Un'occasione persa
Quando ho letto l’invito inviatomi via e-mail da Don Alberto Conti, responsabile della Caritas di Trivento, di essere presente, oggi pomeriggio a Trivento, alla “Riunione congiunta dell’Abruzzo e del Molise –lo sviluppo delle aree interne” ho provato soddisfazione per questo prete dalla schiena dritta e forte e dalla grande sensibilità e amore per il suo territorio e le sue genti.
Era riuscito, nel mese di Aprile u.s., a rendere protagonisti di un incontro i due presidenti, D’Alfonso e Di Laura Frattura, rispettivamente dell’Abruzzo e del Molise e ad aprire una discussione, mettendo a disposizione dei due illustri rappresentanti istituzionali, un libro “Rompere gli Schemi per creare il nostro futuro”, 11° quaderno della solidarietà della Scuola di Formazione sociale e politico “Paolo Borsellino”.
“E’ un piccolo contributo – ha scritto Don Alberto nel
biglietto che ho trovato nel libro di cui mi ha fatto gentile omaggio - per
alimentare la speranza nei cuori di coloro che con coraggio continuano ad
abitare il territorio della Diocesi di Trivento”. Un incontro ricco di speranza
per gli impegni solenni presi dai due presidenti, non ultimo quello di
rivedersi presto, con le rispettive Giunte regionali, per entrare nel merito
delle proposte e dei programmi.
Il libro che prima citavo riporta ricerche di Roberto Mannai
e Michele Fuscoletti, frutto di “analisi, ragionamenti, proposte per la
rinascita del Territorio della Diocesi di Trivento”, che, sia chiaro, non è un
caso a sé ma uno dei tanti casi propri delle aree interne, caratterizzate da –
come scrive Don Ciotti nella sua prefazione- “spopolamento, diminuzione delle risorse,
smantellamento dei servizi essenziali, cioè i problemi che affliggono questa
zona ricca di tradizioni e con un grande potenziale agroalimentare e sono conseguenza della perdita d’anima della
politica, del suo appiattimento e di un’economia che bada solo al profitto”.
Parole che mi sono tornate in mente questo pomeriggio dopo
aver ascoltato l’intervento del Presidente D’Alfonso, accompagnato da tutti i componenti
della sua Giunta, e quello del Presidente Di Laura Frattura, che aveva al suo
fianco solo il vice presidente Pietraroia e l’assessore Nagni.
Un fiume di parole, anche belle per la verità, che non sono
riuscite a “innervare” (una parola che piace a D’Alfonso) il ragionamento “Lo
sviluppo delle aree interne” che era alla base di una riunione, comunque
eccezionale, quale quella di avere insieme due governi regionali.
Hanno parlato di scuole, sanità, trasporti, cioè di temi sicuramente
importanti e utili a “rompere gli schemi” se, però, sopportati da “atti
concreti – come scrive nella introduzione Don Alberto Conti – progetti di
sviluppo e proposte di legge su cui ci si impegni con costanza fino al
raggiungimento del risultato”.
E, invece, il silenzio più profondo sulle potenzialità del
territorio, la sua agricoltura, le sue tradizioni, i suoi paesaggi, la sua
storia e la sua cultura, i suoi possibili turismi per dare senso e significato
a poli scolastici; ospedali o, come è stato ripetuto, Casa dalla salute; un
riordino dei trasporti pubblici e, anche, come hanno detto i sindaci
intervenuti, risposte primarie ai bisogni delle persone che ancora abitano
questi luoghi; al completamento della Diga di Chiauci; al rifacimento delle
strade.
Un vuoto programmatico che, invece di risolvere la
situazione, rischia solo di aggravarla. In pratica, come dire e porre l’attenzione
al cerchio e ai raggi di una ruota che si vuole che giri, ma che non può girare
in mancanza del perno: il territorio con le sue risorse e i suoi valori.
Un’occasione persa – un vero peccato -per i due governi
regionali, quella di non porre al centro della discussione il territorio e la
sua agricoltura, prendendo l’impegno – faccio un esempio che richiama la
programmazione e la progettualità – di mettere insieme e utilizzare una parte
delle risorse a disposizione delle due Regioni per rilanciare l’agricoltura e
far capire la sua centralità e attualità. Sarebbe diventato uno straordinario
esempio per tutti gli altri territori che hanno urgente bisogno di ripartire se
non vogliono essere stuprati da insediamenti che hanno un solo vero obiettivo:
rubare terreno e, così, distruggere cibo e paesaggio, due fondamentali valori e,
insieme, due primarie risorse.
Un’occasione persa soprattutto per il territorio che domina
dall’alto il corso del fiume Trigno!
pasqualedilena@gmail.com
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