La Spagna prima al mondo in quanto a superficie olivetata destinata a produrre olio biologico
La Spagna punta fortemente sulla produzione
biologica con l’obiettivo di avere il 20% del cibo biologico nel 2030.
Una scelta che aiuta e rafforza la strategia di marketing che questo Paese, a differenza dell'Italia, si è data da tempo, con i risultati che stanno a dimostrare la sua efficacia e la sua importanza per avere il valore aggiunto che serve a rafforzare il reddito degli olivicoltori e, così, mantenerli legati alla terra e, con loro, dare prospettive a un comparto che è tanta parte del settore agricolo del Paese.
Intanto ha di che vantarsi del primato
mondiale della superficie olivetata( 179.000 ettari, pari al 29,3% dell’intera
superficie olivetata mondiale per la produzione di olio biologico). L’Italia è
buon seconda (179.000 ha., pari al 26,8%), come dire che più di un quarto della
superficie di olivi al mondo destinati alla produzione di olio biologico, è rappresentata
dall’olivicoltura italiana.
C’è da dire che all’olivicoltura italiana
basta un’attenta programmazione - a livello nazionale e delle 19 Regioni segnate oggi dall’olivo –
per migliorare, e di molto, il suo stato
attuale e cogliere concreti risultati nel 2030. Politiche per incentivare la conversione
in biologico della gran parte dei nostri oliveti; recuperare gli oliveti
abbandonati e nuovi impianti per dar forza alla nostra biodiversità olivicola
con impianti Intensivi e non super intensivi.
Il biologico non è una moda, ma la
consapevolezza del consumatore che l'alimentazione è salute e benessere solo
se il cibo è sano e di qualità.
Il biologico è il domani dei nostri territori,;una garanzia della qualità dell'olio e del cibo,;un grosso respiro per la terra maltrattata da uno sviluppo che ha come solo e unico fine il denaro, non la vita
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