A voreie, uno dei venti di "Larino viva"
torna di attualità un articolo pubblicato, alla fine di gennaio 2012, sul sito "Larino viva", firmato da "A voreie", l'ultimo dei tre venti che hanno commentato avvenimenti e fatti accaduti dal 2008 al 2013.
L’AVEVAMO DETTO
Noi venti siamo Cassandre è come tutte le Cassandre nessuno
ci ascolta con il solo risultato che alla fine diventiamo antipatici, noiosi,
nel momento in cui ripetiamo “noi l’avevamo
detto”.
Qualche anno fa, il nostro amico “U fauneie” e, in seguito,
anche “il Maestrale”, Si sono occupati della Sanità del Molise e, in
particolare, dell’Ospedale “Vietri” di
Larino che, da anni, per colpa soprattutto di amministratori incastrati dal
ruolo di ingranaggio del potere politico
termolese di cui, oggi, è rimasto poca cosa o niente.
Un potere che, impostato sul concetto proprio della politica
che è quello della filiera, ha dato un primo scossone all’ospedale di Larino, e,
nel tempo, aperto varchi a “vacche e porcei”, come dicono in qualche regione del nord est,
cioè a aspiranti amministratori che hanno
utilizzato l’ospedale per i loro programmi elettorali.
Nessuno ha avuto la bontà di ringraziare il “Vietri” (con
l’aria che tira è quello che bisogna aspettarsi anche domani). Anzi, come
succede quasi sempre in questi casi,
l’hanno maltrattato pur di non riconoscere la sua generosità. Molti di questi sono spariti in poco tempo,
ma qualcuno ci ha costruito sopra la sua
fortuna politica che, per Larino e il
suo territorio, il Molise, è diventata una iattura, visto che queste realtà hanno
dovuto registrare un calo di immagine e di attività, con il rischio, che
tutt’ora permane, di perdere la loro stessa identità.
Miserie politiche che non varrebbe la pena raccontare per non ritrovarsi a essere
maltrattati dalle vittime più che dai carnefici di questa situazione.
Miserie come quelle espresse in questi giorni dal Sindaco di
Termoli e dai sindaci del Basso Molise a difesa dell’Ospedale S. Timoteo di
Termoli, dimostrando di arrivare a chiudere la stalla quando i buoi sono già
scappati. Ma, come si sa, non tutti sono Cassandre.
Non ricordiamo se nel 2008 o all’inizio del 2009 e quale dei
nostri amici venti ha detto “Se Larino piange, Termoli non ride” per
significare che la drammaticità della situazione del “Vietri” di Larino avrebbe
coinvolto e travolto anche il “S. Timoteo”, con danni per tutti i cittadini del
Basso Molise che, l’isernino di adozione, Iorio, con le sue scelte, ha messo ai
margini proprio nel momento in cui si
doveva forzare il suo ruolo di motore naturale dell’intero sviluppo del Molise,
e per più di una ragione.
Torna in mente la Cassandra Astore con il suo piano e la
scelta degli accorpamenti dei due nosocomi; la Cassandra della Maugeri che
proprio il Di Brino e la larinese on. De Camillis hanno fatto l’impossibile per
farla andar via e, così, accontentare, sempre nel rispetto della filiera, i propri
referenti di Termoli e di Venafro a scapito di Larino, ma, oggi, anche di Termoli e del Molise.
La verità è che sulle spoglie della sanità molisana e dei
suoi ospedali questi ed altri hanno costruito la loro fortuna politica,
dimostrando una verità amara: per vivere da protagonista la politica, oggi più
che mai, non bisogna pensare e, tanto
meno, progettare e fare. Guai poi a dire
“noi lavevamo detto” e a mostrarsi come Cassandre!
A
Vòreie
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