Eco della festa di apertura de “la casa della paesologia”
Treviso - una delle vallate |
Ho faticato un po’ per arrivarci in quel punto sospeso, alto
tra le nuvole, che è Trevico, nella parte orientale dell’Irpinia che lascia alla
Daunia di scendere sul Tavoliere fino al Gargano e al Mare di Manfredonia.
Trevico . la piazzetta di fronte a La Casa della Paesologia |
Una terrazza di 360° che apre ad ampie vallate, con lo
sguardo ferito da un susseguirsi di pale eoliche, come a significare la
fragilità dei territori che appartengono all’Appennino, cioè a quelle aree
interne che un grande studioso, Rossi Doria, aveva rappresentato come osso di
questa nostra Italia.
L’Appennino è tutto quello che rimane, insieme con i
rimanenti territori delle regioni meridionali, per sfamare l’avidità di un
capitalismo dispotico e vorace di questo nostro paese, che le notizie del
giorno danno sempre più colluso con la criminalità e, al pari della politica,
al servizio delle grandi potenze e di quei poteri forti, che sempre più
decidono delle sorti del pianeta e dell’umanità che lo abita.
Trevico, come tutti i Trevico delle aree marginali al tipo
di sviluppo segnato da fallimento e crisi, è, con il suo abbandono, l’esempio
dello sfascio di un Paese che ogni secondo di ogni ora e di ogni giorno e, con
ritmo incessante, continua a perdere otto metri quadri del proprio territorio,
cioè della propria identità, della propria cultura e della propria storia, in
pratica del proprio domani.
La sua elezione, l’altro giorno a sede de “la Casa della
Paesologia”, invita tutti a fare un salto per visitarlo e cogliere i suoi
silenzi raccolti dai venti che qui arrivano da ogni parte per raccontarsi, da
ora in poi, dei paesi dove sono passati, che, a vederli da lontano, sembrano
tutti uguali ma che uguali non sono.
san giovanni in galdo (cb) |
Penso ai 136 paesi, compresi i centri storici di Campobasso,
Isernia, Termoli, Larino e Venafro, che sono il Molise con i suoi 136 dialetti,
altrettante culture enogastronomiche, mille tradizioni, mille paesaggi e mille
ambienti di territori che oggi, nell’era della conoscenza, hanno, come tutti
gli altri “Molise” del Sud e dell’Italia, delle enormi potenzialità da
esprimere se ci fossero governanti sapienti, capaci, cioè, di partire dai
tesori che hanno per non permettere ad altri di appropriarsene o di sotterrarli
ancora e come sempre.
con me, Gianluca e Pardino Venditti, Caterina e Franco Arminio |
Torno alla mia breve ma intensa esperienza vissuta l’altro
giorno a Trevico quando sono arrivato a La Casa della Paesologia, piena di
tanta gente, accolto dal sorriso e saluto gentile della padrona di casa, Grazia
Coppola, presidente dell’Associazione culturale che gestirà il centro, che mi
ristora di un caffè caldo appena fatto- Subito dopo, il mio saluto a Franco
Arminio, il poeta, scrittore giornalista, candidato alle europee, ideatore di
questo singolare luogo, che ho avuto il
piacere di conoscere in occasione di un incontro promosso dall’Afra,
l’associazione culturale che anima di poesie, letture, incontri, la mia Larino.
Ho portato come dono quattro dei miei libri e, dopo una
visita al Centro culturale “Giuseppe Scola”, ricavato nella Casa di famiglia
del regista che più ammiro, Ettore Scola, con il quale ho avuto la gioia di
essere una sera insieme al tavolo imbandito nei giardini di Villa Farnese, in
occasione del “Globo d’Oro”, il Concorso che ogni anno la prestigiosa Associazione
della Stampa Estera in Italia dedica al grande cinema italiano.
Un luogo, Casa Scola, pieno di colori, che, anche grazie a
un camino di estrema eleganza, trasmette il calore di un tempo quando esso
fungeva da scuola. Il “Centro” si apre con la dedica all’Irpinia fatta da due
scarpe grosse e la biodiversità dei semi locali, in particolare legumi, a
ricordare la “carne dei poveri”, quella che non ha mai dato problemi all’ozono
e non ha colpe del surriscaldamento del pianeta, che gli esperti dicono giunto
quasi al punto del non ritorno.
Irpinomania a significare una terra di forti e intensi
sapori, delicati e particolari profumi.
E’ stato il luogo, con le sue due salette attrezzate, della grande festa animata da letture di
brani, poesie, racconti fatte dagli autori presenti, dedicata all’inaugurazione
de “La Casa della Cultura”. Per me un’occasione mancata per colpa del pensiero
del viaggio di ritorno e di due ore e più di tempo per rientrare.
le fave dalla buccia nera |
Una ragione in più per tornare a Trevico, possibilmente con l'AFRA dei Venditti-Franceschini.
pasqualedilena@gmail.com
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