Ai ragazzi la poesia piace
È sempre un’emozione quella di ritrovarsi a parlare di
poesia con i ragazzi, soprattutto se sono della 5ªb della Scuola Novelli, nelle
mani e nel cuore della maestra Maria Luisa Ranellucci, che, volendo parlare
dell’importanza che, oggi ancor più di ieri, riveste il dialetto, cioè la lingua
del luogo, quella che meglio di ogni altra cosa esprime l’identità, ha scelto
il mio libro in dialetto larinese, U penziere.
Oggi il mio incontro con i protagonisti della ricerca, che
dopo aver espresso vivo apprezzamento per la poesia che ha dato il titolo alla
pubblicazione, U penziere, mi hanno posto, a turno una serie di interessanti
domande riguardo alla passione per la poesia, la ragione della scelta del dialetto
per esprimerla, la prima poesia scritta, quella a me più cara, il paese (u
paese miie), i luoghi, le passioni, i ricordi.
Le ragazzine più curiose dei ragazzi e, fra queste, quella
di origine rumena che le poesie già le scrive e, se il buongiorno si vede dal
mattino, quella da lei recitata, bella, fa dire che è una promessa.
Un incontro bello, interessante, che ho vissuto non senza
una forte emozione. Avevo davanti a me il domani di questa mia città, i
protagonisti del prossimo futuro. Protagonisti con i loro sogni e la loro
voglia di dare. Ora mi spetta solo di ringraziarli per le emozioni che mi hanno dato
e, con loro, ringraziare Maria Luisa e le altre insegnanti presenti.
A tutti è stato regalato una copia, con dedica personalizzata, di una ristampa del libro "U penziere", prodotta da Flora
W la poesia, W i sogni, W il domani.
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