U juorne de San Gesèppe
U juorne de San Gesèppe,
I decennove de marze me recòrde tre cóse:
u prime gelate, i cavezune curte, a tavelate.
U gelate
nu ciancianielle cuelerate cu sapòre du lemone
crem'é ceccuelate.
U gelate
na sensaziòne de èsse eguale e ll’ate
nquill’u periede
de mesèrie de fame,
a primavere èrrevate.
U gelate
nu cuoppe de sespire,na cheméte, na voje
de scappà, une duie,ciente leccate.
U gelate
che buone che è u gelate, na magnata saprite
però n’eccòne jelate.
I cavezune curte
dope a vernate mes'travene duie cosse
ghianche e ròsce pu fridde che facève èncòre
pure se ce s'tève
u sòle.
Eppène misse
me breuegnave dope no, nge pensave,
ma chi ngia facève i pertave a la zuave:
né lunghe né curte eppène sotte i denuocchie
e pe nu palme e na mane duie cavezettune
de lane.
I cavezune curte
deràvene fine a fiere de ottobre cuelle
de tutte
l’anemale cuanne pu fridde
ce velève a lane.
A tavele de San Gesèppe
na grossa deveziòne che facève rapì i porte di case
e tutt’a pepelaziòne. pe nu piatte de maccarune
bucatine o precciàte.
Cuase sèmpe na s'tanze che na cemmeniere
peccenénne chi pegnate èzzeccate
com’e tanta feceliere pentate.
Fasciuole, cice.cecèrchie e faveu piatte da pezzente
che e tutte venève date ma epprime e a povera ggènte
ffamàta.
Dent’e nu spiguele
na mos'tre de tutt’a grazie de Diie
misse nu móde ses'temate per farle vedè
pur'é miezz'a viie
Dapù na gròssa tavelate pe tridece pertate
che Gesèppe, Marie e u Bambenielle èmmiezze
e che l’Aposctele de na parte e n’ate.
il rito della solidarietà contadina
l'occasione di ritrovata comunione
il ritorno della primavera e della vita
la sacralità dell'ospitalità e del cibo consumato insieme
l'usanza millenaria che non è stata intaccata dalla modernità L'inno alla Dieta Mediterranea con l'olio da olive, la pasta, il pane, le verdure ed i legumi grandi protagonisti
La grande tradizione della Tavola di S. Giuseppe rivive ogni anno, il 18 e il 19 Marzo, nella gran parte dei piccoli paesi del Molise, in particolare quelli del centro e del basso Molise.
La vigilia, soprattutto la sera, la visita delle case dove è allestito l'altare dedicato a San Giuseppe, il focolare acceso con le pignate di legumi in bella mostra e la Tavola bandita di ogni ben di Dio, in particolare di primizie, come gli asparagi e i germogli di pungitopo.
Era la tavola che i bambini del dopoguerra andavamo a guardare con gli occhi sbranati e la gran voglia di assaggiare.
La veglia intorno al camino con le orazioni e le litanie in onore di San Giuseppe. Il dono delle scarpelle ancora calde e l'assaggio di chicchi di granturco lessati o di legumi
Le 13 portate
(variazioni delle pietanze e dell'ordine delle portate in ogni paese)
1. antipasti di S. Giuseppe: alici o acciughe, fette di rosse arance condite con olio e zucchero; giardiniera di sottaceti con peperoni viola, uva, cavolfiori, olive ed asparagi verdi, carote rosse, pere tagliate a pezzetti e, a volte, anche uova sode e pezzi di mozzarelle
2. spaghetti con alici, noci, mollica di pane sfritta; spaghetti al tonno; vermicelli con sugo di baccalà e noci triturate
3. riso lessato e condito con olio extravergine di oliva; riso al sugo di baccalà; riso bollito nel latte, con zucchero, limone, vaniglia e cannella
4. portata tutta dedicata al baccalà: quello lesso condito con solo olio da olive; quello racanato (con molto origano) con patate cotte al forno, a cui si aggiungono anche uova, pomodori e mollica di pane; il baccalà in umido con cipolline fritte; quello impanato; il baccalà e cavolfiori racanati al forno
5 un piatto di frittelle di filetto di baccalà con la pastella
6. Cavolfiori semplicemente lessi o impanati, fritti e poi insaporiti con un composto di aceto, vincotto dolce e mandorle; cavolfiori con il baccalà, lessi e con diti con olio da olive; broccoli in umido o lessi e maritati con aringhe e econ acciughe
7. polpette di magro confezionate con la mollica di pane e uova, a volte si aggiunge del tonno
8. lessate di legumi; fagioli, lenticchie, piselli, ceci, fave e cicerchie, condite con abbondante olio da olive e cipolline fritte
9. la pezzenta, cioè una ribollita di legumi, sempre condita con olio da olive oppure solo lenticchie in umido con l'uvetta
10. l'impanata di peperoni sottaceto ripieni di mollica di pane, uva passa, alici e noci
11. l'agrodolce, mandorle tostate in crema di mosto cotto o vincotto a cui, a volte, si aggiunge un trito di noci oppure l'agrodolce si prepara con noci, mandorle e nocciole in vincotto con varie essenze, uva passa e cannella
12. i calzoni, rustici di pasta fatti a mezzaluna e ripieni di impasti di ceci e miele aromatizzato, con pezzettini di cedro e cannella. Ci sono in qualche luogo della devozione a San Giuseppe anche le ficurelle, frittelle ripiene di piccoli fichi e anche una serie di scarpèlle o scupèlle o scrippèlle fritte e spolverate di zucchero a ricordare il Natale
13. varietà di frutta di stagione.
La Tavola è composta da La Sacra famiglia (Giuseppe, Maria e Bambin Gesù) più dieci altri invitati a rispettare il numero 13 dell'ultima cena.
Dopo il pranzo la recita delle preghiere prima di riaccompagnare i componenti de La Sacra famiglia nelle rispettive abitazioni, con un cesto pieno di pagnotte di pane e cibi rimasti.
Altre due momenti importanti di queste due giornate aperte al pubblico - tante altre in precedenza dedicate alla ricerca del cibo da parte della famiglia devota e alla preparazione di tutto quel ben di Dio che le portate raccontano - sono le offerte ai visitatori della cappella e, in alcuni posti, il culto dei falò accesi verso sera quale occasione per canti e balli, altre degustazioni con bicchieri di vino quale brindisi finale.
Dedichiamo il racconto delle portate di questa festa a tutti i ristoratori , in particolare i nostri amici de L'Olio di Flora, convinti di stimolare, con questa magnifica tradizione tutta molisana, ancor più la loro già ricca fantasia
Una buona occasione per vivere le tavole di San Giuseppe e visitare il piccolo grande Molise
N. B. L'elenco delle portate è quello riportato nel libricino n° 9, Il "Convito" e la "Devozione" di San Giuseppe nella tradizione molisana, della Biblioteca Popolare Molisana - edizioni Emme 1998 - scritto da Enzo Nocera, uno straordinario cultore della cucina molisana, editore e scrittore
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