permettono loro di insegnare ai padri, a noi adulti. 
Non dormono come il sistema vuol far credere, anche se poi si preoccupa quando vede che è questo mondo di giovani e giovanissimi ad animare le piazze (domani il secondo sciopero mondiale per il clima dopo quello del 15 Marzo u.s.) e a dare lezioni agli adulti, a me per primo.
Come questa mattina nell’auditorium dell’Istituto S. Pertini di Campobasso con la presentazione del progetto MOLICLIMA portato avanti dagli studenti delle IV e V classe anche degli istituti L.Montini e V. Cuoco, con due bravissimi tutor: uno interno, Mario Ferocino ed uno esterno, un volto noto del Tg3, Gianfranco Spensieri, Metereologo Ampro, nonché componente del gruppo ISDE Molise (Medici per l’Ambiente), presente con i medici Gennaro Barone e Bartolomeo Terzano, il geologo Sergio Baranello e me per l'agricoltura. 
Due ore intense in un auditorium strapieno a seguire i risultati del progetto,  magnificamente esposti dai diretti protagonisti dopo lavori di ricerca sulle questioni ambientali e climatiche, l’installazione nel piazzale dell’Istituto di Via Scardocchia di una stazione meteorologica e dopo visite alla sede di Campochiaro della Protezione civile del Molise e quella dell’Aeronautica militare di Pratica di Mare (Pomezia).
Tutti giustificati i tanti e calorosi applausi rivolti ai ragazzi, soprattutto per i filmati prodotti e presentati,  agli interventi programmati, ai due tutor e, alla fine delle presentazioni, al prof. Umberto Di Lallo, dirigente dei tre istituti prima nominati.
È vero, è proprio questa la generazione che raddrizzerà il mondo  e aprirà la strada verso un nuovo domani.

Commenti

  1. sono pienamente d'accordo: i giovani studenti, oggi, hanno dimostrato a noi e a tutta la scuola che sono pienamente coscienti di quanto sta accadendo sul nostro pianeta e sulla necessità di modificare in tempi rapidi e incisivi il modello di sviluppo attuale.... non più sostenibile.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

La tavola di San Giuseppe