IL GUSTO DEL TERRITORIO
Nicolangelo Licursi, Sindaco D'Ambrosio, Prof. Pazzagli, Domenico Dante Rosati |
Una tavola imbandita in un lato della sala consiliare rappresentava
il gusto del territorio: la famosa e impareggiabile treccia dei Paladino e Rosati, che, a prima vista e a un consumatore che non la conosce,
può apparire un ricamo speciale tipico di questo territorio fino a quando un
pezzetto della bianca e spessa trama, staccato, non gli arriva in bocca per
deliziarlo; l’Olio extravergine di oliva di un frantoiano plurivincitore, Manrico Di Battista; i torcinelli di Peppino Ciarlo che, proprio qui a Santa
Croce, ho imparato a degustare in un angolo non lontano dalla piazza delle
antiche battaglie, quando Santa Croce era nota come la Stalingrado del Molise.
Me li ricordo i torcinelli sulla graticola piena di carboni accesi che spandevano
in un lungo e in largo il profumo, come ad avvisare la fedele clientela che erano
quasi pronti e potevano avviarsi per comprarli. Non c’era bisogno del banditore
che, allora, andava di moda. Un profumo, quello dei torcinelli, che riesce a
convincere della sua bontà anche chi, solo sapendo che sono budelle e interiori
di agnello lattante, non trova il coraggio di mangiarli. E, poi, i mieli
(soprattutto di acacia e di sulla) di un apicoltore appassionato, Vincenzo Pucci, che ha recitato anche
in un film con Asia Argento, girato alle Tremiti.
Un territorio, però, non solo ricco di prodotti, cibo
delizioso, ma anche di storia e di cultura, segnata fortemente dal grande
tratturo Celano – Foggia, rappresentato
in un quadro – ben esposto in fondo alla sala - di un pittore bravo, Pietro Mastrangelo,
che non ha frequentato nessuna delle quotate accademie sparse in Italia, ma,
come imbianchino, le case dei suoi paesani con le pareti che ha tinteggiato. E’
il figlio Luigi, oggi a Bologna, ad
avere la fortuna di studiare e frequentare
circoli di artisti e vivere con la sua pittura una fama a livello
nazionale e internazionale. Oltre i confini del paese che confina con la Puglia
e condivide, proprio da quelle parti, il territorio di Melanico, cioè la grande
agricoltura che nei secoli passati è stata teatro di scontri tra padroni e
braccianti sfruttati, con morti e feriti, che le genti di questi due centri non
ha – almeno fino a qualche decennio fa – mai dimenticato. Molto noto un altro
artista di valore di Santa Croce, Giuseppe
Pietroniro, che opera con successo a Roma.
Che dire poi di Raffaele
Capriglione, il poeta scrittore che più
di altri ha saputo raccontare i valori propri di questa terra, le
tradizioni, in particolare quella de “u
luteme sabbate d’aprile”, la tradizione da poco consumata.
Agricoltura, cibo, storia, cultura, tradizioni senza
dimenticare gli incantevoli paesaggi che, anni fa, si potevano ammirare da
“ngoppe u casale” con uno sguardo a 360° che, partendo dalle aree interne del
Molise si sposta, con la Maiella lontano, verso il mare e poi le Tremiti, il
Gargano con i monti Dauni e il Tavoliere delle Puglie, fino all’ampio tratturo.
La grande strada verde che ha visto scendere e salire uomini e animali alla
ricerca del cibo, cioè dei pascoli che, verso l’Abruzzo, si aprivano alla
primavera e all’estate, diversamente da quelli della Puglia che sapevano
resistere ai freddi dell’autunno e dell’inverno fino alla primavera inoltrata.
Ecco, il territorio con i suoi valori e le sue risorse, per
un tempo abbandonati dalla illusione della crescita senza limiti, che i governi
e la classe dirigente di questo nostro Paese continuano a propagandare non rendendosi conto del tempo che passa e continua a distruggere
risorse e valori, cioè il territorio.
Il filo conduttore di un ragionamento che ha preso il via
con il promotore dell’iniziativa per conto dell’amministrazione comunale,
l’assessore alla cultura, Nicolangelo
Licursi, che ha aperto l’incontro e ne ha spiegato le ragioni dopo aver presentato i tre
relatori, per poi passare la parola al sindaco Donato D’Ambrosio, che ha sottolineato con grande forza l’impegno
suo e della sua amministrazione di aver posto al centro di una programmazione
dello sviluppo della sua cittadina, proprio i valori e le risorse del
territorio.
Una sfida che ha trovato il consenso e il sostegno dei tre
relatori, a partire da Domenico Dante
Rosati, che ha sviluppato il grande tema della biodiversità (il 25 c.m. ricorre la Giornata Mondiale della Biodiversità e la Fattoria Sociale “Il Giardino dei Ciliegi” la vuole
ricordare con una iniziativa a Civitanova del Sannio, il giorno 21 p.v.) ed ha
parlato, con la competenza che gli viene riconosciuta, dei prodotti tipici
molisani.
Il mio intervento ha riguardato la qualità con particolare
riguardo all’origine, che è soprattutto il territorio, ma non solo, se tiene
conto della professionalità di chi la produce e la trasforma
Come sempre puntuale e ricco di spunti l’intervento del
prof. Rossano Pazzagli
dell’Università del Molise che ha parlato dei Paesaggi del Cibo, l’importanza e
il valore del territorio e della sua
agricoltura e i possibili turismi che si possono organizzare e promuovere
utilizzando le risorse enogastronomiche, la naturale ospitalità dei molisani. .A proposito di territorio l’incontro ha messo in luce che c’è
un’amministrazione comunale che ha le idee chiare, nel momento in cui crede in
questo bene comune e punta su di esso, consapevole che è la sola risorsa che ha
e sulla quale scommettere, per costruire il domani dei propri figli . Un esempio
per gli altri comuni del Molise, in una fase in cui bisogna avere chiaro il
quadro di riferimento e ben precisati gli obiettivi che si vogliono, anzi,
possibili da raggiungere. Sapendo che non è facile, ma anche che non ci sono
alternative al territorio. L’incontro, solo una della tante iniziative che
l’amministrazione di Santa Croce ha intenzione di programmare per aprire il
confronto e, così, dare spazio alla partecipazione alle scelte dei cittadini,
fondamentale perché niente cada dall’alto ma tutto diventi consapevolezza,
programmazione, costruzione, risultati dell’intera collettività.
Se è vero, com’è vero, che i popoli del Mediterraneo
cominciarono ad uscire dalle barbarie quando impararono a conoscere la vite e
l’olivo, si può ben dire - parlando di una città dell’olio - che Santa Croce di Magliano sa come uscire dalla
crisi e come ridare ai suoi cittadini, i
giovani soprattutto, la speranza. Si
tratta di puntare sull’olivo e le altre risorse dell’agricoltura, i valori di
una storia e di una cultura, l’arte, e, non ultime, le antiche e forti
tradizioni.
pasqualedilena@gmail.com
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