Un degrado inquietante
di
Umberto Berardo
Se
osserviamo con attenzione il costume di vita della società in cui viviamo non è
difficile notare atteggiamenti che non solo si discostano da quella che un
tempo si chiamava buona educazione, ma che in certi casi rasentano davvero
l'imbarbarimento.
Sono
ancora episodi marginali, non generalizzabili, ma neppure isolati e
trascurabili.
La
soluzione di qualunque conflitto non è affidata al confronto civile e
rispettoso, ma unicamente alla violenza verbale o addirittura fisica.
Prepotenza
ed aggressività sembrano ormai gli atteggiamenti più comuni nelle
manifestazioni pubbliche, nei luoghi di vita relazionale, nella scuola e
perfino nelle famiglie.
Si
moltiplicano da un po' i casi di maltrattamenti di bambini ed anziani, di
uxoricidi e di omicidi legati ad una concezione perversa di tanti che arrivano
a pensare di poter disporre senza condivisione alcuna della vita altrui.
Gli
eventi gravissimi durante la campagna elettorale nelle strade di Torino,
Piacenza, Macerata, solo per fare alcuni esempi, devono interrogarci
profondamente.
Abbiamo
anche la necessità di non girare lo sguardo rispetto ai tanti episodi di
bullismo, di aggressioni, d'insulti e di violenze verso il personale docente
non solo da parte degli studenti, ma ormai sempre più anche dai genitori.
La
situazione è degenerata al punto che il personale scolastico sta perdendo
quella tranquillità psico-fisica senza la quale è sempre più difficile lavorare
con serenità.
Nei
giorni scorsi i social network si sono riempiti d'improperi gratuiti al sindaco
di Campobasso reo di aver riaperto le scuole della città in previsione di
miglioramenti meteorologici dopo qualche giorno di nevicate.
Per
fortuna c'è stato anche chi, a cominciare da Francesco, un giovanissimo studente
di dieci anni, ha espresso al primo cittadino solidarietà e riconoscenza per il
senso di responsabilità e di civiltà dimostrata nell'occasione.
L'uccisione
barbara di Pamela a Macerata e quella altrettanto selvaggia di Idy Die,
un commerciante senegalese a Firenze,
sono lì a gridarci la disumanità che ha raggiunto la società.
Anche
all'interno delle famiglie il dialogo intergenerazionale ed il confronto
pacifico tra i coniugi fa fatica sempre più a farsi strada e cede il passo a
comportamenti violenti, aggressivi e talora di una brutalità sconcertante.
Di
fronte ad un quadro non certo rassicurante abbiamo il dovere civico di
ricercarne le cause.
La
famiglia sicuramente da tempo ha rinunciato in gran parte al ruolo educativo
pensando di delegarlo ad altri.
Anche
la scuola, sempre più degradata dalle ultime riforme del periodo berlusconiano
e renziano, si sta trasformando in un'azienda allineata ai processi
neoliberisti che sostanzialmente stanno ridimensionando la libertà
d'insegnamento, abbassando il livello culturale, destrutturando le metodologie
di ricerca critica nel processo di apprendimento ed indebolendo l'educazione
alla cittadinanza.
Gli
stessi luoghi di educazione religiosa forse hanno bisogno di rivedere la loro
attività sul piano della comunicazione, del linguaggio, della metodologia e
della formazione degli addetti.
Dobbiamo
chiederci se il virus che sta infettando di violenza individui, famiglie e
società non sia da ricercare in agenzie informative ed educative nelle quali
prepotenza, sopruso ed aggressività vengono sparsi a piene mani nel lessico,
nei codici espressivi e negli esempi comportamentali tutti ispirati alla
volontà di prevalere e sopraffare.
Occorre
a tale proposito riflettere con attenzione sulle regole da porre a fondamento
delle emittenti televisive e del web come sulla deontologia professionale di
chi vi opera.
A
questo possiamo aggiungere le regole negative di comportamento che moltissimi
giovani imparano nelle baby gang e nelle bande della delinquenza adulta.
Se,
come sostiene la psicanalisi, sempre più individui attraversano stati di
psicopatia che impesdiscono la distinzione tra il bene ed il male, è l'azione
educativa che deve aiutare a superare tali modi di essere con un processo di
chiarimento cognitivo capace di evitare il plagio ed il conformismo asettici ed
acritici e che sappia maturare la consapevolezza sui criteri esistenziali da
assumere per impedire che la tecnica imponga stili di vita discutibili o,
peggio ancora, pericolosi determinando così la fine dell'umanesimo.
Anche
per il lavoro educativo che abbiamo svolto nella vita e forse soprattutto
grazie ad esso non siamo al riguardo né scettici, né rassegnati e tantomeno
pessimisti.
Sappiamo
bene che occorre trovare gli strumenti psicologici, pedagogici e didattici
necessari a riportare la società verso i valori di una convivenza pacifica,
rispettosa e capace di vedere l'altro nella sua dignità da stimare, promuovere
ed amare.
Non
è facile in un mondo che ci invita a prevalere sull'altro, ad usarlo, a
sfruttarlo e ad umiliarlo.
C'è
una logica che abbiamo imparato dalla fede cristiana nella quale ci
riconosciamo e che abbiamo messo a fondamento della nostra vita: il rispetto
dell'altro come nostro fratello.
È
il principio che dovremmo proporre ai giovani nel processo formativo ed
educativo e che dovrebbe guidarli non a competere, ma a convivere.
Noi
tutti abbiamo il gravissimo difetto di mettere in evidenza esempi di vita
egoistici, individualisti, conflittuali, violenti piuttosto che
prospettare modelli di comportamento
improntati non alla ricerca di obiettivi futili ed inconsistenti, ma orientati
alla sobrietà, al controllo dell'istinto ed alla maturazione di sentimenti e di
affettività indirizzati alla razionalità ed alla convivenza pacifica.
Sapete
quando di qualcuno si dice "è una brava persona"?
Noi
appunto nelle diverse agenzie educative dovremmo lavorare proprio per formare
brave persone!
È
quanto riusciremo a fare solo ridando un ruolo centrale in tal senso alla
famiglia ed alla scuola, le cui funzioni dovranno essere sostenute da
preparazioni formative di alto livello per i componenti e gli addetti, da
sostegni psicologici, pedagogici e didattici continui, da una rete strutturale adeguata
alle esigenze oltre a supporti economici da parte delle classi dirigenti fuori
dagli attuali livelli che risultano davvero insufficienti.
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