NON SI GOVERNA CON I SILENZI
Ieri, leggendo una nota di
Marcello Pastorini, ho appreso della inaugurazione, di questa sera, del nuovo
seminario ristrutturato con i fondi del terremoto e che è anche la
manifestazione che prepara il grande evento di gennaio riferito al 450°
anniversario del primo seminario della Cristianità, riconosciuto subito dopo la
chiusura del Concilio di Trento.
Sempre ieri, con qualche giorno
di ritardo, ho letto su Termolionline.it una nota che riporta una “indiscrezione”
riguardo a un accordo con la Diocesi di
Termoli-Larino che mette a disposizione del mega progetto Granmanze della
Granarolo, sconosciuto non solo al Sindaco di Larino, ma, anche, all’Assessore
dell’Agricoltura della Regione Molise, i terreni situati in contrada Monte
Arcano che, se ben ricordo, sono del Seminario di Larino e non della Diocesi.
Un fatto non secondario quello
della titolarità dei terreni perché serve a far capire il senso del messaggio
partito da Granarolo, come si legge in testa all’articolo, che è quello, a mio
parere, di deviare l’attenzione dal sito che è stato scelto da tempo e ciò per due ragioni fondamentalmente: non
allarmare e non stimolare i cittadini, contrari a questa opera, a organizzarsi,
che per il Molise vuol dire perdita di territorio in cambio di un pugno di
fichi secchi; non creare aspettative nei proprietari dei terreni ricadenti sul
sito scelto, che potrebbero alzare il prezzo degli stessi, visto che non sono
oggetto di espropriazione, ma di pura compravendita.
L’Associazione Larino Viva è
tornata, e bene ha fatto, a interrogare nuovamente il Sindaco Notarangelo,
visto che dopo mesi dalla prima lettera aperta neanche si è degnato di
rispondere, per chiedere di esprimere il suo pensiero rispetto a questa scelta
e se è in possesso del progetto che, per esempio, l’assessore all’agricoltura
della Regione Molise, abile raccontatore di storie e, come tale, incantatore
dei molisani pazienti, ha dichiarato di non conoscere.
C’è di più, si è
lamentato con quanti parlano e, come me e tanti altri ancora, hanno espresso la
loro contrarietà senza conoscere il progetto. Infatti, ha promesso a me e a
quanti erano presenti all’incontro di un mese fa a Montagano, di esprimere il
suo parere solo quando avrà visionato il progetto. Lo conoscono bene Ruta, che
se n’è fatto vanto; Leva che l’ha dichiarato la leva dello sviluppo del Molise
e il Presidente della Regione Molise, Di Laura Frattura, e non lui che dovrebbe
essere il primo a essere coinvolto e informato e non viceversa!
La verità è che chi governa
attualmente il Molise o lo rappresenta a livello nazionale, non pensava di
trovare un’opposizione ma, sulla scia di
una vecchia abitudine, il tacito consenso della stessa.
Questi nostri illustri
rappresentanti neanche si ricordavano di Larino Viva, che ha perso le elezioni
di cinque anni fa anche grazie alle iniziative del gruppo dirigente regionale
del Pd e tutto a vantaggio del centro destra (Puchetti e altri che hanno dato
vita alla terza lista non a caso sono diventati dirigenti di questo partito a livello
locale, provinciale e regionale).
Non pensavano a Larino Viva, e,
nemmeno, a Rivoluzione Democratica, che, con la loro iniziativa di lancio di
una petizione “No alle 12.000 manze nel Molise”, hanno aperto una prima importante
riflessione che ha già coinvolto centinaia di molisani e, con essi, altri che,
pur dichiarandosi nettamente contrari, non hanno avuto il tempo e il modo per
firmare.
Sta qui il silenzio del sindaco
Notarangelo e il tentativo, per fortuna non riuscito, di far trovare una stalla
già fatta, come qualcuno dà per certo, a San Martino in Pensilis o, come altri
bene informati dicono, a Guglionesi – Montecilfone, o, anche a Larino,
fino quando non arriva la smentita del
Vescovo e dell’ente più direttamente interessato, il Seminario, che è il
titolare dei terreni citati, posti, come sa chi li conosce, in pendenza e non
in piano. Un fatto importante la posizione dei terreni del Seminario perché mi
porta a riconfermare che non è questo il sito scelto.
La democrazia è coinvolgimento e
partecipazione alle scelte dei cittadini anche quando hanno delegato con il
loro voto i propri rappresentanti in questo o quel livello istituzionale. Chi
non sente il dovere d’informare i cittadini fa pensare che questi elementi
basilari della democrazia non li conosce o, peggio, li disconosce.
pasqualedilena@gmail.com
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