La grande occasione persa dal vino molisano
anno 2014/15
L’Ocm vino (Organizzazione comune del mercato) è la misura
che, mediante bandi annuali emessi dal Mipaaf e dalle Regioni, concede
finanziamenti e contributi a fondo perduto ai produttori vitivinicoli dal 40%
all’(80%). I beneficiari di queste risorse sono soggetti diversi: dalle
organizzazioni professionali a quelle interprofessionali; Consorzi di tutela e
loro associazioni e federazioni; produttori e organizzazioni di produttori di vino; soggetti pubblici; associazioni,
anche temporanee d’impresa e di scopo, tra i soggetti di cui sopra.
Una parte consistente di queste risorse riguarda la
internazionalizzazione dei mercati nei paesi extra Ue o cosiddetti terzi, cioè
la promozione del vino nelle sue più svariate forme di partecipazione a eventi
come mostre e fiere, degustazioni, produzione di materiali, rafforzamento
internet e, anche, la possibilità di invitare gli operatori a visitare e
partecipare a degustazioni in azienda. La cosa ancor più interessante di questa
misura è la possibilità di presentare un progetto da sviluppare, su questo o
quel mercato selezionato, in un arco di tempo di tre anni. Il tempo minimo, per
me, per poter valutare il successo delle iniziative in programma e la
possibilità di dare ad esse la dovuta continuità.
Risorse consistenti che hanno forza e significato se vengono
utilizzate per ampliare gli investimenti di questa o quell’azienda e, così,
rafforzare la strategia di marketing che l’impresa si è data. Sottolineo questo
aspetto perché so, per esperienza, che per la gran parte dei soggetti
destinatari, la comunicazione o l’impostazione con risorse proprie di una
strategia di marketing è un optional e non un capitolo preciso di investimenti
che ogni azienda deve affrontare.
È un optional anche per la Regione Molise, quella che avrebbe più bisogno di una strategia di marketing in grado di incanalare e programmare le iniziative decise con i soggetti interessati.
È un optional anche per la Regione Molise, quella che avrebbe più bisogno di una strategia di marketing in grado di incanalare e programmare le iniziative decise con i soggetti interessati.
Una premessa, per me necessaria, che serve per capire le
ragioni di una rinuncia, da parte del Molise e dei suoi protagonisti sopra
citati, di ingenti risorse, che non si può spiegare come incidente di percorso
o distrazione da parte di chi doveva emanare il bando e non l’ha emesso o,
qualora pubblicato, da parte dei soggetti direttamente interessati.
C’è da dire, anche, che il marketing, nel suo significato
più ampio di comunicazione, promozione e vendita di un prodotto, richiede
specifiche competenze ed è un’azione che tiene conto dei risultati di una
produzione.
Ebbene, volendo entrare nel merito della questione, dei
433.482 euro dei fondi Ocm vino per la
promozione nei paesi terzi, il Molise non ha utilizzato nemmeno un euro,
perdendo così una grande occasione di comunicazione e valorizzazione di una
delle sue eccellenze Doc o Dop.
C’è da dire che il Molise (vedi tabella) è la sola regione
che si presenta con uno zero, ciò con un’assenza di rimodulazione che fa
pensare che le importanti e ingenti risorse non sono state neanche prese in
considerazione.
Un fatto grave certo, molto grave, e la colpa non è solo
della Regione o dell’assessore di turno che, non avendo collaboratori esperti
nel campo del marketing, si affida a enti o persone capaci di ripetere solo gli
errori di sempre con la conseguenza di spreco di denaro e di tempo. È colpa,
anche, dei produttori e di chi li rappresenta e li organizza, bravi a spiegare
ed a considerare tutte le misure della Pac, ma profondamente distratti di
fronte a quel fattore sempre più prioritario perché decisivo per le fortune
dell’impresa, che è il Marketing.
Ricordo che a questa importante somma di risorse finanziarie
ho dedicato un articolo, pubblicato ad Aprile in concomitanza con l’uscita del
Bando del Ministero dell’agricoltura e l’elenco delle assegnazioni per le venti
regioni italiane, raccomandandomi di cogliere questa straordinaria occasione
per impostare una strategia di marketing riferita al vino e di coinvolgere le
aziende per renderle protagoniste degli eventi programmati.
Ho detto anche di scegliere i mercati terzi e di dare al
programma un tempo necessario per sviluppare le iniziative e, con esse, le
pubbliche relazioni in modo da coinvolgere istituzioni, opinion leader,
operatori nel campo dell’importazione e della distribuzione e
commercializzazione del vino, i
ristoratori a partire da quelli di origine italiana. Cioè evitare la solita
“toccata e fuga” che fa l’effetto di un secchio d’acqua scaricato sulla sabbia
in un giorno di gran caldo.
Quella “toccata e fuga” che, se per il Molise, è una regola,
e, per rendersene conto, basta vedere le tante o poche iniziative che, sia nel
vino che nell’olio, come nell’insieme dell’agroalimentare, vengono selezionate,
partecipate e fatte nel corso dell’anno.
A partire dal Vinitaly di Aprile, che ritorna l’anno dopo, sempre ad
Aprile, con una soluzione di continuità
che porta a dover riprendere il filo del discorso e mai a svilupparlo, tant’è
che ogni anno c’è sempre qualche azienda che si stacca dal collettivo per
andare a trovare la fortuna da sola.
Il Vinitaly – parlo della più importante manifestazione del
vino in Italia per renderlo esempio – ha senso se parte di un progetto e di un
programma impostati sulla continuità delle azioni di comunicazione, promozione,
pubbliche relazioni e altro ancora.
Cioè, se questo evento importante si trasforma, nel corso
dell’anno, da punto d’incontro e di presentazione - con la partecipazione ad altre importanti
iniziative all’estero, soprattutto nei loro paesi di origine - in altre
occasioni d’incontro con il giornalista o il ristoratore, l’importatore o
l’opinion leader che ha visitato lo stand.
E, così anche, la possibilità di portare questi diversi operatori nel
Molise per una visita delle aziende interessate, una degustazione del vino e
degli altri prodotti, ciò che vuol dire una “degustazione” anche del
Molise.
pasqualedilena@gmail.com
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