1° Settembre, 11^ Giornata per la salvaguardia del Creato
Il consueto pensiero del Centro Studi
“Perrazzelli” di Guardialfiera
Davvero eroici
noialtri abitatori del pianeta Terra. Siamo stati noi i fuoriclasse, capaci di
sconquassare il creato. Di stravolgere l’armonia planetaria, di infestare di
morte perfino l’aldilà del non ritorno.
I guasti,
infatti, recati alla natura - dalla dissennatezza, dalle speculazioni, dalle
implicazioni dei padroni e dei padrini del mondo; dai predoni e dai marpioni,
cacciatori di bottino… e dal silenzio dei buoni - hanno incazzato e
surriscaldato il cosmo. Che si fa giustizia, che si vendica e produce, a nostra
grande richiesta, cataclismi, bombe d’aria, trombe d’aria, inondazioni, uragani
frequenti e intensi. Quei fenomeni naturali una volta contenuti e rari.
Il vizio e i
predomini umani sulla natura e sul futuro dell’uomo, ci indignano e ci
sgomentano. Pure il grido degli onesti contro l’inarrestabile minaccia di
autodistruzione, è ridicolizzato dai garanti d’ogni pubblica istituzione. La
scienza – talvolta assassina – pone, dunque, nelle mani dell’uomo, un potere
distruttivo senza precedenti.
I radicali
mutamenti climatici, conseguenti ad intrighi di mercato, stanno provocando
l’inarrestabile cedimento delle Alpi Carniche. C’è a Cortina d’Ampezzo
<l’agosto dei crolli quotidiani>. La “regina delle Dolomiti” è per metà
isolata.
Ai veleni ed ai
gas, inoltre, ai fumi da scappamenti e ciminiere coscientemente e
incoscientemente vomitati nell’atmosfera, mancavano quelli del recente
“incendio di Roma”. Trenta roghi dolosi simultanei nella capitale, hanno
bruciato anche il parco del pineto e la collina di Monte Mario e, addirittura,
lambito il Policlinico Gemelli. Oh, se valutassimo come solo cinquanta metri
quadrati d’erba, possono produrre ossigeno necessario per diecine di esseri
viventi. Povero Creato! Quel “creato – scriveva Brecht – che
dovrebbe appartenere solo a chi lo redime e lo rende migliore”.
E il carnevale
della dissipazione non si arresta. Accresce! Da undici anni questo Centro Studi,
il 1° Settembre, “Giornata per la salvaguardia del Creato”, ne denuncia
oltraggi e suggerisce rimedi concreti e fattibili. Ma, ahinoi, chi ascolta, chi
legge più! Quanto è difficile svegliare le coscienze! Quanto è più facile
addormentarle.
. Del nostro piccolo
Molise conosciamo molto bene l’immenso patrimonio di arte, di storia; l’essenza
più intima di tanti luoghi. Conosciamo l’aria che vi si respira; l’odore dei
funghi, l’alba bella quando il sole spunta da Olivoli; conosciamo i cieli
abitati da fringuelli, le tavole contadine, la natura che grida bellezza.
Conosciamo la corona dei colli; il mare, i fiumi (seppur a rischio di
prosciugamento), i boschi, i laghi. Mirabili luoghi gratificati in passato da
strutture e arredi progettati, finanziati e realizzati. Originariamente
graziosi, preziosi. Ora a pezzi, abbandonati al degrado fra immondezzai, fra
invalicabili cespugli pungenti di rovi e vegetazioni insolenti e selvagge. Tutto
abbandonato al vandalismo e all’oblìo.
In nome
della morale, in nome della civiltà: si faccia un patto d’alleanza fra il
Creatore e il Creato. Si pensi ad un’operazione di recupero, di tutela, di
governo. Altrimenti, per pietà: meglio non far più incomplete costruzioni.
Meglio in futuro non dissipare denaro pubblico in faccia alla nostra onestà e
povertà.
E,
frattanto, ecco l’irrotto urlo del sisma nel Centro Italia; questa bestia degli
inferi venuta fuori dalla tana il 24 agosto. Che ci permette, se non altro, di
esaminarci, di farci render conto sul come pure i terremoti oggi si possono
gettonare. Che ne pensiamo infatti delle esplosioni nucleari sotterranee palesi
e occulte? E di quella legge del mondo fisico secondo la quale “ad ogni
azione corrisponde una reazione uguale e contraria?” (Galilei – Newton). E poi, chissà, se da queste nostre sciagurate
sfide non potrà scatenarsi anche l’ “ira di Dio”? (<Non si adìri il mio Signore>. Dialogo fra Dio e
Abramo su Sòdoma e Gomorra. Gen. 18, 20-32).
Ma è oggi
giorno di preghiera voluto dalle Conferenze Episcopali, per la tutela del
Creato. Ed Ernesto Olivero ci propone un’appuntita prece al Creatore. Lo
scrittore teologo così riflette: “Oggi dilaga la sciatteria. Trionfa la
noia, regna oggi la voglia del trasgredire. E’ il tempo del niente che
pretende tutto e ci distrae dal tutto. Anche dal nostro destino. Eppure oggi
solo la luce fa luce. Nel tempo del niente, io invece scommetto sul tutto, su
un mondo nuovo che comincia da me. Altrimenti il tutto è chiacchierìo, è
buiore. E il niente si allarga, e proverà a velare il brillìo dell’universo”.
ricevo da Vincenzo Di Sabato
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