OSPEDALE, CHE FARE?

Al consiglio comunale che c’è stato l’altra sera al Palazzo ducale di Larino c’ero anch’io ad ascoltare il refrain dei politici e amministratori locali, che hanno dato l'impressione di non rendersi conto della situazione pesante e, ormai, giunta alla fine di un percorso che limiterà e renderà difficile la cura della salute dei molisani, se non sono di Campobasso e d’intorno, o, anche, di Pozzilli, cioè tra Venafro e Isernia.
E’ infantile, politicamente, pensare, com’è successo l’altra sera, di risolverla accusando il Presidente della Regione, di Laura Frattura, della sua assenza (anche per me ingiustificata visto il consenso ricevuto a Larino), oltretutto  non prendendo atto che erano assenti anche gli altri rappresentanti della politica e delle istituzioni, anche quelli che da Larino sono stati premiati con i voti ed ora “governano”   questa regione.
Fare questo vuol dire non prendere in considerazione il vero grande assente, il popolo di Larino. Un’assenza che è pienamente giustificata, soprattutto perché stanco di chiacchiere inutili (la rabbia di alcuni interventi del pubblico ne sono la dimostrazione), di schermaglie che non portano da nessuna parte e di occasioni perse come la  Maugeri e l’accorpamento dei due ospedali del Basso Molise con la possibilità di riempirli di eccellenze, invece di svuotarli di quelle che avevano. Che peccato sapere i termolesi contenti delle perdite, invece di essere incazzati e uniti con tutto il territorio basso molisano per mostrare la forza e non la grande debolezza di un territorio diviso quando non contrapposto! A tale proposito andrò alla ricerca di un articolo di qualche anno fa “Se Larino piange Termoli non ride”, uscito sul sito “LarinoViva”, per pubblicarlo di nuovo e far capire che è sempre vero che è meglio ascoltarle le Cassandre invece di chiudere le orecchie e mostrare segni di fastidio nei suoi confronti.
Di fronte a questo quadro deprimente della situazione, l’unica nota positiva l’appello alla sanità pubblica dell’On. Venittelli, visto che è la sanità pubblica a rischio in Italia e non solo nel Molise, e questo  grazie a un governo, quello in carica, che ha un rapporto privilegiato, direi dipendente, per i poteri economici che, con Renzi,  stanno ottenendo tutt’i risultati da loro sperati in quanto a sanità, furto di territorio, impoverimento delle grandi risorse di questa nostra amata Italia.
In questo senso anche l’appello della solerte e attiva parlamentare termolese trova il tempo che trova, se non diventa strumento di azione forte del suo partito, soprattutto molisano, contro il governo di cui fa parte pienamente e senza neanche essere opposizione interna.
 Un partito, il Pd molisano, che vede tra i suoi dirigenti, Michele Palmieri, che, non ha sentito e non sente il dovere di dimettersi da questo suo incarico, nel momento in cui i dirigenti del suo partito e i suoi rappresentanti al governo regionale, remano contro la sanità pubblica e danno uno schiaffo sonoro a una città che non lo merita e che, così, non può che sentirsi umiliata. Eppure Palmieri ha avuto l’onore di sedere oggi sulla sedia del consiglio comunale di Larino come assessore con la delega della sanità proprio grazie alla questione ospedale. E’ stato lui il promotore di un movimento che, insieme con un altro movimento che oggi  lo contrasta sperando di sostituirlo in Palazzo ducale, ha fatto solo danni, in mancanza di un’ analisi della realtà e di una visione futura del ruolo dell’ospedale “G. Vietri” di Larino.
Con le debolezze non si costruisce il futuro e non si danno speranze, ma solo delusioni che, nel tempo, diventano rinunce, vuoti di presenza appunto come quelli registrati l’altra sera nel Consiglio comunale.
Mentre seguivo il vuoto dibattito, salvo il significato dell’appello della On. Venittelli, pensavo a quante cose sono da fare per non cadere in situazioni che, invece di risolvere, non fanno altro che aggravare il problema.  Per esempio chiamare il popolo larinese e quelli dei Paesi del circondario a studiare le forme e i modi per vedere come salvare, noi comunità, l’Ospedale “G. Vietri” di Larino e farlo con una sottoscrizione popolare, ripetendo quanto è stato fatto alla fine dell’’800 con la sua fondazione e tutto  grazie a una classe politica e dirigente illuminata e non con le candele spente come l’attuale.
Sono ormai alla fine queste candele che dovrebbero illuminare le azioni degli uomini, la politica, in particolare quella di chi si è impegnato a difendere, tutelare, promuovere, valorizzare un territorio, con le sue risorse e i suoi valori. Le candele riferite alle azioni e non alle persone che le portano avanti, che,,come tali, sono tutte rispettabili.
pasqualedilena@gmail.com

 

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