La pentola
Una grande pentola piena d’acqua. Dentro vivono esseri microscopici. L’acqua è la loro abitazione E’ fredda ma sotto è accesa una fiamma. L’acqua inizia a scaldarsi dal basso. I più capaci e veloci vanno a godere il tepore. Poi l’acqua si scalda sempre più. I più veloci e capaci si spostano verso l’alto. L’acqua è sempre più calda e chi è in basso si agita e si ribella. Nasce una lotta. I più capaci dicono di essere arrivati per primi e non vogliono cedere il posto. Gli altri non sentono ragione, vogliono sopravvivere. Nessuno si chiede perché l’acqua si scalda troppo. Nessuno pensa che bisognerebbe ridurre la fiamma e mantenere tiepida l’acqua in tutta la pentola. Alla fine muoiono tutti mentre stanno lottando gli uni contro gli altri. Muoiono prima i più deboli poi anche gli altri.
Credo di aver letto di questa pentola, non ricordo dove e quando. Piccole cose nascoste nella nostra mente che tornano a galla. La nostra pentola meravigliosa comincia a bollire (sovrappopolazione; sfruttamento eccessivo del territorio; riscaldamento in parte determinato da noi; ricerca convulsa di energia; spreco di acqua; inquinamento dei cieli e dei mari). Noi cerchiamo disperatamente il posto migliore senza preoccuparci della situazione generale scacciando i più deboli (“come grani de caffè ner macinino” dice Belli). La nostra fame di energia cresce a dismisura. Una droga. Per avere sempre più. Il superfluo diventa necessario. I più capaci prendono. I meno capaci aumentano sempre più e non ci stanno al gioco tragico. Nessuno pensa a ridurre la fiamma evitando che l’acqua sia troppo fredda o troppo calda. Le nostre voglie eccessive. La civiltà abbiamo imparato a misurarla dalla nostra capacità di soddisfare le nostre voglie che non hanno limiti. Il residuo di socialità consiste nel gettare le briciole a quelli che definiamo meno capaci. Per tenerli buoni. L’ acqua continua a essere sempre più inospitale. Finiremo con litigare sempre più per accaparrarci il posto migliore. Prima o poi l’acqua bollirà. Per tutti.
Dedico questa piccola riflessione a Pasquale, mai stanco di difendere la Terra.
Credo di aver letto di questa pentola, non ricordo dove e quando. Piccole cose nascoste nella nostra mente che tornano a galla. La nostra pentola meravigliosa comincia a bollire (sovrappopolazione; sfruttamento eccessivo del territorio; riscaldamento in parte determinato da noi; ricerca convulsa di energia; spreco di acqua; inquinamento dei cieli e dei mari). Noi cerchiamo disperatamente il posto migliore senza preoccuparci della situazione generale scacciando i più deboli (“come grani de caffè ner macinino” dice Belli). La nostra fame di energia cresce a dismisura. Una droga. Per avere sempre più. Il superfluo diventa necessario. I più capaci prendono. I meno capaci aumentano sempre più e non ci stanno al gioco tragico. Nessuno pensa a ridurre la fiamma evitando che l’acqua sia troppo fredda o troppo calda. Le nostre voglie eccessive. La civiltà abbiamo imparato a misurarla dalla nostra capacità di soddisfare le nostre voglie che non hanno limiti. Il residuo di socialità consiste nel gettare le briciole a quelli che definiamo meno capaci. Per tenerli buoni. L’ acqua continua a essere sempre più inospitale. Finiremo con litigare sempre più per accaparrarci il posto migliore. Prima o poi l’acqua bollirà. Per tutti.
Dedico questa piccola riflessione a Pasquale, mai stanco di difendere la Terra.
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