Federolio e Coldiretti, contratto di filiera sull'olio da 4 euro al kg
Verso uno scontro tra Coldiretti e Cno sull'olio Fonte foto: © Giovanni Cancemi - Fotolia |
Definito un accordo su 10mila tonnellate lo scorso 28 giugno a Roma. Il Cno insorge: "Non copre i costi di produzione delle aziende olivicole e punta a valorizzare le miscele con oli extracomunitari". E lancia una petizione contraria al patto
L’annuncio della firma del contratto di filiera è stato dato nel corso del convegno "Filo d’olio, segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta", promosso da Federolio. Il contratto partirà con la campagna olivicola in corso e avrà durata pluriennale. Secondo Coldiretti la soglia minima di prezzo prevista nell’accordo - 4 euro al chilogrammo di olio riconosciute all’olivicoltore - sarà “Sufficiente a coprire i costi per la produzione e la tracciabilità di filiera con delle maggiorazioni anche in base a parametri qualitativi”. L’accordo prevede un prezzo medio di commercializzazione dell’olio all’ingrosso di 4,30 euro al kg e di 5 euro al litro in bottiglia al consumatore finale.
Il presidente del Consorzio nazionale degli olivicoltori, Gennaro Sicolo, per commentare il patto tra Coldiretti e Federolio usa invece parole pesanti: “L’accordo di filiera farlocco siglato tra Coldiretti Unaprol e Federolio è un attentato all’Italia, ad uno dei prodotti simbolo del made in Italy, l’olio extravergine d’oliva, ai produttori del nostro paese e alla salute dei consumatori”.
Secondo il presidente del Cno nel contratto di filiera “Il lavoro degli olivicoltori vale circa 4 euro al Kg, ben al di sotto dei costi di produzione: 4,80 euro/Kg al Sud, 7 euro/Kg al Centro, 9 euro/Kg al Nord. La Coldiretti svende la dignità dei pochi produttori olivicoli che gli sono rimasti”.
Ma c’è anche un’altra vicenda: il presidente di Federolio, Francesco Tabano, in varie occasioni ha sostenuto la necessità di promuovere l’olio extravergine frutto di miscele tra 50% di italiano e oli di altra provenienza. Opportunità benedetta pubblicamente durante il convegno dal segretario generale di Coldiretti, Enzo Gismundo, che ha definito tali miscele "olio italico".
Promozione non gradita a Sicolo, che ha affermato: “La gravità di questa iniziativa deriva dal fatto che alcune aziende, per logiche di profitto e di mercato anche legittime dal loro punto di vista, tentano di arrivare allo sdoganamento delle miscele di oli (italiano con comunitario ed extracomunitario), auspicata per anni e dal mondo della produzione sempre osteggiata, con la subdola connivenza di Coldiretti”.
La polemica è destinata ad avere un seguito: Cno ha lanciato un appello al governo ed una petizione contro questo contratto di filiera e starebbe valutando ulteriori azioni contro di esso.
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Fonte: AgroNotizie
La mazzata finale alla nostra olivicoltura ed ai suoi preziosi oli extravergine che non possono competere con questi prezzi . Un favore alle multinazionali, soprattutto spagnole; alla grande distribuzione che hanno sempre vissuto sugli appoggi di chi doveva difendere gli olivicoltori. Hanno fatto slittare di anni l'approvazione di un piano olivicolo, privando il nostro Paese di una moderna olivicoltura , e, quando l'hanno fatto passare hanno permesso l'introduzione degli oliveti super intensivi di matrice spagnola. Uno schiaffo al nostro ricco patrimonio di biodiversità, il valore vincente per il nostro olio extravergine, che vogliono annullare per continuare a governare, a spese dei nostri territori e dei nostri olivicoltori, un comparto fondamentale per la nostra agricoltura, la sua stessa sopravvivenza. Una filiera ancor più nelle mani dell'industria e della grande distribuzione, grazie a chi dice di difendere gli olivicoltori.
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