IL DISASTRO CLIMATICO COME DIMENSIONE POLITICA
di Antonio De Lellis
Con la
convocazione di un Forum cui hanno preso parte attivisti, studiosi e numerose
realtà dei movimenti e dell’associazionismo italiano, è stato aperto un tavolo di lavoro sui cardini
dell’enciclica Laudato Sì, vista come un testo pienamente politico,
capace di comprendere nel medesimo orizzonte la dimensione della giustizia
sociale, del rispetto dei diritti, della cura della casa comune e del vivente –
nella consapevolezza dell’urgenza di una pratica di resistenza culturale,
educativa e comunicativa. Ne nasce un documento, pubblicato pochi giorni fa,
importantissimo che per la prima volta connette, misura, declina riflessioni,
ricerca e impegno in un orizzonte comune, ponendo il
disastro climatico come dimensione politica del nostro tempo e come terreno
della battaglia per i diritti. Il clima è il cardine di tutte le lotte di
giustizia sociale e ambientale. É un principio di valenza costituzionale.
Questa consapevolezza emerge anche dal Fridays for future. La vita umana sul
pianeta è messa in discussione da poteri globali che ne traggono vantaggio, con
depredazioni sistematiche di suolo e risorse idriche, privatizzazioni dei beni
comuni, liberalizzazioni del commercio di materie prime, trattati economici
iniqui e politiche di “risanamento del debito”. É in questa cornice che vanno
ristabiliti i diritti delle comunità e dei singoli. Perché è fondamentale
conoscere le interconnessioni tra cambiamenti climatici, economia, lavoro, migrazioni, conflitti,
debito, da una parte, e, dall'altra, tutela del vivente, ecofemminismo,
comunità resistenti, nuovi stili di vita e di produzione? Perché senza questa
conoscenza non possiamo impostare una strategia di costruzione sociale
planetaria. Una delle novità assolute dell'Enciclica Laudato Sì, soprattutto di
questo documento, è che il debito, e la relativa speculazione finanziaria,
vengono rappresentati come uno degli strumenti formidabili di estrattivismo di
ricchezza da tutti verso una rarefatta élite potente e indefinita che è contro
il vivente e la Terra. Sul versante della critica al sistema finanziario, nel
2018 il Vaticano scrive un documento fondamentale “Considerazioni per un
discernimento etico circa alcuni aspetti dell'attuale sistema
economico-finanziario”. Nel documento sulla Finanza si rileva anche come
numerose economie nazionali sono appesantite dal dover far fronte al pagamento
degli interessi che provengono dal debito e devono perciò dolorosamente
intraprendere degli aggiustamenti strutturali a tale scopo. Di fronte a tutto
ciò, da una parte, i singoli Stati sono chiamati a correre ai ripari con
assennate ripartizioni delle spese ed oculati investimenti, dall'altra, a
livello internazionale, pur mettendo ogni Paese di fronte alle sue ineludibili
responsabilità, occorre anche consentire e favorire delle ragionevoli vie
d’uscita dalle spirali del debito, non mettendo sulle spalle degli Stati - e
quindi sulle spalle dei loro concittadini, vale a dire di milioni di famiglie -
degli oneri che di fatto risultano insostenibili. Ciò anche mediante politiche
di ragionevole e concordata riduzione del debito pubblico, specie quando questo
è detenuto da soggetti di tale consistenza economica da essere in grado di
offrirla. Solo attraverso una Conferenza europea sul debito si potranno
individuare le risorse necessarie per un Giubileo che liberi la Terra dal
debito ecologico. Rimettendo il debito finanziario e destinando le risorse
liberate per contrastare i cambiamenti climatici a favore di tutte le forme di
vita.
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