L’ARCA DI SAN PARDO - La stalla della biodiversità animale
la fonte
periodico dei terremotati o di resistenza umana
di Pasquale Di Lena
La situazione di pesante crisi che attanaglia, ormai da
tempo, Larino - la recente chiusura del
suo ospedale, è stato solo il colpo più duro da sopportare - merita non solo
una grande attenzione, ma azioni, che
sono possibili da realizzare se i larinesi, uniti come nel momento della loro
grande Festa, quella del patrono della città, San Pardo, cullano i sogni e si
rimboccano le maniche per farli diventare
fatti, basi solide per costruire il rilancio della Città e del suo prezioso
circondario.di Pasquale Di Lena
L’idea di una stalla di buoi e di mucche - gli animali che animano la Festa fino a diventarne
i protagonisti principali - è di oltre trent’anni fa, quando mi son reso conto
che aveva preso il via la crisi strutturale dell’agricoltura e, con la chiusura
di tante stalle, anche quella della
zootecnia, rendendo gli animali, essenziali per la Festa, sempre più difficile
da reperire. Non è un caso che molti carrieri, per non rischiare, si sono
comprati coppie di animali necessari per
trainare il carro.
So bene che la Festa di San Pardo è l’anima di Larino e, fin
quando essa riempirà di colori, suoni e odori
i giorni che precedono la fine di Maggio, l’antica capitale dei Frentani ha il tempo e la possibilità di rinascere e tornare a vivere il suo ruolo di un tempo.
Se la prima finalità di dar vita a questa stalla è quella di
assicurare ai carrieri gli animali di cui hanno bisogno, ce ne sono altre che,
dando egual senso e significato al progetto, rendono la sua realizzazione ricca
di prospettive, soprattutto sotto
l’aspetto gestionale della struttura e delle sue attività.
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La stalla
della biodiversità bovina - il centro di allevamento di tutte le razze
bovine italiane, non solo per una tutela e conservazione delle stesse, ma anche
per la ricerca e la sperimentazione da mettere, poi, a disposizione delle
aziende agricole e zootecniche. Vedo qui un ruolo importante per l’Istituto Tecnico
Agrario “San Pardo” e l’Università del Molise, ma anche, dell’Asrem del Basso
Molise, con la messa a disposizione del suo gruppo di veterinari per tutte le
operazioni di formazione e informazione, ricerca e sperimentazione, assistenza
necessaria per il migliore allevamento.
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La stalla
della biodiversità animale, il discorso della biodiversità riguarda non
solo la razza bovina, ma anche altre razze, soprattutto quelle in via di
estinzione. Ecco l’apertura, intorno a quella principale, di altre stalle
destinate agli ovini; caprini; suini; equini, con particolare attenzione agli
asini ed ai muli. In pratica la realizzazione di una realtà che è in grado di
comunicare al Molise ed al Paese e, così, far parlare di sé, attirare attenzioni,
interessi che servono ad animare visite e far partire, nel nostro territorio, uno
dei tanti turismi possibili.
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Una stalla
biologica - cioè all’insegna della sostenibilità, per ridurre e, nel tempo, azzerare tutti i prodotti di sintesi;
recuperare energie e ambiente e dare una risposta ai consumatori che, sempre
più numerosi, riconoscono nella corretta e sana alimentazione la possibilità di
godere di buona salute e benessere. Sta qui la ragione della fiducia che i
consumatori ripongono nei prodotti naturali, biologici e quella della crescita
della domanda, anche in Italia, di questi prodotti. Una stalla caratterizzata, anche,da sobrietà
e minimo spreco di energia, anzi in grado di utilizzare i sottoprodotti per
produrre energia da mettere a disposizione dell’insieme delle attività. Una
realtà che ha tutto per sostenere e ampliare il Biodistretto dei Laghi Frentani, in fase di avvio, che serve per
dare al Molise il suo vero volto di città-campagna,
che esprime in pieno il grande valore della ruralità,
la farfalla dai splendenti colori
con un territorio ricco di bellezze e di
bontà.
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La Stalla
didattica– una stalla progettata per la
biodiversità animale, il loro benessere, ha tanto da far vedere e molto da
raccontare ai bambini e ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, ai loro
insegnanti, ai giovani delle Università, ai centri di ricerca e di
sperimentazione. Sta qui il suo ruolo di centro didattico, aperto alle visite.
A queste primarie finalità se ne possono aggiungere altre ancora
per rendere il progetto più ricco di iniziative, tutte possibili da realizzare.
Questa nota vuol essere solo uno spunto per aprire una
discussione all’interno dell’Associazione dei carrieri, i più diretti
interessati alla realizzazione di un’attività degna di sostenere la grande
festa. Uno spunto che, se fatto proprio dai più diretti interessati, ha le basi
per costruire il coinvolgimento di Larino
il popolo, come recita un bel canto che accompagna il cammino di tre giorni
della Festa, fatto di passi lenti,
misurati, attenti.
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