PER LA MORTE DEL SENATORE OSVALDO DI LEMBO
di Gaspero di Lisa
“A tumulazione avvenuta” la Famiglia
DI LEMBO ha comunicato alla Città il 6 febbraio 2016
che il Senatore Osvaldo Di Lembo si era serenamente spento.
Nato il 5 febbraio 1928, aveva fatto il suo corso di studi,
si era laureato in giurisprudenza ed entrato nell’organico degli Archivi
notarili.
Lo scrupoloso assolvimento delle responsabilità a lui
affidate non gli impedirono dai primi anni della sua attività lavorativa di
dedicare tempo e passione civile alla vita politica della sua Città come
consigliere eletto nella lista della Democrazia Cristiana nel 1964, confermato
nel 1970 e chiamato per tre anni a ricoprire la carica di assessore.
Per le attitudini politiche e professionali mostrate è stato
chiamato a ricoprire il ruolo di Segretario del Consiglio Regionale, garante –
per scrupolo e rigore – delle prerogative dei singoli consiglieri e del loro
status giuridico cui indirizzare la sua funzione dirigenziale nella fase
delicata della “strutturazione” della nascente istituzione regionale.
Il lavoro svolto fu fondamentale per mettere il Consiglio
Regionale sulla spedita via della democrazia e della efficienza amministrativa,
coniugata con i compiti legislativi e gli atti fondativi della costituenda Regione Molise.
Nel suo lavoro espresse la sobrietà autentica e propria
della molisanità e la sua assistenza alla Assemblea legislativa fu discreta e
ferma risultando, pertanto, massimamente apprezzata da tutte le forze
partitiche presenti.
Acquisì credito e stima nella pubblica opinione,
considerazione nei quadri del suo partito nel quale aveva militato da sempre,
tanto che la Democrazia Cristiana
lo candidò nel 1979 al Senato.
Fu un successo che con il suo impegno confermò anche nel
1983, 1987 e 1992.
Per quattro legislature ha rappresentato in Senato il Molise
e ha servito questo ramo del Parlamento (oggi oggetto di sconvolgenti riforme)
nella Giunta delle Elezioni e delle Immunità per varie legislature. Compito
delicato, particolarmente esposto per le personalità, i partiti e i
procedimenti a carico di uomini politici, come il Senatore Giulio Andreotti.
Merita rilievo (anche per l’attualità dei problemi
conferenti alla materia), in uno con il collega Senatore Raffaello Lombardi, il
ricordo della elaborazione della proposta di legge per la istituzione della
CORTE di APPELLO autonoma del MOLISE (del
1983, approvata nel 1986 con legge promulgata il 17 maggio), senza dimenticare
la sua costante e ferma difesa dei Tribunali e degli uffici giudiziari
regionali, sempre da lui considerati livelli di civiltà e misuratori di equità
cui il Molise doveva tenere particolarmente e lo Stato non doveva venir meno.
Oggi possiamo capire quanto sia importante la giustizia per
sostanziare la libertà.
Senza giustizia, non c’è libertà.
I tormenti che in questi mesi lasciano insonni quanti hanno
costruito nei decenni trascorsi le strutture - non solo fisiche - del nostro
Molise (affidate a legislatori preoccupati della presente turbinosa stagione),
sono effetto pernicioso di anni in cui abbiamo abbassato la guardia nella
difesa del retaggio da lasciare alle generazioni future.
Il Senatore Osvaldo Di Lembo con l’eloquente silenzio in cui
si è chiuso negli ultimi anni ha voluto non interferire con i politici in
carica, confidando nella forza della realtà delle cose più che delle parole e
degli appelli.
Ma a noi tocca testimoniare, almeno per i più giovani,
quanto può meritare per la politica una persona integerrima che sa dare
un’anima, un’etica alla vita delle e nelle istituzioni.
Dalla sua tomba addita - nelle difficoltà presenti - la via
del riscatto della politica, dei valori e della importanza delle istituzioni
soprattutto per una regione come la nostra.
Alla Famiglia, come presidente dell’Associazione degli ex
Consiglieri Regionali, indirizzo i sensi
del cordoglio di tutti quei soci, che, per ragioni diverse, hanno avuto motivo
di rapportarsi con Osvaldo. Gli affetti feriti producono sofferenza ma i
benefici dell’azione politica svolta per il Molise e per il Paese dal Senatore
Di Lembo suscitano gratitudine sincera, che porgo ai familiari tutti, nel
rispetto della richiesta sfera di riservatezza.
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