La “Fiera di Ottobre” di Larino, ricchezza di cibo e di paesaggio
la sig.ra Palladino con la sua treccia di pasta filata e Gabriele Di Blasio |
Prima aveva portato il suo saluto il sindaco di Larino,
Vincenzo Notarangelo e, poi, il vicesindaco, Assunta D’Ermes, esprimendo
entrambi piena gratitudine all’Università del Molise per l’organizzazione
dell’iniziativa all’interno della storica e importante Fiera di Ottobre che
registra la sua 273a edizione.
A dare continuità e forza al discorso avviato, il prof.
Rossano Pazzagli, che il Molise ha imparato a conoscere in questi suoi dieci
anni d’impegno come docente e responsabile di diversi ruoli all’interno
dell’Università degli Studi del Molise, nella sua sede di Termoli. E, non solo,
anche, come “maestro itinerante” nel Molise e in Italia, che sa raccontare
molto bene la storia, in particolare quella del territorio, e la cultura delle
risorse e dei valori di questo bene comune, il cibo e il paesaggio in
particolare.
il sindaco e il vicesindaco al tavolo dei relatori |
Un tema davvero interessante, Si mangia anche con il paesaggio.
Produzione di cibo e patrimonio culturale, quello da lui sviluppato con
la chiarezza che gli riconoscono tutti quelli che lo ascoltano.
L’illustre relatore ha iniziato con un omaggio a Larino,
definendola “Piccola capitale del Gusto”,
e ciò grazie a: la sua antica fiera; la nascita delle due associazioni, quella
nazionale “Città dell’Olio” e quella tutta molisana, MolisExtra, ma con
proiezione internazionale, entrambe pensate e organizzate da un larinese; la
sua agricoltura e l’intensità dei suoi oliveti. Ha continuato dicendo che il
paesaggio è “l’incontro tra natura e cultura che, insieme, diventano
territorio, con il coltivatore attore protagonista che lo crea, lo modella, lo
trasforma, per dare cibo. Esso, al pari della cultura, è cibo e ciò fa dire che
non è vero – come, invece, qualcuno pensa - che non si mangi, visto che nutre”.
Un insieme di valori, che il territorio esprime, che bene
rappresenta l’identità di un popolo, di un Paese. Identità quale processo che
si alimenta e, in questo senso, dal significato ben diverso da quello di
radici”. Ricordando il grande studioso e politico Emilio Sereni e la sua
definizione di paesaggio “il farsi di una certa società in un dato territorio”,
così come riportata nel suo libro più noto “Storia del paesaggio agrario
italiano”, che, di fronte alle ferite che il tipo di sviluppo sta creando con
la distruzione e perdita di territorio, è oggi, più che mai, di grande
attualità.
De Bonis e Pazzagli |
Il prof. Pazzagli non ha mancato di far presente i gravi
ritardi e le poche attenzioni delle istituzioni e della cultura per il
paesaggio, il cibo e l’agricoltura, e l’ha fatto sottolineando che, a oggi,
sono solo due i piani paesaggisti approvati, quelli della Puglia e della
Toscana. Ha chiuso il suo intervento dicendo che “alle origini delle
riflessioni fatte, non ci sta qualcosa di astratto, ma un elemento fondamentale
qual è il Cibo, cioè l’energia primaria, vitale, per l’umanità”.
A seguire la proiezione di un bel video realizzato
dall’architetto Michele Porsia, “Immaginare il Molise”, prodotto dall’Unimol
nell’ambito del Master Progettazione e promozione del paesaggio culturale con
immagini molto significative.
A me è stato dato l’onore di sviluppare il tema, Cibo
e Paesaggio, nel territorio l’origine della qualità e della bellezza,
e, dopo aver espresso un mio modo di pensare e vedere il Cibo (energia per la
vita, soprattutto con la sua biodiversità) e il Paesaggio (anima, cioè
contenitore di emozioni), ho fatto presente come questi due elementi cammnino
sempre insieme con il territorio, cioè l’origine, in particolare della bontà e
della bellezza. Ho ricordato, anche, che da sempre il luogo, appunto l'origine,
contraddistingue e permette di riconoscere un prodotto da un altro simile.
Con una serie di diapositive ho presentato i risultati del
riconoscimento della denominazione di origine dei vini, avviato nel 1963 con il
Dpr 930, con la pubblicazione sulla G.U. che porta la firma di un molisano,
l’On. Sedati, allora sottosegretario. Un processo non facile, ma alla fine
vincente, con la qualità che dà primati ai nostri vini sui più importanti
mercati. Un processo che ha prodotto i due regolamenti comunitari del 1992,
quelli delle indicazioni geografiche ovvero i riconoscimenti delle Dop, delle Igp e delle Stg,
riservati anche a tutti gli altri prodotti e specialità dell’agroalimentare,
non solo italiano, ma dei ventotto Paesi dell’Unione europea.
Un quadro esaltante per l’Italia, che vive primati con i
suoi 276 riconoscimenti (164 Dop, 110 Igp e 2 Stg )e gli stessi 405 vini (73 Docg, 332 Doc) più 118
Igt, cioè Indicazione geografica tipica.
Parlando del Molise, ho ricordato quello che per me, ormai,
è diventato uno slogan, e cioè è il territorio il solo grande tesoro da
spendere che abbiamo. Un territorio dalle grandi potenzialità visto che, con i
suoi cinque riconoscimenti Dop, di
cui quattro insieme con altre regioni (Caciocavallo
silano, Salamini alla Cacciatora,
Mozzarella e Ricotta di Bufala Campana)
e solo uno tutto e solo nostro, L’Olio
extravergine di Oliva “Molise”, e una Igp
con il “Vitellone bianco dell’Appennino dell’Italia centrale”, da terz’ultimo
posto, con questi suoi sei riconoscimenti, nella graduatoria delle Regioni
italiane, salta al settimo posto in fatto di Produzioni Agroalimentari Tradizionali. Tante, quindi, le
potenzialità e tutte possibili da sfruttare con riconoscimenti Dop, Igp, Stg, che varrebbe davvero la
pena sfruttare.
Ancora una volta ho posto in risalto quello che ho sempre considerato
– anche quando le fabbriche c’erano e i nuclei industriali vivevano di attività
- la più grande fabbrica del Molise, la Pampanella
di S. Martino in Pensilis, che ha bisogno di essere salvaguardata e
tutelata da un riconoscimento Dop e Igp e, soprattutto, di essere promossa.
E ciò è importante per dare risposte a più protagonisti (coltivatori di
peperoncino e aglio; allevatori di maiali; trasformatori, distributori e
comunicatori) coinvolti nella produzione, trasformazione, distribuzione e
valorizzatori di questa straordinaria pietanza, che ha il pregio, come altri
pochi cibi, di piacere solo a chi apprezza e gode di sapori speciali.
La Pampanella e non solo giacché sono tanti
altri i prodotti che possono avere i marchi dell’eccellenza Dop, Igp e Stg, quali
la Ventricina, la Treccia, il Fagiolo di Acquaviva d’Isernia, il Porcino dei Monti Molisani, il Tartufo bianco, il Capocollo e la Soppressata
del Molise, la Signora di Conca
Casale, il Pane di Longano e di Venafro. Eccellenze gastronomiche
capaci di diventare testimoni e, come tali, immagine della bontà del cibo e
della bellezza del paesaggio che tanto caratterizzano il territorio molisano.
A chiudere gli interventi, il presidente di MolisExtra,
Francesco Travaglini, che dopo aver ricordato la nascita a Larino di quest’associazione,
oggi forte di dodici soci, ha spiegato che essa non ha lo scopo di raccogliere
e commercializzare ma quello di promuovere e valorizzare l’olio extravergine di
oliva dei suoi soci e, in particolare, con il suo concorso di respiro
internazionale, Extracape, il miglior olio e, insieme, il miglior paesaggio.
“E’ importante per l’olio extravergine di oliva, quello vero - ha concluso –
far comprendere che dietro un’etichetta, una bottiglia, c’è un produttore e,
anche, un paesaggio”.
la degustazione: il vicesindaco Assunta D'Ermes e Pietro La Serra |
Una bella pensata del vicesindaco D'Ermes a conclusione
dell’intera manifestazione: la degustazione, guidata da un bravissimo Gabriele
Di Blasio, di un “caciocavallo” semi
stagionato della premiata ditta Di Nucci di Agnone e di una profumata e
saporita “treccia” dell’azienda
Palladino di S. Croce di Magliano, con la giovane rappresentante che ha
raccontato, magnificamente, il fascino della storia e della cultura del
territorio che ha prodotto questo spettacolo di latticino, unico al mondo.
Un pomeriggio intenso, ricco di riflessioni e di proposte
che hanno bisogno di essere riprese per coinvolgere quanti non sono potuti
intervenire, anche per colpa di un temporale, alla Fiera di Ottobre di Larino.
Riflessioni e proposte che riguardano aspetti e problematiche che sono
all’ordine del giorno di chi ha il compito di amministrare una città, una
regione, un Paese, e lo vuole svolgere con l’intento di progettare il domani. Per
fare questo diventa fondamentale bloccare i processi distruttivi in atto,
innanzitutto lo sperpero di territorio.
pasqualedilena@gmail.com
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