Ucraina: il cesio nel latte è cinque volte oltre i limiti di sicurezza

da Qualeformaggio dell'11 giugno 2018
Il prelievo di un campione di latte presso una famiglia ucraina - foto Exeter University©Trentadue anni non sono bastati per liberare l’ecosistema dalla ricaduta radioattiva del disastro ambientale di Cernobyl (26 aprile 1986). È quanto dimostrato dalle recenti analisi effettuate su campioni di latti prodotti in Ucraina, in cui la contaminazione radioattiva risulta essere cinque volte superiore ai limiti massimi di sicurezza stabiliti per gli adulti. E di dodici volte maggiori di quelli indicati per i bambini.
A stabilirlo è uno studio svolto dai ricercatori del Greenpeace Research Laboratories presso la Exeter University, in Gran Bretagna, e dagli scienziati dell’Ukrainian Institute of Agricultural Radiology, che hanno raccolto e analizzato decine di campioni di latte raccolti in un raggio di 225 chilometri dalla centrale nucleare.
Il prelievo di un campione di latte presso una famiglia ucraina - foto Exeter University©La notizia è stata ufficializzata venerdì scorso attraverso il sito web dell’università anglosassone. I ricercatori hanno trovato livelli di cesio radioattivo attorno a 500 becquerel per litro (BQ/L) in sei prelievi su quattordici. Laconiche le dichiarazioni dei responsabili della ricerca: «A più di trenta anni dal disastro di Cernobyl», ha esordito la Dr.ssa Iryna Labunska della Exeter University, gli abitanti di questi territori sono ancora abitualmente esposte alle radiazioni del cesio, quando consumano prodotti alimentari prodotti localmente, ivi incluso il latte».
«Molte persone in quel territorio hanno ancora le mucche per il latte, e bambini sono i principali consumatori di quel prodotto», ha aggiunto la ricercatrice, che ha proseguito sottolineando che «il livello di contaminazione del suolo nelle aree studiate non è estremamente elevato, ma nonostante questo il cesio radioattivo continua ad accumularsi nel latte e in altri alimenti».
«I residenti di questi villaggi», ha aggiunto la Dr.ssa Labunska, «sono cronicamente esposti alla radioattività che presenta elevati rischi per la salute, soprattutto per i bambini».
Il latte ucraino viene comunemente venduto anche su internet. Chiunque può acquistarlo (vedi anche foto sotto)I ricercatori raccomandano l’adozione di semplici misure protettive che permetterebbero di contenere i livelli di esposizione alle radiazioni al di sotto dei limiti, per di più con costi che si aggirerebbero attorno ai dieci euro annui pro-capite. Un investimento che, trattandosi di 8.300 persone presenti nei sei villaggi con la più alta contaminazione, dovrebbe essere possibile per il governo locale.
Tali misure comprendono la somministrazione di un legante di cesio (denominato Ferrocyn) da somministrare alle vacche, la fecondazione non organica ma minerale degli orti e l'alimentazione di suini con foraggi importati.
Il latte ucraino viene comunemente venduto anche su internet. Chiunque può acquistarlo (vedi anche foto qui sopra)«Il governo ucraino», ha aggiunto la Dr.ssa Labunska, «adottò alcune di queste misure in passato, sino al 2009», purtroppo. «Il monitoraggio della situazione ambientale deve essere mantenuto, insieme al sostegno per le popolazioni più colpite da queste radiazioni».
Curiosi di capire quale diffusione abbiano i prodotti agricoli ucraini, siamo andati alla ricerca di notizie sul latte là prodotto. Le evidenze sono alla portata di tutti: il latte di quello Stato viene comunemente esportato attraverso canali più o meno ufficiali (leggi qui e qui). Nelle complicate triangolazioni di latti esistenti sul mercato internazionale non è dato sapere se un latte proveniente dalla Germania, ad esempio, non sia arrivato là da altri Paesi. Riflessioni ulteriori rispetto a quelle già abbondantemente fatte sin qui, che portano ancora una volta a preferire i prodotti locali.

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