Il palazzo Ducale di Rotello
di Franco Cianci
Il palazzo ducale di Rotello rappresenta uno dei monumenti più importanti del Molise, forse il più importante, e debbo questo articolo alla ricerca, paziente e colta, del mio amico Felice Terracciano di Rotello, uno dei più alti Magistrati italiani, avendo svolto la funzione di Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Corte Suprema della Cassazione, dove un altro rotellese, il dr. Giuseppe Vallillo ebbe a svolgere la funzione di Presidente titolare della terza sezione civile per poi passare Presidente della Corte di Appello di Roma, e, poi, Presidente del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Sono tutte notizie, queste, che credo facciano bene alla storia del Molise, che, poi, non è una regione da trascurare, contrariamente al giudizio di alcuni politici centrali.
Il palazzo ducale di Rotello rappresenta uno dei monumenti più importanti del Molise, forse il più importante, e debbo questo articolo alla ricerca, paziente e colta, del mio amico Felice Terracciano di Rotello, uno dei più alti Magistrati italiani, avendo svolto la funzione di Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Corte Suprema della Cassazione, dove un altro rotellese, il dr. Giuseppe Vallillo ebbe a svolgere la funzione di Presidente titolare della terza sezione civile per poi passare Presidente della Corte di Appello di Roma, e, poi, Presidente del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Sono tutte notizie, queste, che credo facciano bene alla storia del Molise, che, poi, non è una regione da trascurare, contrariamente al giudizio di alcuni politici centrali.
A sua volta il dr. Felice Terracciano si
avvalse, nella sua ricerca, di un documento importante dell’arch. Fioravante Vignone,
il quale descrive minutamente la storia del castello di Rotello nelle sue antichissime
caratteristiche, documento conservato presso l’archivio di Stato che
costituisce un allegato alla presente ricostruzione.
Il documento riporta, tra l’altro, il contro
timbro dell’arch. Oreste Muccilli, Direttore Coordinatore presso la direzione regionale
per i beni culturali e paesaggistici del Molise.
Il castello di Rotello, comunemente detto
Palazzo Ducale, si trova incastonato nella parte più antica di Rotello, in
mezzo a strutture urbane ed è chiamato anche palazzo Colavecchio, essendo
appartenuto negli ultimi tempi alla famiglia Colavecchio, di cui oggi uno degli
appartenenti è proprio il dr. Felice Terracciano, uomo di grande spessore
culturale, oltre che giurista conclamato e addetto in precedenza alla sez.
fallimentare del Tribunale di Roma, durante la cui funzione si imbattè nella
scabrosissima faccenda dei palazzinari romani, i Caltagirone, osando nientemeno
emettere, lui Magistrato civile, un ordine di cattura nei confronti di uno dei
Caltagirone, suscitando un vespaio incredibile in quell’epoca, per cui il
grande Felice, uno dei più battaglieri consiglieri di Magistratura Democratica,
dovette subire alcuni procedimenti penali e del quale io stesso fui difensore;
piovvero su di lui una quantità di denunce penali, subì addirittura la perquisizione
in casa, per ben due volte, da parte dei servizi segreti; fu denunciato anche
da Claudio Vitalone ed apparve in tutta la rassegna giornalistica più in voga
in all’epoca, tra cui l’Espresso, Il Mondo ecc.
Come tutte le grandi storie anche il Castello
di Rotello è avvolto nelle nebbie del tempo, per cui non se ne conoscono le origini, e, come
riferisce l’arch.Vignone, esso ha origini longobarde, sorge prima in un
antichissimo borgo, che trovavasi ubicato nell’agro di Colletorto, a confine
con i tenimenti di Serracapriola.
Riferisce sempre il Vignone - la lettura del cui documento raccomando ai
lettori, per meglio conoscere la storia dei nostri agri, si trasmise di secolo
in secolo da un feudatario ad un altro, fino al 1540 d.c., quando esso divenne contea,
ed intestato alla antica famiglia Caracciolo di Napoli, cui apparteneva verosimilmente
anche San Francesco Caracciolo, vissuto per un certo periodo in Agnone ed ivi sepolto.
La famiglia era di origine bizantina e
godette di grande autorità a Napoli ai tempi del ducato di Napoli, questo
dimostra che la Regione Molise e come del resto è dimostrato dal suo
inconfondibile dialetto di origine napoletana a Campobasso, ha avuto sempre profondi
legami, con Napoli, con la sua cultura, con la sua politica, con la sua storia.
Del resto lo stesso Gaetano Filangieri ebbe molti contatti con la Regione Molise e con
Vincenzo Cuoco, autore della celebre storia della regione partenopea, che era
molisano, di Civitacampomarano, dove si erge pure, forte ed imponente ed
orgoglioso, il castello fortezza di Civitacampomarano.
Dopo i Caracciolo, il castello passò ai Di
Capua, anche questa famiglia di origine napoletana e al cui casato appartenne
Bartolomeo Di Capua, che avrebbe avuto un ruolo decisivo nella
elezione a Papa di Celestino V, altro sommo nativo di terra di Molise (Sant’Angelo
Limosano).
La guerra tra angioini ed aragonesi, cruenta,
terribile, lunga, finì con il coinvolgere le terre di Molise ed in particolare
le terre di Rotello, tanto che il Castello fu trasformato in palazzo residenza dei
feudatari.
Il palazzo, si compone di strutture possenti che
lo resero invincibile e fu davvero il centro dei centri dell’antico borgo, con
di fronte la Chiesa
Madre di Santa Maria degli Angeli, una imponente Chiesa, completamente
ristrutturata nel 700, a tre navate, con un organo storico costruito dagli
organari di “Caccavone” - autori dell’organo storico a sant’Alfonso di Liguori
con campane costruite ad Agnone - il cui grosso campanone, allorquando squillava,tirato
da baldi giovanotti, rimbombava per tutto il vecchio borgo, facendo tremare il
grosso campanile in pietra e mattoni.
In effetti l’antico castello, pure essendo
stato trasformato in Palazzo Ducale conserva non solo le possenti mura, che lo
rendevano, e lo rendono invincibile, ma possiede due antichissime storiche
entrate una che dà sul davanti del corso principale e l’altra che dà sulle
stupende campagne collinari che degradano verso Ururi e San Martino in Pensilis.
Sopra, nel primo piano ,vi sono una serie di
ampi locali nei quali, ospite di Felice che vi abitava, ebbi modo di sostare e
di ammirare le sue possenti arcate e le sue finestre sul corso, davanti alla
Chiesa, rappresentando, così, insieme alla Chiesa, i monumenti più importanti
dell’antico borgo di Loritello.
Ebbi modo di ascoltare nella Chiesa un
concerto straordinario, bellissimo, suonato da un organista di Rotello, oggi
organista ufficiale a San Pietro a Roma, e nella basilica di Sam Marco a Venezia, oltre che docente nella
veneziana accademia della musica e del teatro.All’esterno il palazzo conserva ancora la
struttura di presidio militare.
La ricca storia castellana del Molise : 98 circa tra Castelli, borghi e
fortezze, nella provincia di Campobasso e 56 circa in quella di Isernia, tra
cui primeggiano il Monforte di Campobasso, quelli di Civitacampomarano, di
Gambatesa, di Pescolanciano, di Venafro, si incastona, dunque, anche il
castello di Rotello, che io sarei tentato di paragonare, forse sbagliando, per
eccesso, a quello di Fiorentino di Puglia, dove morì e fu seppellito Federico
II di Svevia.
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