VIVERE LA RECIPROCITA’ PER CAMBIARE E CREDERE IN UN DOMANI MIGLIORE
Il valore della
reciprocità, cioè del dare e dell’avere con il dialogo e la partecipazione, ha
caratterizzato l’incontro su “Opportunità e sviluppo armonico del Territorio” promosso
dall’Associazione della Pastorale per il Turismo della Diocesi di Campobasso che si è tenuto ieri sera nella sala del
Centro S. Pio di Campolieto, strapiena di cittadini, alla presenza del vescovo
Mons. Bregantini e dell’assessore regionale all’agricoltura Fusco Perrella.
Il Vescovo Mons. Bregantini, prima di riportare una sua
esperienza vissuta tra la gente della sua terra, il Trentino, e quella della
Locride, all’insegna della reciprocità, ha voluto rilevare “cambiare si può,
anzi si deve” facendo proprio questo valore che va oltre la solidarietà, nel
momento in cui non è solo un dare ma anche una possibilità di avere qualcosa in
cambio.
Un valore – lo diciamo noi che siamo stati presenti e, anche
protagonisti della serata con un nostro intervento sul tema proposto – che per
diecimila anni, cioè da quando l’uomo ha creato all’agricoltura, ha
caratterizzato il mondo contadino e la stessa realtà rurale dando quella forza,
soprattutto morale, per affrontare le stagioni della semina e della raccolta,
della cura degli animali e della nascita e della morte, e, anche, risolvere le
situazioni e i momenti più difficili.
Che fare nel momento in cui non c’è altro che “il
territorio, da salvaguardare e tutelare, prima –come ha rilevato Mario Ialenti
nella sua presentazione dell’incontro -che sia coperto da altro cemento così
com’è stato in questi ultimi dieci anni con la perdita dell’agricoltura
italiana di 2 milioni di ettari coperti dal cemento che non danno più cibo?”
Si tratta di ripartire da quello che abbiamo, il territorio,
con tutti i suoi valori storico-culturali; paesaggistico- ambientali, quelli
legati alle tradizioni, soprattutto culinarie, per tessere il futuro
avvalendosi di questa nuova trama, perché quella che ci è stata imposta
soprattutto negli ultimi cinquant’anni, si è completamente sfilacciata e non ha
alcuna possibilità per tornare come prima.
Ripartire dal territorio agricolo di una realtà rurale come
quella di Campolieto e dal terreno messo a disposizione dalla diocesi di
Campobasso per utilizzare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni e
vivere la reciprocità con i nove giovani africani che da qualche tempo vivono a
Campolieto ed hanno voglia d fare.
Delle risorse (centinaia di milioni) e dei programmi dai
quali attingere, ne ha parlato l’assessore regionale all’agricoltura, Fusco
Perrella, nel momento in cui c’è stata la rimodulazione dello PSR, perché
quello presentato a suo tempo costato centinai di migliaia di euro, non
rispondeva ai dettami comunitari.
Ripartire dal territorio avendo cura e pazienza di dialogare
e stare insieme, cogliere gli esempi là dove sono stati realizzati, studiare e
vivere con senso critico i processi e creare sinergie per raggiungere i mercati
e il consumatore finale bisognoso non solo di prodotti di qualità, ma anche di
territorio salubre come quello di Campolieto e di gran parte del Molise.
Punti – come si diceva all’inizio– sviluppati con quel suo
linguaggio semplice, quasi didattico, da Mons. Bregantini, che ha raccontato i
positivi risultati scaturiti da incontri e scambi, soprattutto, di saperi tra
il suo Trentino e la Calabria che gli è rimasta nel cuore come suo grande
amore.
Di altri efficaci esempi ne ha parlato il direttore del Gal
Molise verso il 2000, Antonio Di Lallo, mentre il dirigente dell’assessorato
all’agricoltura, Nicola Pavone, ha riportato esperienze e il lavoro della
struttura per rilanciare l’Agricoltura molisana.
Una serata molto interessante,aperta dal saluto del Sindaco,
Orazio Salvatore che messo in luce la drammaticità che vive la zootecnia
molisana, che ha trovato una felice conclusione in un buffet etnico preparato
dai ragazzi africani, con un cuscus davvero ottimo, bagnati da due vini di
Angelo D’Uva, vignaiuolo in Larino, il Kantharos, un bianco di ottima fattura,
e la mitica Tintilia, il testimone principe del Molise.
Una serata dove hanno fatto da padroni i sogni, cioè la
speranza e la voglia di costruire il domani. Si può.
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